38. Un nuovo inizio

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Perché gioia e dolore han lo stesso sapore con te.
Riccardo Pov.
Mi mancava il fiato, un po' per l'ansia e un po' perché avevo parlato troppo senza fermarmi.
C'era un silenzio tombale, si sentiva solo la musica di sottofondo, c'era Lo sbaglio migliore.
Bene, se mi avesse rifiutato davanti a tutta questa gente, mi sarei reso ridicolo... ma al diavolo, dovevo farle capire quanto l'amavo.
Continuava a non distogliere lo sguardo dai miei occhi e così mi stava facendo salire ancora più tensione.
"E tu vieni qui adesso? All'otto di luglio ti presenti? Ad un mio evento e lo blocchi per un tuo capriccio... bella roba." sibilò.
"Fede... io..." cercai di parlare.
"Stai zitto. Non puoi fare come ti pare Riccardo, ci sono delle persone dietro a tutto questo. Non ci sono sono io, non ci sono solo loro. Pensa che potrei smerdarti qua davanti a tutti, perché te lo meriteresti tutto." disse a denti stretti.
Non dissi nulla, non avevo il diritto di dirle nulla.
"Non hai idea di come sia stata male in questo periodo, eri troppo impegnato a pensare alla risposta forse? O a trovarti un'altra?" sibilò con rancore.
Quanto l'avevo ferita? Troppo se mi stava dicendo tutte quelle cose, non mi ero reso conto di quanto male le avevo fatto.
"Sai che c'è? Io avevo riposto la mia fiducia nelle tue mani e tu l'hai gettata via come fosse merda. La mia unica forza sono stati tutti loro, la mia famiglia... ma la persona che più volevo non c'era. Abbiamo passato così tanto bei momenti insieme e sapevo che sarebbe cambiato appena usciti, ma non pensavo così radicalmente. Pensavo che il ragazzo puro si preservasse, evidentemente sono riusciti a circuirti e mi spiace, perché mi sembra tutto una grande bugia." si alzò.
Cercai di avvicinarmi, scesi dalla panca e cercai di farmi spazio tra i ragazzini e le ragazzine, fino ad arrivare sul palco vicino a lei.
"Fede, ho sbagliato e ti ho fatto tanto male. Mi dispiace un sacco." le presi le mani, ma le ritrasse subito e posò il microfono.
"Sei un codardo, Riccardo Marcuzzo." disse.
"Sei un codardo, stolto, stupido, idiota..." iniziò a dire.
"Okay, Fede ho capito. Non sarei dovuto venire." farfugliai, posai il microfono accanto al suo e feci per andarmene.
"Però sei anche dolce, sincero quando vuoi, premuroso, al momento aggettivi positivi non mi vengono in mente. Posso solo dirti che sei un gran coglione! Il mio gran coglione." sottolineò sospirando e tenendo il muso.
Aveva detto il mio gran coglione? Quasi esultai, anche se non era un gran bel complimento.
"Io... mio Dio quanto ti amo..." mormorai.
"Giuro che se lo fai ancora ti faccio male. Ma esattamente cos'hai fatto con la Sony?" chiese.
"Ho dettato le regole." risposi.
"Mhm... beh, me lo racconti dopo." borbottò.
"Dopo?" chiesi.
"Dopo l'evento, se il principino ha intenzione di restare." fece una buffa smorfia.
"Quindi mi perdoni?" dissi.
"Sebastian dice che sono lungimirante. Inizia a fare il bravo principino, poi vedremo." sogghignò.
"Non me lo dai un bacio?" chiesi prendendola per il polso.
"Al momento ti darei un pugno... ma forse il magico principino riesce a tramutare l'odio in amore.. almeno così si dice, che tra amore e odio ci sia un sottile confine." mi fece l'occhiolino e la attirai a me, baciandola con foga.
Nulla da dire su ciò che successe dopo, tra i fans urlanti, riuscii a chiederle una cosa.
"Perché principino?" borbottai.
"Perché deve sempre andare come vuoi tu. Tranne con me." sorrise.
"Io ricordavo che fossi tu la principessa sul pisello!" esclamai.
Mi lanciò un'occhiataccia e mi tirò una manata in testa.
"Quindi Rederica è reale?" le chiesi, mentre un tizio mi stava portando uno sgabello per finire l'evento con lei.
"Continuerò a dire forse... va bene?" ridacchiò.
"Preferisco un chi tace acconsente." scherzai.
Scosse la testa e stavolta accogliemmo le persone insieme.
***
Niente da dire su ciò che successe dopo, salutammo Shady e Mike, che a quanto pare avevano le loro sporche cose da fare e andammo a casa mia.
"Come stai?" le chiesi prendendole la mano.
"Distrutta, ma bene." rispose.
"Ora mangi e vedi come ti ricarichi, mia mamma ha invitato pure mia nonna... di sicuro avranno preparato una cena stratosferica." ridacchiai.
"Oh beh, lo spero. Continuo a mangiare velocemente e mai a casa mia..." disse.
"Vita da tour." constatai.
Annuì e si appoggiò alla mia spalla.
