CAPITOLO 17

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<<Oh, credevo non finissi più di correre>>, mormorò lui passandosi una mano tra i capelli scuri e porgendomi una bottiglietta d'acqua.

La presi velocemente guardandoci dentro e constatando che fosse intatta.

<<Non è che è avvelenata?>>, domandai cautamente prendendolo in giro e scherzando sulla nostra situazione di odio reciproco.

Scosse la testa cominciando a ridere di gusto.

<<Non credo che sarei capace di fare una cosa simile e, comunque sia, è chiusa ermeticamente. Prova>>, alzò una mano come ad invogliarmi a fare quanto richiesto.

Misi una mano sul tappo cercando di aprirla, invano. Perché dovevo sempre avere dei seri problemi nell'apertura delle bottiglie?

<<Ti do una mano?>>, domandò poi.

<<Ce la faccio anche da sola, grazie>>, risposi freddamente, sentendomi poi male per il semplice fatto che l'avesse comprata solamente per me.

Ci riprovai, sforzandomi, sentendo il rossore della fatica pervadermi le gote.

<<Dammi o ti romperai le dita>>, sghignazzò infastidito, sfilandomela dalle mani e aprendomela con un gesto veloce.

L'acchiappai ringraziandolo a voce bassa per il troppo orgoglio e ne bevvi un sorso, contenta di sentire qualcosa di fresco scorrermi giù per la gola.

<<Allora, ti piace correre?>>, domandò poi non appena l'ebbi richiusa.

Scossi la testa in maniera decisa.

<<Stai scherzando? Odio correre>>, sbuffai guardando la pista ancora piena dei miei compagni.

<<Già, a chi lo dici...>>, sorrise appena, guardando poi dritto davanti a sé, <<io sono obbligato. Prima degli allenamenti non mi fanno fare nient'altro di diverso>>, mi spiegò rendendomi partecipe di un qualcosa di suo.

Mi chiesi per quale motivo in compagnia di William diventasse odioso; mentre, con me, fosse così carino e gentile. Sicuramente, c'era qualcosa sotto. Qualcosa che era alla base di tutto il loro odio.

Dopo questo pensiero fin troppo gentile cercai di rimembrare le parole di Sandie: Brian prendeva tutto come un gioco o una gara ed io, in quel momento, ero proprio quello.

<<Non ti siedi qui?>>, mi domandò battendo la mano sul muretto nel posto libero di fianco a sé, <<non ti mangio mica, tranquilla>>, mi sorrise e, in quel momento, non feci a meno di pensare a quanto fosse accattivante in confronto a quello dolce di William.

Non gli risposi e feci quanto richiesto, issandomi sul muretto con un salto paurosamente poco ginnico. A questo, Brian sghignazzò e, in tutta risposta, gli tirai uno schiaffo sul braccio coperto dalla felpa.

<<A quest'ora non hai lezione?>>, domandai tutto d'un tratto ricordandomi dell'orario scolastico solo in quel momento.

Sospirò guardandosi attorno e portando le mani indietro.

<<In teoria, sì>>, mormorò con fare distratto.

<<E in pratica?>>, domandai poi, curiosa del perché fosse uscito.

<<In pratica ho detto alla professoressa di dover andare in bagno>>, mi spiegò, <<questo perché ti ho vista correre attraverso la finestra e non ho potuto fare a meno di venire fin qui>>.

Arrossii di colpo cercando di non farmi vedere.

<<Per potermi beare delle tue prese in giro?>>, optai cercando di pensare ad altro.

<<No, per farti i complimenti>>, sorrise e alzai un sopracciglio, ridacchiando.

<<Sicuramente non per le mie schifosissime prestazioni fisiche>>.

<<No, sicuramente non per quelle; ma credo che tutti fossero più concentrati sul tuo fondoschiena più che alla noiosissima lezione di biologia>>, mi fece notare facendomi nuovamente arrossire.

D'istinto, mi portai più su la zip della felpa. Come se questo mi aiutasse a nascondermi da lui e dai suoi commenti.

<<Mi prendi in giro?>>, domandai seria in volto.

<<E perché dovrei?>>, domandò senza capire, serio anche lui.

<<Perché, se non ricordo male, io ero quella invisibile e che non si sapeva vestire>>, gli ricordai, rimembrandogli le sue stesse parole.

<<Beh, ti ho anche detto che i tuoi vecchi look ti nascondevano. Questo sicuramente non lo fa>>, mi fece notare facendomi l'occhiolino.

Deglutii senza saper cos'altro dire. Ringraziarlo? Probabilmente no, non era il caso.

<<Ho visto che passi molto tempo con William ed il suo gruppo>>, mormorò poi, di nuovo serio

Annuii.

<<Sì, sono tutti molto simpatici>>.

<<Vi frequentate?>>, provò a chiedermi; ma, di per sé, non riuscivo a darmi neanch'io una risposta a questa domanda, <<oh, ho capito! William sta facendo il suo solito gioco>>, bisbigliò ridacchiando.

<<Gioco? Di quale gioco stai parlando?>>, domandai senza capire, di colpo curiosa.

Guardai la pista, speranzosa del fatto che ci fosse ancora un po' di tempo.

<<Oh, non lo sapevi? Credevo che di voci ne girassero sul suo conto>>, mi fece notare, <<sai, a William piace far credere alle ragazze di provare qualcosa per poi mollarle sul più bello>>.

Rimasi stizzita e ammutolita.

<<Gli piace solamente divertirsi; ma credo che tu l'abbia notato. Non sei come le altre>>, aggiunse poi.

In quel momento, una parte di me m'implorava di credergli; mentre l'altra mi sussurrava di non ascoltarlo proprio. Ero indecisa.

Eppure, dopotutto, avevo anche conosciuto sua madre, la sua casa, la sua vita passata. Cose che, secondo Stephanie, nessun altro sapeva se non i suoi amici più stretti. E, ricordandomi bene ogni sua parola, nessuna ragazza era mai entrata a casa loro; ma sapevo anch'io che tutto ciò poteva anche non significare nulla.

<<Smettila, Brian. Non credo nemmeno ad una parola di ciò che mi hai detto>>, scossi la testa, facendo sbattere i capelli da una parte all'altra delle spalle. Dovevo difendere me stessa e non sembrare per nulla scossa o Brian ne avrebbe approfittato sin da subito, conoscendo il tipo.

Alzò le mani verso l'alto come se nulla fosse.

<<Oh, beh, non sei tenuta a credermi, sai?>>, mi rincuorò con voce tranquilla, <<te l'ho detto solamente per metterti in guardia>>.

<<E perché mai dovresti?>>, domandai poi con un sopracciglio alzato.

<<Perché sei una brava ragazza in confronto alle altre e non ti meriteresti un trattamento del genere. Né da lui né da nessun altro>>, mi guardò negli occhi facendomi perdere in quei suoi due uragani, <<perciò, se qualcuno ti farà soffrire lo ammazzerò. William compreso>>, mi promise con sguardo serio.

Rimasi in silenzio, arrossendo.

<<Prometti che me lo dirai?>>, domandò poi.

<<Che cosa?>>.

<<Qualsiasi cosa. Per qualsiasi cosa, sappi che ti proteggerò, chiaro?>>, domandò ancora, più deciso di prima.

Annuii rimanendo incantata di fronte a quella frase così simile a quella che mi aveva detto William un po' di tempo fa.

In quel momento pensai a quanto entrambi fossero immensamente dolci o a quanto, ognuno nel proprio piccolo, mi stessero solamente prendendo in giro.

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