CAPITOLO 2

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Trevor parcheggiò la macchina proprio attaccato all'entrata dello Skyview Park.

Davvero saremmo entrati là dentro?

Mi chiedevo se avessero in mente di fare un pic nic notturno, a quel punto.

Scesi dalla macchina con foga, guardandomi attorno e facendomi raggiungere da Lexi, agitata.

<<Quindi? Qual'è questa sorpresa di cui parlava Trevor?>>, domandai con il sorriso sulle labbra.

Lexi non mi sembrava molto convinta, ora che la osservavo meglio. Come se avesse il timore di parlare.

Intanto, Trevor chiuse la macchina e si allontanò di qualche passo, agitato anche lui.

Addosso portava un borsone a dir poco enorme.

<<Ragazze, scusatemi ma devo andare. Mi aspettano>>, ci fece un cenno ed iniziò a correre verso l'entrata dove il buio lo inghiottì.

Mi voltai verso Lexi con un sopracciglio alzato.

<<Chi è che lo aspetta?>>, domandai ancora, sempre più confusa.

Sospirò e mi prese da un braccio, iniziando a trascinarmi verso l'interno del parco.

In lontananza, sentii una musica.

<<Cos'é, una qualche festa strana?>>, ridacchiai, ma lei continuò a non rispondermi.

<<Ricordi quello che noi chiamavamo il villino dei fantasmi?>>, domandò tutto d'un tratto continuando a trascinarmi.

<<Sì, era un vecchio monastero disabitato e logoro del 1900. Perché?>>.

Ora ero davvero curiosa.

<<Beh, è lì che si svolgono i combattimenti>>, mi rivelò facendomi fermare di colpo.

<<Sei pazza?!>>, alzai la voce e guardai il monastero ancora abbastanza lontano, <<no, non ci verrò a quegli stupidi combattimenti! Te l'avevo già detto! Perché mi ci hai portata?!>>, domandai contrariata.

Odiavo il fatto che facesse sempre di testa sua.

<<Perché avresti bisogno di vedere cose nuove e di aprire un po' gli occhi!>>, ribatté sin da subito.

Puntai i piedi a terra ed incrociai le braccia al petto, nervosa più che mai.

Sarei tornata a casa in pullman se solo ci fosse stata una fermata lì vicino; ma non era il caso di camminare da sola di notte senza nessuno che mi tenesse compagnia.

<<Ascolta, Riley... ti prometto che è solo per questa volta. Giusto perché tu ti faccia un'idea. Se poi non ti piacerà, ti giuro che non ti ci porterò mai più in tutta la mia vita>>, mi scongiurò.

Avrei voluto protestare ancora; ma non sarebbe servito a niente. Eravamo bloccate lì fino a quando Trevor non avrebbe finito di lavorare.

Annuii appena e ricominciai a camminare senza essere trascinata.

<<Okay, okay... ma hai giurato, ricordi?>>.

<<Certo, l'ho fatto>>, mi sorrise e mi prese per mano.

Attraversammo l'erba incolta mentre, man mano, la musica diventava sempre più alta.

Ora capivo per quale motivo facessero gl'incontri in questo posto. Nessuno ci veniva e nessuno poteva sentirli. Era troppo lontano dalla zona abitata. Un buon modo per nascondersi, insomma.

La porta non c'era ed entrammo guardandoci attorno con meraviglia.

C'era puzza di chiuso e sudore, a dire la verità; ma, tutto sommato, avevano allestito il tutto più che bene.

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