CAPITOLO 7

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Dopo ciò che era successo nel corridoio tra Brian e William, io e Lexi non eravamo più riuscite ad incontrarci se non durante la pausa pranzo.

<<Dovrei stupirmi?>>, domandò Lexi prendendo un vassoio e mettendosi in fila subito prima di me.

La fila scorreva lentamente e nell'aria sentivo già l'odore del polpettone e delle verdure bollite.

<<Di che cosa?>>, domandai guardandomi attorno alla ricerca di William.

Lo notai subito, dalla parte opposta della mensa rispetto a dov'era seduto Brian assieme alla sua compagnia.

<<Del fatto che Brian sia venuto a darvi fastidio>>, mi rivelò a voce bassa, <<sai, dovrai stare attenta. Farà di tutto pur di farvi odiare a vicenda. Brian ama vedere William infelice>>, alzò le spalle e sorrise alla cuoca aspettando che le buttasse nel piatto di plastica il mangiare dall'aria aliena.

Feci una smorfia.

<<Ma io e William non stiamo assieme>> replicai sin da subito avvicinando il vassoio alla cuoca e accennando un grazie abbastanza silenzioso.

Scosse la testa.

<<Certo che no... ma si vede quanto tu gli piaccia e posso scommettere quello che vuoi che tra tre mesi massimo già starete assieme>>, mi fece l'occhiolino e fui io, questa volta, a scuotere la testa con disapprovazione.

Come al solito, esagerava.

Detto questo mi guidò fino al primo tavolo libero, lontane da tutti.

<<Ma sono io quella che non vuole stare con lui>>. Misi le cose in chiaro sin da subito, inforchettando un pezzo di polpettone. Era molliccio.

Per quanto William potesse essere dolce, gentile e immensamente bello, non era il ragazzo adatto a me. Su questo ci potevo mettere la mano sul fuoco.

<<Riley! William sarebbe la persona giusta per chiunque!>>, scosse la testa e addentò una verdura del tutto fuori dal mondo. Al contrario mio, sembrava affamata.

<<Ma non per me! Non per quello che fa fuori di qui!>>.

<<Alludi alle gare?>>. Per un attimo mi sembrò realmente dispiaciuta.

Annuii.

<<Perché lo fa?>>, sospirai e guardai ai miei lati per constatare che non ci sentisse nessuno, <<insomma, se è solamente uno sport che gli piace, ben venga. Lo pratichi in palestra. Ma perché fare questi combattimenti? Perché lottare senza alcun senso?>>, domandai senza capirne il significato.

Lexi mi si avvicinò e posò la forchetta emettendo un rumore fastidioso: <<per soldi>>.

Rimasi sbigottita.

<<E chi glieli dà?>>.

<<Il pubblico paga facendo delle scommesse su chi sarà il vincitore>>, mi spiegò brevemente, prendendomi alla sprovvista e ricominciando a mangiare.

Ridacchiai appena, nervosa.

<<Stai scherzando, vero?>>.

Scosse la testa bevendo poi un goccio d'acqua.

<<No, mi dispiace. È così>>.

<<E a cosa gli servono? Non potrebbe andare a fare, che so io, il cameriere?>>, domandai sentendomi maledettamente stupida.

<<Per mantenere sua madre. Sono rimasti solo più loro due in famiglia, capisci? E lottando prende molto di più rispetto ad un lavoro normale>>, abbassò la voce, <<me l'ha detto Trevor>>.

<<Quanto?>>, domandai, curiosa, <<quanto prende?>>.

<<La cifra non ha limiti. Potrebbe anche arrivare a millecinquecento dollari a sera, se non di più>>.

Rimasi di sasso. Erano un mucchio di soldi per una sera sola.

<<Vedi, Riley... il loro mondo è molto più complicato del nostro. Un ragazzo come William lotta ogni giorno e non solo durante i combattimenti. Per questo motivo andrebbe bene per chiunque. William è un angelo in confronto alla semplice fame di soldi e potere che ha Brian>>, gli lanciò un'occhiata e feci lo stesso anch'io, girandomi appena.

Scossi la testa e tornai a guardare la mia amica con disapprovazione.

<<Riley>>, mi sorrise e fui obbligata ad alzare lo sguardo, <<William Garder ti sta fissando>>.

[***]

Il giorno successivo, a scuola, notai di come Brian mi lanciava certe occhiate spaventose.

Lexi continuava a ripetermi di non calcolarlo o, probabilmente, avrebbe continuato a darmi fastidio fino allo sfinimento totale.

Ed io cercavo di seguire i suoi consigli; anche se, alle volte, mi veniva voglia di fulminarlo con lo sguardo. Il problema era che non potevo permettermelo.

Dopotutto, Brian era pur sempre un qualcuno d'importante e non avrebbe certo fatto caso alle mie occhiatacce ammonitrici.

Soltanto William, notavo, continuava a camminare per i corridoi rivolgendomi dei sorrisi rassicuranti. Proprio quelli di cui avevo bisogno.

Quella mattina avevo seguito i soliti corsi, ritrovandomi per una volta anche in classe con Lexi e Oliver.

Odiavo matematica; ma una volta l'amavo solamente perché potevo stare nella stessa classe con Oliver  guardandolo da lontano.

Per tutto il resto era stato noiosamente uguale ai giorni scorsi.

<<Chissà cosa ci sarà oggi in mensa...>>, bisbigliò Lexi frustrata, <<il polpettone di ieri non era poi così male, dopotutto>>.

<<Meglio del solito, vorrai dire>>, la corressi, prendendo poi una bottiglietta d'acqua e mettendola sul vassoio.

<<Comunque, dall'odore mi sa di pasta al pomodoro>>, provò lei.

<<Concordo>>.

Sorridemmo entrambe quando scoprimmo che era proprio quello.

Insieme alla pasta c'era anche l'insalata ed il pesce al forno. Lo preferivo rispetto al polpettone.

Ci andammo a sedere al nostro solito tavolo ed iniziammo a mangiare senza dire nient'altro.

Lexi, intanto, stava trafficando con il telefono.

Avevo quasi intenzione di chiederle come stesse andando con Trevor e se gli avesse già chiesto per il passaggio di sabato, quando sentii un rumore di passi alle mie spalle.

Un brivido mi pervase la schiena, scuotendomi.

Qualcuno si sedette davanti a me e, con ciò, di fianco a Lexi. Lei trasalì e, subito dopo, rimase ad occhi sgranati.

Era qui. Qui davanti a me.

SPAZIO AUTRICE

Sopra Connie, nonché Claire Holt.

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