Il titolo di questo romanzo è un po’ ingannevole: sulle prime, ho pensato di imbattermi in un’esploratore diretto verso l’Alaska! Ma sin dalle prime battute si comprende che la storia è tutta un’altra storia!!
Tuttavia, l’idea dell’esploratore non è del tutto errata: il giovane protagonista, Miles Halter, un ragazzo di sedici anni con pochi amici ed una grande passione legata alle ultime citazioni dei personaggi famosi prima della morte, a modo suo è un piccolo esploratore: fatta sua la citazione "Me ne vado in cerca di un grande forse", (attribuita a François Rabelais), il ragazzo decide di lasciare la Florida per studiare in Alabama, alla Culver Creek, dove anche suo padre, zii e cugini hanno studiato.
Cosa cerchi Miles, quale sia “Il grande forse”, non è chiaro … forse cerca delle risposte esistenziali, o più semplicemente se stesso. Fatto sta alla Culver Creek troverà qualcosa che gli è mancato fino ad allora: degli amici veri. Il campus è diviso in gruppi, per estrazione socio-economica, e lui si ritrova sin da subito in quello dei più deboli. Del suo gruppetto fanno parte il compagno di stanza Chip, Takumi, Lara, Sara, ma soprattutto la bella Alaska. Lei è una ragazza che si nota, sopra le righe, che fuma, beve, ha una stanza tutta per sè ed appare spavalda e sicura di sé. Inutile dire che per Miles lei è ”la ragazza più sexy della storia dell'umanità”. Conoscendola meglio, Miles scoprirà anche le sue stravaganze e le sue debolezze, come per esempio che il nome Alaska se l’è scelto lei, a sette anni o che si colpevolizza per la morte della madre… Miles se ne innamora ma la causa sembra persa, perché Alaska è irraggiungibile: troppo bella, troppo esperta, e per giunta fidanzata con un tale Jake.
Ma un giorno qualcosa cambia: per gioco i due giovani si baciano, in stanza, alla presenza di Chip, e qualcosa sembra cambiare… lei seppur ubriaca, assonnata, sconvolta, mostra di aver gradito e lascia in Miles un barlume di possibilità futura, prima di abbandonare il campus. Sembrerebbe l’inizio di qualcosa, invece è l’inizio della fine, perché l’indomani mattina nel campus si diffonde la notizia che Alaska Young è morta in un’incidente d’auto la sera prima. Miles, come tutti gli altri amici, è sconvolto, inizialmente pensa ad uno scherzo macabro della ragazza, ma ancor più si sente colpevole, perché non le ha impedito di allontanarsi in auto ubriaca.
Come può un ragazzo di sedici anni metabolizzare una così prematura scomparsa? Come potrà fare a meno di lei? Dare un senso alla tragedia?
Al dolore si aggiungono dei sospetti, e la voglia di sapere come sono andate veramente le cose: pare infatti che non si sia trattato di un’incidente ma di un suicidio, per via di alcune testimonianze e scoperte fatte con Chip… i ragazzi riusciranno a scoprire la verità sulla fine della loro giovane amica?
Comunque vada, Miles alla fine elabora il lutto a modo suo, con una citazione: “Non so dove sia quel laggiù, ma io credo che da qualche parte esista e spero che sia bello.” (Thomas Edison)
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I libri più belli, letti nel 2016/20
Random"Ci sono alcune cose che sono infinite, tra cui: l'Universo, i vestiti sopra la sedia e la lista dei libri che voglio leggere." Questa storia tratta dei i libri più belli letti dal 2016 in poi e per questo motivo sarà in continuo aggiornamento. Le r...