29. Col dolore che mi schiaccia

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Non sono per niente
vicino a un addio.
Non essere triste amore mio.
Federica Pov.
"Cazzo." imprecai digrignando i denti.
"Come è potuto succede?" disse Riki.
"Riki... non lo so, ma cavolo... non può succedere ancora." corrugai la fronte e gli strinsi forte la mano.
"Non posso neanche immaginare come possa stare Andre se noi siamo messi così." borbottò.
"Riki, no!" dissi.
"Fede, guardami. Guardami, amore." mi disse e lo guardai negli occhi.
"Non ce la faccio." sussurrai.
"No, Fede, Vittoria è forte. Ce la farà, capito?!" disse, credeva a quello che stava dicendo e lo si sentiva dal suo tono di voce.
Riccardo si avvicinò a me e mi abbracciò forte, le sue braccia mi trasmettevano sicurezza.
La porta scricchiolò, non era Andreas, era Elisa. Sconvolta tanto quanto noi, si sedette sulla poltrona a forma di mano.
"Dov'é Andreas?" chiese piano.
"Io... noi... non lo sappiamo." sospirai.
"Veronica me l'ha detto mezz'ora fa e ho fatto il possibile per venire qua, mi ha anche detto che era con Andreas quando l'ha saputo. Lui prova qualcosa per lei vero?" chiese.
Riki annuì.
"Eli, ho paura che possa fare qualcosa di stupido. Lui è fatto così..." mormorai.
"Lo so, ma penso abbia bisogno di stare un po' da solo per ora. Se non lo troviamo entro stasera, forse allora dobbiamo iniziare a preoccuparci.... più di quanto lo siamo ora. Spero solo non vengo squalificato per questo." disse.
"Se lo eliminano per questo, sono proprio dei coglioni." disse Riki.
"Possiamo andare a trovarla?" chiesi.
"Non lo so, sicuramente cercherò di andarci tra oggi e domani. Tu come stai Fede?" mi chiese.
Mi irrigidii e rimasi in silenzio per un attimo.
"Non bene. Starei meglio se potessi fare qualcosa e non rimanere qua con le mani in mano." dissi.
Non parlammo più, talvolta è vero che il silenzio vale più di mille parole.
Appoggiai la mia testa sul petto di Riki e lui mi circondò il corpo con le braccia, Elisa si accovacciò con le ginocchia vicine alla fronte.
Ad un certo punto mi alzai di scatto e uscii dalla casetta, stavo per soffocare e dovevo prendere un po' d'aria.
Perché? Perché Vitto? Era diventata speciale e importante da quando eravamo in casetta insieme e non volevo perdere anche lei.
Iniziai a piangere, le tempie mi pulsavano e non riuscivo più a fermare queste dannate lacrime.
"Fede..." sussurrò Elisa arrivando da dietro e accarezzandomi la schiena.
"Deve svegliarsi, Elisa deve svegliarsi perché non può andarsene. Deve ancora fare tante così, é così giovane. Deve realizzare il suo sogno!" sbottai.
Elisa si avvicinò a me e mi abbracciò, mi dimenai, ma non mi lasciò andare. Arrivò anche Riki e si unì al nostro abbraccio.
"Non ti lascio, amore mio." sussurrò al mio orecchio.
"Non dovreste essere qua a consolare me, ma dovreste cercare Andreas." mormorai.
***
Quando ormai il sole stava tramontando, dalla porta della casetta entrò Andreas. Aveva gli occhi rossi e il viso sciupato.
"Andre..." disse Riki andando verso di lui.
"Ciao." disse piatto.
"Andreas, come stai?" chiese Elisa.
"Bene, vado a farmi una doccia." disse e si chiuse in bagno.
"Eli, Veronica ha notizie?" chiese Riccardo.
"Non penso, se ne avesse avrebbe già chiamato.  Mi è appena arrivato un messaggio da Maria, solo uno di voi può venire con me stasera." mormorò.
"Andreas." rispondemmo in coro io e Riki.
"Dopo glielo dico, comunque penso sia la soluzione più adatta." disse.
Ci avevano portato da mangiare, c'è chi non riesce a ingurgitare nulla quando è in ansia e chi come me riuscirebbe a mangiarsi il mondo intero.
Avevo cenato e a mezz'ora di distanza stavo ancora sgranocchiando delle carote, dovevo per forza prendere qualcosa di sano...
