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«Daisy, che cosa ci fa lui qui?» mi chiese mia mamma con ancora la porta aperta.
«Potresti accogliere meglio il mio ragazzo.» le dissi con aria di sfida.
Raggiunsi Edward e lo baciai, un po' perché mi mancava, un po' perché volevo confermare quello che avevo appena confessato, un po' perché adoravo infastidire Isabelle.
«Ma tu non dovevi non farti più vedere?!» gridò mio padre dal fondo del salotto.
«Infatti.» rafforzò la domanda mia madre.
«Non ci credo. L'unica cosa in cui siete d'accordo è veramente questa?» domandai retoricamente.
«Aspetta ma davvero state insieme?» analizzò Isabelle.
«Sì, ritardata te l'ho appena detto!» risposi acida e Edward si lasciò sfuggire una risatina.
«Ricordati che ti posso ancora denunciare per infrazione di domicilio, e sono sicura che mia madre non mi darà torto!» le urlai contro, sapendo che mia madre, avrebbe difeso me in tribunale.
«Non parlare così a tua sorella!» la difese lei.
«Non è la mia cazzo di sorella.» misi in chiaro, «E da quand'è che la difendi? Tuo marito ti ha tradita con sua mamma!»
Edward mi bisbigliò un: «Ehi, shh, calmati.» ma io ero già partita a piangere.
«Non è il mio cazzo di marito.» mi imitò.
«Visto che non è il tuo "cazzo di marito",» mimai con le dita le virgolette, «ma difendi "mia sorella",» lo feci ancora, «allora potete formare una bella famigliola felice senza di me!» conclusi la frase.
Andai in camera mia e presi il borsone di pallavolo infilandoci quanti più vestiti possibili.
Presi infine il caricabatterie e, oltre al mio, anche il cellulare di Colin.
Tornai da Edward, e dopo un: «Sei sicura?» al quale annuii frettolosamente, sbattei la porta alle mie spalle e iniziai a piangere disperatamente tra le braccia di Edward.

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