CAPITOLO 9

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William aveva mantenuto la sua promessa, sempre che lo fosse.

Di fatti, Brian non mi si era più avvicinato e, anzi, mi evitava drasticamente. Non che ne fossi dispiaciuta; anzi, ne ero assai felice.

Il problema, sempre che lo fosse, era William: non mi aveva più rivolto la parola da quel giorno. Nemmeno un sorriso.

Tutto era tornato come prima; tranne una cosa: io.

Per quanto fosse difficile da ammettere, mi mancava. Non l'avevo mai guardato in "quel modo"; eppure, ora mi veniva naturale farlo.

Oliver era passato in secondo piano. Anzi, nemmeno esisteva più.

Era rimasto il mio vicino di casa giocatore di football e nient'altro. Tutto qui.

Per il resto vedevo solamente più gli occhi magnetici di William ed il suo sorriso. Per non parlare del suo fisico, il suo carattere, la sua voce...

Prima d'ora non mi era mai capitato di pensare a qualcuno fino a quel punto. Mai.

Se sarei andata al combattimento? Sì, ci sarei andata eccome!

Dovevo rivederlo e dovevo parlarci nuovamente assieme. Dovevo sentire la sua voce almeno ancora un'ultima volta o avrei dato di matto.

E, questa volta, niente più vestiti da bambina o timidezza. Dovevo superarmi e fargli vedere chi ero in realtà.

Su questo, Lexi aveva avuto più che ragione. Come sempre, ora che ci pensavo.

Dovevo tirare fuori gli artigli o non mi avrebbe mai notata sul serio.

Il mio cellulare squillò e capii che Lexi mi aspettava di sotto. Con Trevor, ovviamente.

Mi diedi un'ultima occhiata veloce allo specchio e sorrisi a ciò che vedevo: stivaletti col tacco, jeans stretto ed un maglioncino nero con la scollatura pronunciata.

Andai in salotto e m'infilai la giacca, aprendo la porta e scappando fuori prima che mia madre potesse iniziare a farmi il terzo grado.

Entrai nella macchina con l'aria calda al massimo e sospirai, salutando prima la mia amica e, successivamente, il suo ragazzo.

<<Non credevo venissi di nuovo>>, disse lui come se niente fosse.

Intendeva per caso dire che mi ero fatta una figuraccia talmente grande da non dover mettere più piede lì? Beh, si sbagliava di grosso!

Feci per rispondere; ma Lexi mi precedette.

<<Ah, non te l'ho detto>>, sussurrò lei sorridendo, <<Riley e William sono diventati molto... amici>>.

Lui sgranò gli occhi e mi guardò attraverso lo specchietto.

Dalla sua espressione sembrava non crederci.

<<È stato lui ad invitarla a venire di nuovo>>, aggiunse all'ultimo, tirandogli due pacche leggere sul ginocchio.

Avrei voluto protestare e dire che non eravamo poi così amici come lei diceva. Come al solito, Lexi esagerava alla grande.

Ma c'era una parte positiva in tutto ciò: Trevor era rimasto zitto per tutto il viaggio facendo parlare solamente me e Lexi.

Parcheggiò, come l'ultima volta, di fianco all'entrata dello Skyview park e scese per primo.

Lo seguii a ruota e guardai Lexi con i capelli corti leggermente mossi e i suoi soliti stivaletti col tacco dal color della terra.

Decisi di lasciare la giacca in macchina e la mia amica fece lo stesso, sorridendo allusivamente.

<<Ma guarda un po'!>>, mormorò eccitata, <<da quando in qua sei diventata così... appariscente?>>.

Mi fece l'occhiolino e ridacchiai iniziando a camminare.

<<Da quando una mia cara amica mi ha consigliato di mettermi in mostra, se voglio farmi notare>>.

Seguimmo la stradina e cercammo di tener d'occhio Trevor, ormai lontano.

<<Ben fatto>>, sorrise, <<e lascia perdere Trevor. È solo uno stupido, alle volte>>.

Decisi di non rispondere e scossi la testa, prendendo fiato.

C'eravamo davvero.

<<Pronta a entrare?>>, domandò lei, neanche fossimo andate chissà dove.

Dovevo solo apparire sicura di me e nessuno mi avrebbe dato fastidio.

Entrammo e, già dal principio, qualcuno mi guardò.

Arrossii, ma cercai di non farci troppo caso. Insomma, non era del tutto piacevole.

<<Tutto okay?>>, domandò lei aprendosi un varco in mezzo alla folla ed iniziando a spintonare a destra e a sinistra, <<sai, mi sa tanto che Trevor si sia offeso. Credevo venisse ad accompagnarci fin sotto al palco!>>.

Ridacchiai e iniziai a spingere anch'io, tenendo ben stretta la borsa a tracolla.

<<Diciamo che potrebbe andar meglio>>, mi guardai attorno, <<mi fissano come se fossi un alieno>>.

Proprio in quel momento qualcuno mi prese da una spalla e mi voltai di scatto, pronta ad urlare.

<<William! Diamine, mi hai spaventata!>>, soffocai un lamento e vidi Lexi sorridere come un'ebete.

<<Scusami...>>, si passò una mano tra i capelli, <<ti stavo cercando. Volevo vedere se eri venuta>>.

<<Oh, mi stavi... ?>>, tentai di finire la frase; ma pensai di rendermi ridicola. Così, rimasi in silenzio ed arrossii.

<<Beh, io raggiungo Trevor. Qualcosa mi dice che dobbiamo fare due chiacchiere io e il grande cameramen>>, insinuò Lexi, di colpo nervosa.

Annuii e risi appena.

<<Va bene. Ci vediamo dopo>>.

Salutò William con un sorriso veloce e scappò via.

<<Cos'è successo?>>, domandò lui ridendo.

<<Oh, nulla...>>, mi guardai indietro per vedere se fosse già arrivata a destinazione, <<classiche discussioni di coppia>>, alzai le spalle facendo finta di non saperne nemmeno io; quando, invece, la colpa era mia.

<<Beh, sia quel che sia, sono contento che tu sia venuta>>, mi sorrise e non feci a meno di pensare quanto mi fosse mancato.

<<Certo. Una promessa è una promessa, no?>>.

Annuì e guardò in direzione del palco.

<<Vieni, ti accompagno là sotto>>. Mi fece segno di seguirlo e, senza che me ne accorgessi, mi prese per mano.

Le mie gambe divennero molli e dovetti lottare con tutto il mio essere pur di continuare a seguirlo senza inciampare.

Ora, notavo che la gente iniziava a guardarmi senza capire. Insomma, non era da tutte tenere per mano William Garder.

Qualcuno, come con Trevor, tentava di fermarlo per fargli i complimenti o annunciargli quanto avevano scommesso sulla sua vittoria.

Lui, però, tirava dritto come un treno senza mai lasciarmi andare.

Ci fermammo proprio davanti a Lexi e Trevor quando, quest'ultimo, ci guardò stranito.

<<Allora è vero...>>, bofonchiò lui.

William alzò un sopracciglio; mentre Lexi gli tirò una gomitata nelle costole come a intimargli di stare zitto.

Guardai le nostre mani intrecciate e notai quanto per lui fosse normale. Continuava a chiacchierare con gli altri sfidanti e i vari spettatori come se nulla fosse.

Sorrisi e mi pietrificai non appena vidi Brian puntarci in lontananza.

Gli strinsi la mano, spaventata, e William si voltò.

Fu a quel punto che, ghignando, ci venne incontro.

CONTENDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora