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Isabelle era molto simile a me, coi capelli lunghi ondulati color nocciola.
Era alta e slanciata, l'unica differenza erano gli occhi, notai che erano vicini ad un azzurro cielo, quando i miei verdi si incontrarono coi suoi.
«Isabelle.» la chiamai con voce limpida, senza alcun tono di sfida o di odio.
«Daisy.» disse di rimando lei e, anche se non ci eravamo mai viste prima, era come se ci conoscessimo da sempre.
Contemporaneamente, sia io che lei, facemmo un passo di lato e continuammo per la nostra direzione.
Mi girai giusto per controllare dove stesse andando e, come avevo pensato, entrò nel palazzo di mio padre.
Cercai di non rifletterci troppo, e presi il cellulare per chiamare Edward.
Volevo chiedergli dove fosse finito e, oltre a quello, volevo avere la conferma di ciò che stavo pensando: Si è innamorato di Isabelle perché gli ricordavo io?
Lo chiamai almeno tre volte, prima di registrare un messaggio in segreteria.
«Edward, dimmi dove sei. Mi manchi e mi sto davvero preoccupando. Fatti vivo. Ti amo.»
Passai poi ai messaggi per essere sicura che almeno uno dei miei tentativi arrivasse a lui.
To: Edward
Ti prego, non so dove sei e la tua mancanza mi sta uccidendo, dimmi dove sei.
invio riuscito a "Edward"
To: Edward
Sei sparito e non so più dove sei, fatti sentire appena puoi.
invio riuscito a "Edward"
Mi accorsi che mi era arrivata la risposta di Austin e, mentre camminavo avvolta nella mia nube di pensieri, la lessi.
[messaggio a capitolo "xxvi,,"]
From: Austin
Daisy, io non ti giudico e non ti giudicherò mai.
Lo sai bene che capisco la tua situazione, sono nella stessa anch'io.
Ricordati solo di essere prudente perché ti ha fatto male diverse volte, e potrebbe rifarlo di nuovo.
Misi il cellulare in tasca appena mi ritrovai fuori di casa e, quando salii le scale per raggiungere il mio piano, davanti alla porta vidi Isabelle che stava inserendo le chiavi dentro la serratura.
Mi ritrovai, per la seconda volta in quel giorno, a pensare: Cosa ci faceva lei qui?