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«Perché mi spii da sette mesi?» gli domandai, cercando di mantenere la calma.
«Ero troppo indeciso se venirti a parlare o stare nell'ombra e osservare tutte le tue azioni.» sospirò.
«Come hai saputo dei messaggi?» ora che lo osservavo meglio, aveva gli occhi verde prato proprio come i miei.
«Prima che Colin venisse a casa tua, l'ho fermato e gli ho chiesto cosa stavate facendo quella sera al locale.» rispose, e incredibilmente non alzò il tono.
«Colin non ti avrebbe mai detto cosa stava succedendo.» misi a punto.
«Diciamo che ho avuto lo stesso approccio con cui ti ho parlato.» sono quasi sicura che stesse trattenendo una risata. Questo spiega il motivo del comportamento di Colin l'altro pomeriggio.
«Siamo giunti a destinazione, si prega a tutti i passeggeri di uscire ordinatamente.» annunciò la voce robotica del treno.
«Ciao, Denis.» lo salutai con tono freddo.
Lui mi prese il polso e, quasi pregandomi, mi disse: «Daisy, voglio rivederti, abbiamo così tante cose di cui parlare.»
«Domani, alle cinque e mezza al locale.» implicai il fatto che si trattasse del famoso locale da cui tutto era iniziato.
Il mio telefono emise un'altra volta il suono per indicare che avevo ricevuto un messaggio.
Quasi me ne ero dimenticata, tutti mi staranno scrivendo delle risposte. Senza pensarci troppo, misi il telefono in silenzioso, scesi dal treno ed espirai: dovevo incontrare Edward e non ero psicologicamente pronta.

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