37. Scusa se ti amo

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Perdona e dimenticherai, per quanto possa far male, in fondo sai che sei ancora qui.
Federica Pov.
Un mese era passato da quel maledetto giorno, non era stato facile lasciarsi tutto alle spalle, ma la mia famiglia e i miei amici mi avevano aiutata a superare la cosa.
Era l'8 luglio, faceva un caldo assurdo ed ero arrivata ieri sera a Milano per il mio incontro oggi a Sesto San Giovanni.
Ero stata a Milano anche il 13 giugno, era stata un'emozione unica affacciarsi dal famoso balcone della Mondadori, come avevano fatto altri artisti prima di me.
Oggi con me non c'era mia sorella, ma erano venuti a trovarmi Shady e Mike, difatti stavamo pranzando insieme.
"Allora, coppietta felice come va?" chiesi spiluccando le verdure dal mio piatto.
"Alto e bassi." rispose Mike.
"Più bassi che altri... vorrai dire." puntualizzò Shady.
Mi facevano morire quei due, si completavano a vicenda e riuscivano a litigare anche per una sciocchezza.
"Tu come stai, piuttosto?" chiese Shady guardandomi.
"Meglio di quanto pensassi." risposi.
"Però è ridicolo... tu sei a Milano e lui è a Roma." commentò Mike e vidi Shady tirargli una gomitata.
"Effettivamente..." risposi.
Finimmo di pranzare, non eravamo ancora in zona Sesto, ma mi avevano portata in centro per cui dovevamo tornare dato che alle tre avrei iniziato il mio mini live.
Prendemmo la metro, tra la moltitudine di gente, poche ragazze mi riconobbero.
In poco tempo arrivammo al luogo prestabilito e andai nel cosiddetto backstage.
"Sei agitata?" mi chiese Shady.
"Sempre, ad ogni incontro. Mi mette allegria vederli e poi mi trasmettono così tanto!" esclamai cercando di ritoccarmi il trucco allo specchio.
"Non ho ancora iniziato a fare eventi... sono così felice per te, Fede!" esclamò.
Sorrisi, io ero felice ed orgogliosa di lei.
"E io per te! Il tuo disco sta vendendo bene!" dissi.
"È vero, chi se lo sarebbe mai aspettato?" sorrise.
"Di certo non io e nemmeno te. Il duo delle confuse e insicure no? Ti ricordi quando al resort nessuno poteva parlarci quando stavamo leggendo insieme lo stesso libro altrimenti li avremmo linciati?" chiesi ridendo.
"Eccome! Però se ci pensi eravamo anche le uniche due a stare più con i ragazzi che con le ragazze, insieme a Giada... e anche lei, è riuscita ad aprire i concerti all'Arena di Elisa!" disse.
"Già, l'ho sentita qualche giorno fa. Mi ha detto che è stata una figata. Mi manca Amici." sussurrai.
"Anche a me, però non rimpiango niente." affermò.
"Nemmeno io." sorrisi amaramente.
"Niente niente?" chiese.
"Niente niente, ci spero ancora Shady. Sono così stupida da sperarci ancora!" esclamai.
"No, non lo sei. Fin dal giorno in cui vi siete avvicinati ho detto a Giada e a Vitto che sareste stati una bella coppia... ne sono convinta anche ora." disse e dal suo tono della voce capii che non era perché voleva consolarmi, ma perché lo pensava davvero.
Riccardo Pov.
"Mi scusi, un biglietto per Milano Centrale." dissi alla biglietteria della stazione di Roma Termini.
"Quello che sta per partire?" mi chiese.
"Sì!" esclamai.
"Ecco a lei, sono venti euro. Si sbrighi, sta per partire!" mi ripeté.
Pagai con i contanti e afferrai il biglietto, poi iniziai a correre verso il binario.
Forse stavo facendo la cosa più pazza della mia vita, forse quella più stupida e insensata, ma sapevo fosse quella giusta.
Flashback
"Hai capito?!" mi chiese dall'altro capo del telefono un tipo della Sony.
"Sposti quel dannato incontro, io amo i miei fans e potrei vivere per loro, ma non sto più alle vostre condizioni. Ho perso la donna della mia vita e non perderò anche i miei sostenitori solo per le sue stupide clausole. Vogliono stare con me per più di due secondi? Beh mi sembra normale, mi stia bene a sentire: lei detterà le regole, ma qua i soldi li fate con me. O si fa a modo mio, o me ne vado." sbraitai.
"Cosa?! Non ha proprio capit..." ma non sentii il resto della frase perché ormai avevo riattaccato.
Mandai un messaggio a Francesco e a Riccardo per avvisargli del mio gesto e il perché, poi cominciai a correre.
***
Ok, amo la mia città, ma cavolo! Perché tutta sta gente non si leva dai piedi?
Potrei sembrare ridicolo in questo momento, ma il fatto è che mi accorgo solo ora quanto sia difficile fare lo slalom tra le persone, senza ovviamente tirarne giù qualcuna.
Il viaggio è durato tre ore precise precise e mentirei se dicessi di non essere teso come una corda di un violino... mi sarò ripetuto per tutto il tragitto almeno mille volte 'che Dio me la mandi buona' nella mia testa e non solo, tanto che il signore anziano di fianco a me mi ha chiesto cos'avessi da fare e io mi ero messo a raccontare la storia della mia vita. O meglio, il perché stessi facendo quel viaggio improvviso, tra l'altro scoprii che sua nipote era una mia fan e allora, data la sua gentilezza nell'ascoltarmi, gli feci un autografo con tanto di dedica e un bel video.
