26. Gelosia

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Certe notti la strada non conta e quello che conta è sentire che vai.
Riccardo Pov.
Ora che eravamo arrivati alla semifinale praticamente stavamo tutto il giorno a lavorare e a provare, i momenti passati insieme erano meno.
"Oddio, guardate!" esclamò Fede, svegliandomi dallo stato di trance.
"Che c'è?" urlò Andreas dall'altra parte della casetta.
"Usciamo a cenaaa!" urlò Fede in risposta.
"Avete tre minuti, il tempo di una canzone." disse la voce di Maria.
Annuimmo e dopo che Fede ebbe preso i suoi vestiti tirai fuori i miei: un paio di jeans strappati neri e una maglia dello stesso colore.
"Nooo, c'è la felpa!" disse felice Andreas passandomi la felpa rosa che insieme avevamo acquistato dell'anti social social club.
"Che figata, dai mettila pure te Andre!" esclamai.
Intanto Fede era andata in bagno a vestirsi e appena uscì iniziò a truccarsi.
"Tanto sei bella lo stesso." le dissi.
Sorrise e non appena ci eravamo preparati tutti e tre, uscimmo.
Andreas era uscito per primo.
"Vieni..." dissi a Fede aprendo le braccia giù dagli scalini.
"Prendimi, Riccardo, non lasciarmi cadere!" disse prima di saltare.
"Presa." sussurrai, il suo buon profumo mi inebriò i sensi.
"Andiamo." disse prendendomi la mano, quando vide le telecamere mollò la presa e andò vicino ad Andreas.
"Sarà una serata molto difficile." disse Andre ironicamente.
"Molto molto difficile, bisogna lottare." annuii.
"Certo, contro voi due che mi ruberete il cibo!" esclamò lei ridendo.
Ci sedemmo sul furgoncino, io ero in mezzo, quando arrivammo al ristorante il proprietario, che ormai era diventato nostro amico ci salutò.
"Ciao ragazzi!" ci salutò e ci accompagnò al tavolo dell'altra volta, ordinando ad un cameriere di portarci dello champagne con delle ostriche per antipasto.
Fede si sistemò a capotavola e quando il cameriere ci portò un primo assaggio della cena, iniziò anche a provarci con lei spudoratamente.
"Ecco a lei, signorina. Le auguro una buona cena, come lei." sorrise poggiando il vassoio sul tavolo.
Lo scrutai e lo fissai negli occhi fino a che non se ne andò.
"C'era bisogno di guardarlo male?" chiese Fede scuotendo la testa.
"Scherzi?!" dissi strabuzzando gli occhi.
Andreas scoppiò a ridere e Fede fece una smorfia, prendendosi un'ostrica.
"Non può provarci." dissi.
"Ti ricordo che non stiamo insieme... per gli altri." borbottò.
"Me ne frega. Ti sta lontano almeno due chilometri, punto e stop. Anzi, chiedo al proprietario di cambiare personale..." dissi.
"Spero tu stia scherzando..." disse Andreas ridendo più forte tanto da attirare l'attenzione del cameriere.
"Avete bisogno di qualcosa? Volete già ordinare?" chiese guardando Fede.
"Uhm..." disse lei sfogliando il menù.
"Sì. Spaghetti allo scoglio per tre." ringhiai.
Il tipo scrisse tutto sul suo taccuino e se ne andò sogghignando.
"Riccardo..." alzò gli occhi al cielo tirandomi un leggero schiaffo sul braccio.
"Tanto avresti lo stesso scelto quello, ho solo anticipato una tua ovvia risposta." dissi.
Sbuffò e si prese l'ultima ostrica rimasta.
"Io magari volevo dell'altro... come le cozze." disse.
"Ma amore mio, le cozze le prendi per secondo." le risposi sorridendole innocente.
Federica Pov.
Ed eravamo solo all'inizio... per uno stupido cameriere si era già ingelosito e aveva reclamato la proprietà privata.
Che guai quando saremmo usciti!
Quando il ragazzo ci portò il primo cercai di essere il più distaccata possibile, mi avventai sul piatto per la fame.
