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«Per favore, spegni la televisione.» sussurrai depressa.
«Perché?» si divertì Isabelle.
«Lo sai perché cazzo, adesso non rompere e spegni quella televisione.»
«Qualcuno non vuole sentire notizie di Ed Ed?» mi chiese con voce sdolcinata.
«Isabelle. Basta.» la richiamò esausta mia madre.
E finalmente spense quella maledetta televisione.
«Lo difenderai, vero?» chiesi fingendo di non importarmene, ma non ricevetti alcuna risposta.
«No ma veramente? Davvero non vuoi difenderlo?» mi alzai dal tavolo sbattendo le posate sul tavolo.
«Secondo me è meglio per te se stai lontano da lui.»
«Posso stargli anche lontana ma non può stare in prigione!»
«Se davvero ha fatto quel di cui è stato accusato, sì.»
«E cosa avrebbe fatto?» domandai con paura.
«Non lo vorresti sapere, Daisy.»
«Dimmelo mamma, dimmelo.» insistetti.
«Era lui il guidatore...» non le feci nemmeno finire la frase, non ce ne era il bisogno.
Iniziai a provare troppe emozioni insieme, i pensieri e i flashback mi offuscarono la mente.
Me ne uscii dalla cucina senza aver toccato cibo e con le labbra incollate l'un l'altra.
Non riuscivo a muovermi e nemmeno le mie corde vocali erano d'aiuto: cercavo disperatamente di comporre una parola, ma dalla mia gola non usciva alcun suono.
Gli occhi si riempirono di lacrime, che non mi preoccupai nemmeno di togliere dal viso, al solo pensiero che l'organismo dentro la mia pancia non avrebbe potuto avere un padre.
Ero incinta di un bambino che non avrebbe mai potuto avere una vita normale, con due genitori che ogni giorno gli dimostravano affetto.
E in quel momento l'aborto sembrò l'unica via d'uscita lecita.

ora mi starete odiando perché sono scomparsa nel nulla.
il fatto è che sono stata in inghilterra per due settimane col college e dormivo cinque ore a notte per colpa del mio edward.
grazie per i numeri che questa storia continua a raggiungere senza che io faccia il minimo sforzo.
vi voglio tanto bene e mancavate tantissimo,
grazie per tutti i commenti.
lucrss

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