CAPITOLO 31

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<<Quindi, com'è andato il pranzo?>>, mi domandò la mia amica non appena fummo usciti dalla mensa. Con una scusa ben assestata mi ero fiondata da lei con la speranza che non mi seguissero. Volevo rimanere un po' tranquilla a chiacchierare con qualcuno che mi ascoltasse.

Per tutto il tempo, infatti, non avevano fatto altro che litigare e, quindi, parlare solo di sé.

<<Meglio non sbilanciarmi troppo con i commenti...>>, mi portai una mano tra i capelli con poca convinzione.

<<Cos'è successo?>>, domandò lei preoccupata, <<hanno fatto qualcosa di male?>>.

Scossi subito la testa, presa in contropiede dalla sua idea.

<<No, figurati. Solo... hanno litigato per tutto il tempo>>, sussurrai con la speranza che non fossero proprio dietro di me a sentirci parlare.

<<Beh, è normale... piaci ad entrambi: cosa ti aspettavi, che si scambiassero i minuti in cui avrebbero chiacchierato?>>, domandò ridacchiando e tirandomi una gomitata. Non aveva tutti i torti, dopotutto.

Mi fiondai al mio armadietto con le chiavi già in mano. Per la prima volta non vedevo l'ora di entrare nell'aula e rimanermene tranquilla.

<<No, assolutamente; ma...>>, sbuffai, <<sì, okay, hai ragione. Sto esagerando. Credo sia normale per entrambi>>.

<<Beh, la loro si chiama gelosia. Direi che è molto comune come sentimento>>, mi tirò un'altra gomitata e a quel punto la guardai male, massaggiandomi il punto dolente.

Acchiappai i libri per la prossima lezione e sbattei la porta con un colpo secco.

<<Dai, stavo scherzando... non lo dicevo per prenderti in giro>>, si scusò lei raggiungendo il suo armadietto con la speranza che l'avrei seguita e aspettata prima di fiondarmi a lezione.

Feci come sperava e mi appoggiai al muro accanto.

<<Lo so... sono solo stufa>>, mi passai una mano tra i capelli sciolti e alzai gli occhi al cielo guardando poi il corridoio pieno di studenti frettolosi.

<<Di che cosa?>>, domandò lei prendendo i libri e fermandosi davanti a me con un sopracciglio alzato.

<<Non lo so... Brian sembra così scontroso...>>, borbottai.

<<E Will?>>, domandò lei speranzosa.

<<William alle volte diventa freddo. Sembra che preferisca che sia io ad allontanarmi da entrambi>>, scossi la testa, <<oggi mi ha detto che preferirebbe io non venissi al loro incontro, sabato>>, specificai.

Iniziò ad incamminarsi nel corridoio tirandomi per un braccio.

<<Credo sia normale. William è protettivo>>.

<<E Brian? Brian com'è?>>, domandai cercando delle risposte che sapevo non avrei avuto.

Alzò le spalle.

<<Brian è... lui è... molto protettivo. Forse, ancora più di quanto lo sia William. Ti vuole tutta per sé. Solo per sé>>, deglutì in maniera strana.

<<Beh, non è una cosa poi così brutta...>>, risposi alzando le spalle.

<<No, infatti; solo... sono talmente diversi e al tempo stesso così uguali da farmi confondere>>, scosse la testa, sospirando.

<<Ti ricordo che sono stati migliori amici. Da una parte è normale>>, constatai subito dopo fermandomi davanti alla mia aula.

<<Devi già entrare?>>, domandò lei guardando dentro e vedendo che c'era solo una persona seduta nei primi posti.

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