CAPITOLO 28

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<<Mi dispiace molto per quello che è successo>>, mi fermò Brian nel momento in cui misi piede fuori da scuola.

Lexi si fermò di scatto, stringendomi un braccio e mollandomelo subito dopo aver visto che era solamente lui.

<<Brian... io...>>, mormorai senza saper bene che cosa dire. Dopo quello che era successo mi ero solamente sentita disprezzata, cosa che non mi sarei mai aspettata di ricevere da gente che nemmeno conoscevo. Eppure, il semplice fatto di sedermi vicino a William mi aveva portato a questo.

<<No, non dire nulla. Ti chiedo scusa e anche a te, Lexi>>, si scusò con entrambe a testa bassa e con sguardo preoccupato.

<<Non devi farlo. Non è stata colpa tua>>, scossi la testa, sapendo bene che in realtà non c'entrava nulla.

<<Rian è uno stronzo>>, borbottò subito dopo cercando d'impietosirci, <<ma è mio amico da molto tempo. Fa così solamente perché non può vedere William>>, ci spiegò.

<<Questo non spiega il suo comportamento>>, ribatté Lexi in tono stizzito con i pungi sui fianchi. Sembrava arrabbiata sul serio, al contrario mio.

<<No, infatti, e non lo giustifico nemmeno. Gli ho già detto di lasciarvi fuori da tutta questa storia. Voi due non c'entrate niente>>, borbottò ancora, guardandosi attorno e sgranando gli occhi, emettendo poi un sospiro amaro, <<oh, ci mancava lui...>>.

Lexi ed io ci voltammo di colpo e, in men che non si dica, la mia amica sbuffò.

<<Perfetto. Io vado>>, disse solo, scoccandomi un'occhiata ed incamminandosi verso la fermata del bus. Sapevo che non sopportava più tutta questa situazione e nemmeno io, a dirla tutta. Eppure, non potevo lasciarli litigare per me. Io non ero come Grace.

La lasciai andare senza ribattere, sentendomi un peso nel petto per la mancanza. Non era da lei lasciarmi sola senza un motivo valido. Questo significava che era proprio su di giri.

<<Brian...>>, lo chiamai a denti stretti, pregandolo con lo sguardo di non dire nulla di brutto in sua presenza.

William ci raggiunse e subito abbassai lo sguardo, affranta da ciò che presto sarebbe successo.

<<Non hai perso tempo, vedo>>, borbottò Brian con un ghigno sul volto.

Mi frapposi tra i due rimanendo immobile. In caso d'impatto mi sarei schierata nel mezzo: neutrale come la Svizzera. Proprio come un tempo.

<<A far che cosa, scusa?>>, domandò William con un sopracciglio alzato.

<<A correrle dietro per consolarla non appena è scappata via>>, gli ricordò lui con le braccia incrociate al petto.

Io non ci vedevo nulla di male in tutto ciò. Insomma, era stato carino a inseguirmi, al contrario di Brian che era rimasto immobile al suo tavolo senza dirmi nulla.

<<Tu l'hai fatta scappare via! Tu è il tuo amico>>, gli fece notare.

Effettivamente, William non c'entrava proprio nulla.

<<Potevi rincorrerla tu e chiederle scusa; ma non l'hai fatto>>, aggiunse all'ultimo puntando con una mano l'edificio dietro di noi ancora pieno di studenti.

<<Non l'ho fatto perché ero troppo occupato a fare il cazziatone a Rian, tanto perché tu lo sappia. Io non sono pacifista come te. Io le cose le aggiusto>>, ringhiò.

<<Tu le distruggi e lo sai!>>, alzò il tono della voce e subito sussultai alla vista di diversi visi girati verso la nostra direzione. Mi sentivo osservata da gente che nemmeno conoscevo.

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