CAPITOLO 20

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<<Che cos'aveva la tua amica?>>, mi domandò non appena iniziammo a passeggiare.

<<Chi? Lexi?>>, domandai guardandola da lontano in mezzo alla mischia. Nonostante fosse accanto a Trevor, sembravano due semplici conoscenti. Odioso da parte sua.

Annuì.

<<Beh, Trevor non la calcola molto. La lascia sempre da sola e si fa sempre gli affari suoi>>, gli feci notare puntandolo con la birra ancora a metà. Faceva schifo, <<è in mezzo alle ragazze che chiacchiera come se nulla fosse e, guardalo, nemmeno le sta vicino>>.

Scosse la testa.

<<Beh, Trevor è fatto così. Lui è un tipo un po' diverso dagli altri. Nel senso che vuole apparire e essere visto. Forse, perché non gli basta essere il cameramen della situazione>>, mi spiegò, <<ma non credo che la ami sul serio. Magari sta con lei solamente per non sentirsi solo e per far vedere agli altri che anche lui ha una ragazza>>.

Alzai le spalle e rabbrividii.

<<Spero non sia così perché non se lo meriterebbe. Insomma, Lexi è una brava ragazza e non credo che le farebbe piacere sapere di essere la bambola di compagnia di quello lì>>, spiegai a voce bassa, preoccupata da quel discorso, <<vorrà dire che stasera gliene parlerò>>.

<<Dovrebbe lasciarlo e basta. Trevor è sempre stato un idiota. Vuole essere al centro dell'attenzione perché a lui non va bene non essere notato. E, oltretutto, fa finta di essere un grande amico di William solamente per farsi vedere in sua compagnia. E William è bravo. Per questo motivo lo lascia fare senza dirgli nulla>>.

<<E con te? Perché non lo fa?>>, domandai senza capire.

<<Perché sa già che lo manderei al Diavolo, come già ho fatto una volta. Di me ha paura. Di me hanno paura tutti>>, mi spiegò sospirando.

<<Io no>>.

<<Cosa?>>, domandò voltandosi piano verso di me e guardandomi dritta negli occhi.

<<Io non ho paura di te come non ho paura di William>>.

Rise appena, sorridendomi.

<<Di William hanno paura solamente quando si arrabbia. Quelle poche volte in cui lo fa>>, alzò le spalle, deridendolo e, per un attimo, pensai di difenderlo.

<<Non c'è nulla di male in questo!>>.

<<Lo so. Non c'è nulla di male, infatti>>, sorrise, <<sono io quello che fa paura anche mentre cammina per i corridoi>>.

Mi fermai un attimo, pensierosa e triste per quello che mi stava dicendo.

<<Perché? Perché la gente ha paura di te?>>.

<<Perché William mi ha sempre fatto passare per la persona cattiva facendosi vedere come quello buono e gentile>>.

<<Ma lui è gentile. E anche buono>>.

<<Ma non prima. Prima non lo era affatto e, probabilmente, non lo è nemmeno ora>>, sghignazzò con fare arrabbiato, <<solo che farebbe di tutto pur di passare per l'angelo della situazione, capisci?>>.

Scossi la testa, frustrata.

<<Non lo so... non vi capisco. Davvero, non capisco nessuno dei due>>, bisbigliai amareggiata.

Brian si voltò di scatto, prendendomi le guance tra le mani e avvicinandosi lentamente al mio viso. Menomale, eravamo lontani da tutti in quel momento.

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