24. Hic et nunc

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E poi stringimi, che domani poi è un altro film.
Riccardo Pov.
Certe volte non è facile svegliarsi la mattina e affrontare una nuova giornata.
Le ragioni sono tante, dalle più comprensibili alle meno razionali... oggi però non è successo niente di così filosofico da poter essere tramandato per generazioni e generazioni: semplicemente si sta troppo bene a letto.
"Marcuzzo Riccardo, Riccardo Marcuzzo... alzati ora!" urlò Federica.
"Mhm... ancora due minuti, promesso." dissi.
"Riccardo! Devo uscire tra due minuti e vorrei vedere bello sveglio tra due secondi!" borbottò tirandomi via le coperte.
"Dai, abbi pietà del tuo povero ragazzo." brontolai.
"Inutile. Stupido di un Marcuzzo..." sbuffò, come si dice a mali estremi estremi rimedi, si sedette sopra di me.
Questo era davvero ridicolo, non pesava poi molto e il suo corpo mi riscaldava come fosse un bel lenzuolo.
"Riki!" urlò di nuovo tirandomi un braccio.
"Conta fino a cento e poi mi alzo." dissi.
"Ma col cazzo, anzi adesso io esco e non ti do neanche un bacino piccino piccino." si alzò sbuffando.
Mi alzai di scatto e le afferrai un braccio trascinandola con me a letto.
"Riccardo..." disse squadrandomi il viso con tono di voce sostenuto.
"Dimmi Fede." sussurrai a fior di labbra.
"Oggi sei un idiota, più del solito." brontolò.
"Oggi sei più rompiballe del solito, pensa te..." le risposi mordicchiandole la clavicola.
"Ahh, arriverò in ritardo e oggi proprio non mi va. La giornata è iniziata davvero molto molto male e così anche finirà." si alzò nuovamente e stavolta anche io con lei.
Infilai una maglia e la seguii verso il salotto.
"Che hai? Sembri parecchio irritata." le dissi accarezzandole la testa.
"Dicesi ciclo, settimana in cui una ragazza deve essere assecondata in tutto e per tutto." disse guardandosi intorno cercando qualcosa.
"Oh, poverina. Ti fa male la pancia? Vuoi che faccia qualcosa?" chiesi grattandomi la testa.
"Sì, mi presti la tua felpa?" mi chiese smettendo di cercare.
Andai in camera a prendergliela e gliela misi addosso, era di qualche taglia in più, ma mi piaceva.
"Allora vuol dire che non posso farti mia un'altra volta almeno per una settimana?" chiesi scherzando.
"Mhm... esattamente, vuol dire anche che farai il bravo bambino per una settimana e vuol dire anche che se mi è venuto, la provvidenza è con me... stupidi noi che non abbiamo usato i preservativi." disse dandomi una pacca sulla spalla.
Rimasi un po' interdetto, ma non lo notò, mi diede un bacio e uscì dalla casetta.
Stupidi noi che non abbiamo usato i preservativi... davvero non mi ero mai posto il problema?
Naturalmente no, avevo venticinque anni suonati e sapevo benissimo perché non mi ero mai preoccupato.
Con le altre ero sempre attento alle precauzioni da usare, ma adesso forse era giunta l'ora di formare una famiglia.
Un unico particolare di cui mi ero scordato? Fede ha solo diciotto anni e non posso pretendere più di tanto, ragione per cui dovremmo stare più attenti.
Mi ero immaginato da piccolo la mia famiglia, il mio lavoro e tutti annessi e connessi, ora che finalmente ce l'avevo quasi fatta invece mi piaceva ricordare il passato e vedere che quanto avevo sognato in parte si stava realizzando proprio ora.
Da una stupida canzone era nata la mia "carriera" artistica.
Federica Pov.
Entrai in saletta, ma non c'era nessuno.
Solo una lettera, un foglio con scritta una canzone in inglese e un altro foglio con la sua traduzione.