Porca miseria, possibile che la sfiga mi assista sempre e comunque? Ho sempre avuto un abbonamento alla metro e proprio ora non lo devo trovare, frugai nello zainetto che mi ero portato e trovai delle monetine con cui presi un biglietto e da Centrale presi la gialla fino a Duomo per poi prendere la rossa fino a Sesto.ii
Erano le tre e mezza, sicuramente avrà già fatto il suo mini concerto e avrà iniziato a firmare i dischi.
Per strada c'era poca gente, mentre io mi affrettavo a camminare, tirai fuori dalla tasca il cellulare.
Avevo una chiamata persa da Luca e da mia madre, richiamai Luca.
"Ciao, stai correndo?" mi rispose.
"Sì..." dissi col fiatone.
"Non ho ben capito cosa tu stia facendo... però sei a Milano vero?" mi chiese.
"Sì." risposi nuovamente.
"Okay, beh allora in bocca al lupo fratellone. Adesso tranquillizzo mamma, che sentendo da Facchinetti la tua assenza a Roma si è spaventata." rise.
Lo ringraziai e attaccai, chiamai Federica.
Federica Pov.
Ero uscita affiancata da Shady e Mike, i fans avevano cominciato ad urlare e dopo aver cantato, abbiamo iniziato le foto e le firme.
"Fede, guarda." mi disse Shady facendomi vedere lo schermo del mio cellulare, era Riccardo che chiamava.
"Perché deve farlo sempre agli incontri?!" brontolai.
"Ah boh... rispondi?" mi chiese.
"Non posso rallentare tutto, rispondi tu." dissi per poi abbracciare il bambino che mi stava venendo incontro.
La vidi allontanarsi e rispondere, poi blaterare qualcosa a Mike, qualcosa anche al presentatore ed infine venire da me col cellulare in mano.
"Vuole parlare con te." disse e alzò le spalle.
Misi il telefono all'orecchio e notai che avevano smesso di far venire le persone verso di me.
"Riccardo che vuoi? Mi blocchi pure gli incontri da lontano!" sibilai.
"Ciao Fede." disse e sentii la sua voce rimbombare, mi guardai attorno e capii che non solo io sentivo la sua voce.
"Ciao Fede." ripeté e lo scorsi in piedi su una panca con un microfono in mano.
Lo fissai negli occhi e lui proseguì.
"Credo che avrei dovuto farlo il giorno in cui ci siamo visti l'ultima volta, ma ero stupido e cretino da non capire. Più volte in questo mese mi sono chiesto perché ti avessi lasciata andare... e per cosa poi. Non trovavo una risposta, fino a quanto mi si è aperto un mondo, la risposta è sempre stata lì davanti ai miei occhi:non dovevo lasciarti andare. Negli ultimi giorni sono stato il ragazzo più insubordinato di sempre, Maria mi diceva di contare, ma questa volta non mi sarebbe servito perché se le persone non ragionano non si può pretendere di far capire a loro qualcosa. Ho sbagliato un sacco di volte con te e mille altre sbaglierò, qualche volta penso che potresti avere di meglio, ma mi rendo conto che sono egoista e voglio poterti avere solo io. Non come se fossi un oggetto, ma come la mia ragazza. Non ho mai avuto il coraggio di portare una ragazza a casa mia perché sapevo fossero solo da una botta e via... a dire il vero non ho mai portato nemmeno te, ma solamente perché non ne abbiamo avuto tempo. Non abbiamo avuto tempo per stare insieme come due ragazzi normali, come Riccardo e Federica, non abbiamo avuto tempo di vivere la nostra relazione, di far incontrare le nostre famiglie... non abbiamo avuto abbastanza tempo, ma sono qua oggi perché voglio dare un'altra possibilità a noi due. Ho preso un treno, ho corso e sono qui a sperare e a chiedere a Dio di mandarmela buona almeno stavolta, perché tu sei la mia grande occasione. Non vali nemmeno tutte le case discografiche insieme, tu sei tu e l'amore non si trova schioccando le dita. Una volta mi dicesti che la carriera è più importante, ma la verità è che senza una famiglia e senza l'affetto di determinate persone, il lavoro non vale un cazzo. Sarai arrabbiata con me e lo capisco, io stesso mi butterei sotto ad un ponte! Però ti amo, non sarà tanto, ma quello che ho da darti è questo. È il mio amore, stavolta per davvero, perché farei saltare tutto il resto per vederti felice, potrei anche pensare di farmi da parte se è quello che ti rende così. Dio, sto parlando così tanto, mi hai attaccato la tua malattia per caso? Federica, io ti amo e ti voglio con me, adesso e fino a quando sarà possibile. Ti prego, perdonami e dì qualcosa, altrimenti muoio." fece un sospiro appena finito il suo discorso.
Continuai a guardarlo, il silenzio si era impossessato di tutti quanti, tutti aspettavano una mia risposta o un mio cenno.
TO BE CONTINUE
Okay, se ho fatto bene i calcoli mancherebbero ancora due capitoli alla fine.
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, mi è piaciuto molto scriverlo e beh, quale sarà la risposta di Federica?
Se sono in vena magari riesco a scrivere subito anche il prossimo, ma si vedrà.
Stay tuned😘
Vittoria

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