"Sai... non è tanto lontano da dove ci ha lasciati il taxi. Però se sei così stanca..." la sollevai come fosse un sacco di patate e mi avviai verso casa.
"Riccardo, mettimi subito giù!" brotolò tirandomi dei piccoli pugni sulla schiena e sul sedere.
"Se vuoi toccarmi bastava dirlo..." sogghignai.
Borbottò qualcosa che non compresi, continuai a camminare fino a che non arrivai al citofono.
La misi giù e suonai.
"Chi è?" rispose mia sorella.
"Sono io Fra." dissi.
Aprii il portone, prendemmo l'ascensore e arrivati al piano c'era già tutta la mia famiglia in schiera...aiuto!
"Tendono ad essere molto, molto espansivi..." le sussurrai all'orecchio.
Fece spallucce e mi seguì dentro casa.
"Ciao a tutti! Fede, loro sono la mia famiglia. Mamma Raffaella, papà..." ma non mi fecero finire.
"Federica! Finalmente!" l'abbracciò mia nonna subito seguita da mia mamma.
Inizialmente sorpresa, ricambiò l'abbraccio sotto lo sguardo divertito di mio padre.
"Ma mio figlio ti fa dannare?" chiese sottovoce mia madre, ma io sentii benissimo e la guardai di sbieco.
"Scusa tesoro, ma è vero!" si giustificò lei.
Posso una mano dietro la schiena di Fede e le feci fare il tour della casa, prima di andarci a sedere tutti in soggiorno per cenare.
"Carina, hai anche il piano!" disse contenta.
La baciai, mi erano mancate così tanto le sue tenere e soffici labbra.
Quando si staccò tornammo dagli altri.
"Ciao Fede." la salutò e l'abbraccio mio fratello.
Per la cronaca, tra lui e Arianna stava succedendo qualcosa di strano... avrei dovuto parlargliene stasera.
"Ciao Luchino.... i fratelli Marcuzzo sono tutti e due confusi?" scherzò lei e ciò mi fece capire che anche lei aveva notato qualcosa di anormale.
"Piacere, Francesca." disse mia sorella.
"Federica, finalmente una donna che salva i suoi fratelli dalla stupidità!" scherzò Fede.
Francesca rise e iniziarono a parlare, beh ora che anche la componente più ardua era stata soddisfatta, mia sorella, potevo star tranquillo... o quasi.
"Riccardo." tuonò la voce di mio padre alle mie spalle.
"Uhm... si?" farfugliai.
"Falle ancora male e ti spezzo le gambe, ti diseredo e..."
"Sisi papà, ho capito." risposi alzando le mani in segno di resa.
"Sarà meglio, l'unica ragazza buona non farla andare via!" esclamò e ci sedemmo a tavola.
La cena filò liscia come l'olio e avevo ragione prima a dire che sarebbe stata una cena stratosferica... avevano cucinato per un esercito!
A fine cena ci sedemmo sul divano, Fede per far sedere mia nonna si alzò, così non perdo tempo per farla adagiare sulle mie gambe.
"Vi fermate qui stasera?" chiese mia mamma.
"Direi di sì." risposi.
"Bene, magari se facciamo dormire papà in sala e io in camera tua possiamo lasciarvi il letto matrimoniale." propose mia madre.
"Ma no! Non preoccuparti, siamo abituati a stare in letti stretti e piccoli." disse Fede.
"Sisi, infatti mamma, lascia stare." dissi.
Annuì , dopodiché mio padre portò a casa mia nonna e andammo tutti a dormire.
Si buttò sul mio letto e intanto io frugai nel mio zaino per trovare la busta. Era un po' stropicciata, ma il contenuto era importante.
"Tieni." le dissi.
"Cos'è?" chiese.
"Aprila e lo scoprirai." risi e l'aprì.
"Due biglietti andata e ritorno per la Sardegna?" disse sorpresa.
"Già, ho fatto saltare alcuni instore... tranquilla li ho posticipati, per stare qualche giorno insieme. Sono sicuro che capiranno e poi, ti riprendi il 14... quindi partendo domani se tu sei d'accordo, abbiamo sei giorni di meritato riposo." spiegai.
Mi saltò addosso e per un soffio non cademmo per terra.
"Grazie, amo la Sardegna." sorrise.
"Lo so, l'hai detto in una diretta." ridacchiai.
"Guardi le mie dirette?" chiesi.
"Non tutte, ma ho le mie talpe." le feci l'occhiolino.
"Allora devo star attenta a cosa dico!" esclamò.
"Anche no..."
L'adagiai sul letto e mi attirò a sé per baciarmi.
8 luglio, una data importante, la data che aveva segnato la nostra storia.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto, non sono psicologicamente pronta a scrivere l'ultimo capitolo... ma si sa tutte le cose belle finiscono ahaha.
Vi ricordo che comunque ci sarà un sequel, dove racconterò il continuo della loro storia.
Inutile dire che sono più felice di una Pasqua per tutte le visualizzazioni e i bei commenti che mi lasciate... strano non ci sia nemmeno una critica.
Ad ogni modo, vi auguro una buona lettura. Pronti per l'ultimo capitolo?
A presto, Vittoria💙

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