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«Com'è possibile?» domandai girando per la stanza.
«Tuo padre ha tradito tua madre con la mia.» rispose con molta tranquillità.
In quel momento, varcò l'uscio l'ultima persona che avrei voluto vedere quel giorno: Edward.
Isabelle si volatilizzò in un secondo uscendo dalla porta ancora aperta.
«Dov'eri?» gli chiesi prendendo un respiro profondo.
«Dalla mamma di Colin. Volevo farle le mie condoglianze.»
«Ma se lo odiavi...»
«Non è un valido motivo per non fargliele.» rispose.
«Edward, so tutto. E con tutto intendo anche che ti sei fatto mia sorella.»
«Tua sorella?» domandò stranito.
«Oh non fare finta di niente!» gli urlai contro.
«Daisy di cosa stai parlando?»
«Cazzo Isabelle di cognome fa Evans!»
«Cosa?!»
«Edward. Basta. Tu e le tue bugie non riesco a sopportarle.» lo spinsi fuori all'uscita.
«Ma di che parli?»
«Che cosa ci facevi con mio padre la notte che Colin... che Colin... quello hai capito...»
Chiuse gli occhi prima di rispondermi: «Crede che Bonnie non sia morta per un incidente. Mi ha accusato di averla uccisa apposta quella notte.»
«Perché dice questo?»
«Perché io ero nella macchina contro cui avete fatto l'incidente.» si confessò.
«E...» lo incitai a continuare.
«Stavo guidando io... ero nel periodo delle sostanze. Tuo padre mi minacciava per questo. Dovevo starti lontana, perché quella notte potevi morire tu invece che Bonnie.»
Non dissi niente e crollai a terra.
Per la prima volta non crollai solo figurativamente ma anche fisicamente.
Le lacrime agli occhi mi offuscavano la vista, notai solo che Edward mi portò in braccio fino al divano e mi rilassai sentendo le sue mani a contatto con la mia pelle.
«Edward?» sussurrai un secondo prima di addormentarmi.
«Dimmi.»
«Sei stato con Isabelle perché somiglia a me?» gli chiesi.
«Volevo trovare una persona che ti rimpiazzasse, ma ho fallito.»
«Non hai fallito, hai ancora me.»
E in quel momento caddi fra le braccia di Morfeo.

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