Cara Fede, siamo in semifinale. Il traguardo che tanto ti sembrava irraggiungibile, ora non è più così improbabile. Questa canzone l'ho scritta tempo fa per mio padre, ho pensato che avresti potuto cantarla tu in puntata. So che puoi dare tanto attraverso questo testo, come so che puoi dare tanto come persona.
Chiamami appena leggi,
Elisa.
Sorrisi nel leggere la sua lettera, presi in mano il testo e lo lessi prima in inglese e poi la sua traduzione.
Era perfetto, rappresentava esattamente ogni mia insicurezza e la paura di deludere ciò che amavo più al mondo: la mia famiglia.
Mi scese qualche lacrima, nel mio periodo buio erano stati loro a sorreggermi e a non farmi cadere definitivamente nel baratro, a tirarmi fuori e a farmi lottare come una persona dovrebbe sempre fare... perché la morte non è mai l'ultima parola, lo è solamente se si cede all'oscurità. Mia sorella che più di tutti mi è stata vicina quando non volevo che nessuno vedesse quanto fossi distrutta, mia mamma che non mi compiangeva ma mi incoraggiava, mia nonna che nei suoi piccoli gesti mi faceva sentire la sua presenza e mio padre: mio padre che attraverso la musica è riuscito a darmi la spinta che mi serviva per riprendermi in mano la mia vita.
Le lacrime uscirono da sole, quella era per mio padre.
Appena smisi di piangere, maledetti ormoni sballati, chiamai con FaceTime Elisa.
"Ciao Eli, ho appena finito di piangere..." sorrisi.
"Ciao Paper, no dai, ti piace?" disse sorridendo.
"Un sacco, è perfetta. Non potevi scegliere canzone migliore." affermai.
"Ne sono felice, poi oggi diamo una bella infarinatura. Domani che torno la pensiamo meglio. Intanto se guardi dopo con Perris, Andrea è riuscito a farci la base per Chandelier... per quanto riguarda altri pezzi nuovi, stiamo lavorando a Lean On rimaneggiata... che ne dici?" chiese.
"Bellissimo, in questo modo usciranno varie sfaccettature di me e questo mi piace un sacco!" esclamai.
"Esatto, esatto. È proprio quello a cui puntavo, perché ormai manca poco e devi andare dritta sparata." disse.
Annuii, dopo un po' ci salutammo e arrivò Perris, così iniziammo a cantare.
***
"Fedee." disse Riki emozionato appena entrai in casetta.
C'era la sua canzone Sei Mia di sotto fondo è lui aveva il suo cd in mano, capii subito cos'era appena successo e mi avvicinai per abbracciarlo.
Questo sarebbe sicuramente andato in onda e non potevo baciarlo ora, mi limitai quindi a posargli un vasto bacio all'angolo della bocca, dove nessuno se ne sarebbe accorto.
"È bellissimo, ti giuro. Poi Maria mi ha scritto una lettera." disse stringendosi a sé, stava tremando dall'emozione.
Anche Andreas era veramente felice, lui allo aveva aiutato molto nel scegliere l'ordine della canzoni e praticamente era lui la fan più accanita, avrebbe anche potuto essere il membro fondatore di un fan club.
Sfogliai il book con le sue foto e i testi, era proprio figo.
Avevamo deciso di far uscire i nostri album insieme, il diciannove maggio, non c'era un motivo in quella data, abbiamo scelto a caso e basta.
Maria ci avvisò che presto avrebbe chiamato il padre di Riccardo.
"Pronto?" disse la voce di Stefano al telefono.
"Ciao papà!" disse Riki.
"Ciao, mi avete colto un po' di sorpresa." rise.
"Papà sono qua con il mio disco in mano." esclamò sorridendo.
"È proprio una figata!" esclamò Andreas.
"Davvero?"chiese lui.
"Sì papà." rispose Riki.
Parlarono qualche minuto, poi mi alzai e gli presi le mani intrecciandole alle mie, al diavolo la messa in onda.