"Ci vediamo dopo." disse Andreas uscendo insieme ad Elisa.
Riccardo Pov.
Ero preoccupato per Andreas, diceva di star bene, ma non era così.
"Spero con tutto il mio cuore che stia bene." mormorò Federica.
Era più che sconsolata, la potevo capire, perdere una persona importante e pensare che un'altra sia al confine tra la vita e la morte fa male. Non mi era mai capitato, solo adesso comprendevo quello che aveva passato. L'angoscia, il terrore e l'incessante timore di lasciar andare una persona cara.
"Stavolta non sei da sola, ci sono anche io. E sono più che sicuro che ce la farà. Non morirà per uno stupido incidente, non morirà oggi." le dissi.
Sostenevo a gran voce ciò che pensavo, Vittoria era una ragazza forte e sarebbe sopravvissuta anche a questo ostacolo, come saremmo andati avanti tutti noi.
Non riuscimmo ad andare a dormire fino a che, verso le undici e mezza, forse anche mezzanotte, Andreas non fece il suo ingresso.
"Ragazzi, mi si è lacerato il cuore a vederla in quello stato. Era in quel cazzo di letto bianco, con tutti i tubi addosso, l'hanno operata alla testa. Vero mi ha detto che una moto l'ha investita mente stava tornando a casa da una lezione, aveva un'emorragia celebrale e l'hanno curata. Se non passa la notte e non si sveglia entro dopodomani, i suoi staccheranno le macchine." disse.
Non realizzai subito tutto ciò che aveva detto, lo compresi solamente quando Fede si alzò dal divano e andò verso di lui, abbracciandolo forte come avevamo fatto prima con lei e come probabilmente altre persone avevano già fatto.
"Vitto ce la farà, capito Müller?!" esclamò.
Andre annuì, appoggiò il capo sopra il suo seno e pianse.
Mi avvicinai a loro e gli accarezzai la schiena.
***
Quando mi svegliai, la mattina seguente, capii subito che non ero nel mio letto. Stropicciai gli occhi, eravamo tutti in sala. Fede era appoggiata su di me e Andre era al suo fianco. Entrambi avevano ancora gli occhi chiusi, il loro respiro era regolare e ne ero felice.
Mi alzai posando sotto la testa di Fede un cuscino e andai a preparare la colazione, per affrontare questa dura giornata sarebbero servite un po' di calorie.
Trovai delle uova e del bacon e cucinai il tutto, non ero bravissimissimo come Fede, ma dopo la nostra sfida me la cavavo egregiamente.
Preparai anche la tavola e poi andai a svegliarli.
"Grazie Riki." mi disse Andreas, ancora distrutto.
Fede mi baciò dolcemente, la coccolai un pochino prima di andare a mangiare.
"Fede voglio essere preparato al peggio. Cos'hai fatto quando è morto?" chiese Andreas spezzando il silenzio che si era creato.
"Non ho molti ricordi di quella giornata, ho cantato tanto e pianto ancora di più." rispose.
"Ma non ti servirà sapere queste cose, adesso Andre ti tiri su, ti vesti e andiamo fuori da queste mura. Va bene?" disse Fede cercando di essere il più convincente possibile.
Non avevo la minima idea di cos'aveva in mente, ma sicuro sarebbe stata fantastica.
Andreas borbottò qualcosa, si alzò dal tavolo lentamente e andò in camera a cambiarsi mentre Fede stava iniziando a lavare i piatti e le posate usate.
"Cosa vuoi fare? Non possiamo uscire così dalla casetta..." dissi.
"Lo so, ieri ne ho parlato con Elisa. Oggi andiamo in centro Riki, anche perché non ho ben capito, ma già volevano portare me e te. Andreas verrà con noi." disse.
"Ah ecco, noi? Perché?" chiesi.
"Non lo so..." disse.
"Oggi è il diciannove Fede!" esclamai.
Mi guardò un attimo confusa, poi il suo viso si illuminò leggermente.
"I dischi!" dicemmo insieme.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto😉
Dai, sono stata brava ad aggiornare subito... una di voi, Chiara mi sembra, mi ha fatto notare che siamo 14º in classifica... vi ringrazio moltissimo, non avevo mai raggiunto questi livelli, grazie!!😍
Stay tuned, Vittoria💙

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