"Stasera mangi tanto anche tu?" mi chiese Andreas con fare ironico.
"Ah ah ah... che simpaticone che sei, pensa te... tu sei peggio di me! Non sei mai pieno!" esclamai.
"Io mi muovo tutto il giorno, tu invece no." mi fece la linguaccia e mi rubò una forchettata di spaghetti.
"Müller!! Come hai osato?!" quasi strillai.
Riki rise.
"Tieni, affamata." disse imboccandomi con la sua forchetta.
Aprii la bocca e mangiai quello che mi aveva appena dato, mi leccai il labbro inferiore.
"Oh no... non farlo. Non provocarmi." disse prendendo un respiro profondo.
Ridacchiai, la cena la passammo in tranquillità e parlammo di tutto e di più. Dalle cose più stupide a quelle più importanti, come si fa con gli amici, gli amici veri.
Mi mancava la mia vita fuori da Amici, ma ero sicura che mi sarebbe altrettanto mancata la vita di adesso una volta fuori.
La produzione aveva già pagato, per cui quando uscimmo mi limitai a salutare e a dire che ci sarei tornata.
Il proprietario ci fece un grande in bocca al lupo e prima di uscire il ragazzo di prima mi fermò.
"Ciao... questo è il mio numero. Scrivimi." disse facendomi l'occhiolino.
Non era per niente brutto, aveva gli occhi verdi e la pelle leggermente scura... avrei scommesso fosse brasiliano, con dei tratti degni di nota.
Mi diede il bigliettino e me lo mise in tasca, sfiorandomi il sedere.
"Che cazzo fai?!" chiese Riccardo guardandolo male.
"È una bella ragazza, appena sarà uscita vorrei uscire con lei... se lo vorrà, qualche problema?" chiese.
"Sì, lei non si tocca." ringhiò.
"Riki... lascia perdere, andiamo." dissi piano.
Le telecamere stavano ancora riprendendo, sapevo che nessuno avrebbe pubblicato nulla... ma lui, quel ragazzo poteva dire qualcosa.
"Col cazzo. Fino a prova contraria è mia, quindi lasciala stare." disse al ragazzo di cui ancora non sapevo il nome.
"Smettila Riki... andiamocene." sussurrai supplicandolo con lo sguardo.
Sospirò e si sistemò i capelli, Andreas lo strattonò per un braccio.
Uscimmo dal locale, dopo aver chiesto scusa al proprietario per la piccola discussione e tornammo sul furgoncino.
"Ne riparliamo a casa." disse e mi appoggiai sulla sua spalla.
Entrati in casetta, Andreas andò in bagno a lavarsi e noi sfruttammo quel tempo per parlare.
"Fede... sono geloso... non pensavo di esserlo così tanto, ma lo sono!" sospirò.
"Lo so, l'avevo notato..." dissi.
"Tu non andrai con lui vero?" mi chiese.
"Qualche volta mi chiedo cosa ti passi per l'anticamera del cervello... se dovessi andarmene con qualcun altro sicuro non andrei con uno sconosciuto!" esclamai.
"Effettivamente... comunque non andrai con nessun altro." disse.
"Riki, dobbiamo abituarci. Pensa che ogni giorno sarà così... nel primo periodo sarà anche peggio e dobbiamo fidarci l'uno dell'altra." dissi.
"Io mi fido di te, non degli altri." ribatté.
"Questo basta. Dobbiamo pensare che nonostante tutti, io ho scelto te e tu hai scelto me." dissi.
"Non so se ce la farò a starti lontano." disse.
"Se non ce la faremo, allora faremo in modo di fare alcuni firma copie insieme le prossime volte." sorrisi.
"Ti amo." disse baciandomi.
"Anche io Riki." mormorai.
Andammo a dormire un po' più tranquilli, ma nel mio cuore avevo come la certezza che la nostra relazione non sarebbe andata tutta rosa e fiori.
TO BE CONTINUE
spero vi sia piaciuto anche se è abbastanza corto.
Vi auguro una buona serata e una buonanotte... rederica sempre più vicini😍
A presto
Vittoria💙

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