"Stefano sei fiero di Riccardo?" chiesi.
"Certo, ero fiero pure prima... ora ho in altra ragione in più per esserlo." rispose.
"Io vi faccio i miei più grandi auguri perché siete belli, belli e bravi." aggiunse poi.
Sorrisi a quelle parole, ovviamente nessuno fuori sapeva cosa stava succedendo tra di noi. Tutti supponevano, ma nessuno al cento per cento, se non Giulia, sapeva.
Quando chiusero la chiamata Riki venne ad accoccolarsi sulla mia spalla.
Iniziai a fargli i grattini e chiamai Andreas per sedersi un po' con noi.
"Cosa pensate di fare appena usciti?" chiesi.
"Voglio andare per un po' all'estero." rispose Andreas.
"Sì? Io vorrei iniziare a fare un altro disco, ma poi si vedrà anche da come andrà bene questo." rise.
"Tu Fede?" mi chiese Andreas.
"Bella domanda. Sicuramente voglio laurearmi, perché non ho finito ancora gli studi e perché in realtà non ho scelto la scuola che davvero volevo fare. Avrei preferito fare il linguistico o il classico, ma alla fine per l'impegno della musica ho scelto qualcosa di più soft. Poi vorrei viaggiare un po' e nel mentre ovviamente proseguire la mia, se così si può chiamare, carriera." risposi.
"Potremmo andare da qualche parte insieme." disse Riki.
"Potremmo, ma per ora dobbiamo concentrarci sulla fine di questo percorso. Subito dopo la finale, se ci arriviamo, abbiamo un sacco di incontri." esclamai.
"Già, è vero." disse con lieve malinconia.
"Mi mancherete un sacco ragazzi!" disse Andreas.
"Anche tu, grande puffo." dissi.
"Il cieeeelo è sssempre più bluuu!" cantò lui in risposta.
"Ebbravo il mio Andreas, sai cosa devi fare appena uscito di qua? E con appena intendo il momento esatto in cui riavrai il cellulare tra le mani?" chiesi.
"Uhm... no." disse ridendo.
"Io sì invece!!! Chiamerai Vitto e le chiederai di uscire per parlare del più e del meno, nel frattempo magari pensi anche a cosa dirle e a vedere se, come Fede pensa, è vero che lei ricambia... e Federica ha sempre ragione." precisai soprattutto l'ultima frase.
Lui rise e annuii.
"Agli ordini capo." disse.
Mancava davvero poco alla fine, non so come avrei fatto una volta uscita. Mi affezionavo troppo a tutto, il fatto è che ogni singolo oggetto mi ricorda un momento, bello e brutto che sia rimarrà sempre nel mio cuore.
Il segna riscaldamento, che ogni mattina guardavamo per sapere l'ora. Il nostro amato albero, Pino, che mi ricorderà sempre Cosimo. La casetta in sé che mi ricorderà i momenti segreti miei e di Riki, la voce tonante è stonata di Andreas che canta quando gli pare e piace... una miriade di ricordi che evocheranno per l'eternità delle emozioni.
Ricordare è una cosa tanto difficile, quanto bella. Eppure ricordare serve, serve per non fare gli stessi errori, per essere migliore. È quel gesto, se così si può chiamare, che spontaneamente compiamo quando siamo in difficoltà. Nei miei ricordi aleggia ancora la forte presenza di Nico, di mio nonno e quando finirà Amici, nel mio bagaglio porterò anche tutta questa bellissima esperienza.
Una strada per un ipotetico successo, ma soprattutto una via per crescere e per riconoscere sé stessi.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto, ieri ero nel mood giusto e mi sono portata avanti per farlo uscire stamattina.
La mia intenzione sarebbe quella di scrivere un sequel dopo questa storia, non so ancora come farla finire, ma ho tante tante idee che mi frullano in testa per un continuo.
Spero che l'idea vi possa piacere, buona giornata a tutti.
Vittoria💙

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