CAPITOLO 29

2.1K 104 6
                                    

<<Riley, aspetta!>>, urlò una voce maschile facendomi voltare di scatto.

Riconobbi sin da subito i capelli biondi di Oliver e quasi pensai di scappare a gambe levate prima che potesse dirmi chissà che cosa. Di oggi mi ero già fatta abbastanza figuracce.

<<Oliver?>>, domandai.

Quante volte avevo detto il suo nome? Forse una, massimo due volte. Giusto per chiedergli la penna o la gomma. Tutti metodi per parlarci assieme, naturalmente. Cose che, alla fin fine, non erano servite a nulla.

<<Tutto bene?>>, mi domandò come se nulla fosse. Come se parlassimo assieme da una vita.

Annuii con poca convinzione.

Perché, proprio oggi che sapeva, doveva parlarmi?

<<Se così si può dire... sì, sto abbastanza bene>>, mi fermai nel bel mezzo del marciapiede con lui sempre al mio fianco, <<come mai sei qui?>>.

Alzò le spalle massaggiandosi la nuca e scomponendo così i suoi capelli color miele.

<<Beh, per oggi>>.

<<Oggi... già. Beh, non ho niente da dichiarare>>, alzai le spalle.

Ricominciai a camminare; ma Oliver mi sorpassò, fermandosi davanti a me e costringendomi a rimanere lì dov'ero.

Sospirai alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia al petto.

<<Da quanto tempo?>>, domandò lui facendo finta di nulla.

<<Da quando sei diventato il mio vicino di casa>>, gli dissi la verità.

<<Ah, da...>>, cercò di finire; ma lo feci per lui. Non volevo che la conversazione andasse avanti. Era imbarazzante e, in ogni caso, quella era stata una giornata dura. Volevo solo tornarmene a casa, riempirmi di schifezze e buttarmi sul divano a guardarmi qualche programma stupido prima di mettermi a fare i compiti per il giorno dopo.

<<Parecchio tempo, sì>>, scossi la testa, esausta.

<<Beh, mi dispiace>>, mormorò lui, sorprendendomi. Decisi di rimanere lì dov'ero per capire il perché delle sue scuse.

<<Come, scusa?>>, domandai alzando un sopracciglio, <<per quale motivo ti dovrebbe dispiacere?>>.

<<Beh, primo perché lo sono venuto a sapere da Connie, poi per quello che è successo>>, alzò le spalle, <<e anche perché in tutto questo tempo non me ne sono mai accorto>>.

<<Beh, grazie; ma c'è anche da dire che non sono stata la maga delle avance. Non mi avresti notata neanche se mi fossi messa una giacca ad alta visibilità>>, ridacchiai. Ormai, tanto, non m'importava più nulla di lui.

<<Beh, sono sempre preso dagli allenamenti>>, si scusò lui passandosi un'altra volta la mano nei capelli. Sembrava nervoso.

<<E dalle cherleadeer>>, aggiunsi.

<<Anche, sì. Lo devo ammettere>>, sorrise, <<comunque, non pensare che ciò che ti dica o faccia Connie me ne importi qualcosa. Alle volte ci passo il tempo assieme solo per non sentirla frignare; ma è una lagna vera e propria...>>, scosse la testa alzando gli occhi al cielo.

<<Beh, tanto ormai lo sa tutta la scuola>>, gli rivelai in maniera imbarazzata.

<<Non m'importa. Insomma, in fondo è una cosa bella. Ti piacevo, quindi... dovrei solo esserne onorato>>, alzò le spalle, <<e, poi, non credo che la gente osi dirti qualcosa ora che giri con quei due>>.

CONTENDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora