Con Città di Carta, in inglese Paper Towns, John Green vuole raccontare – nel senso più ampio e più attento possibile – l’adolescenza, la crescita, il primo amore. E la tendenza – nemmeno così rara, tra l’altro – di idealizzare le persone.
In Città di Carta tornano gli argomenti classici della narrativa per ragazzi: l’amicizia, l’amore, bulli contro nerd, eccetera. Ma c’è anche altro: c’è una riflessione profonda dell’autore su un problema piuttosto diffuso tra i più, e anche i meno, giovani: l’incapacità di non lasciarsi coinvolgere dai pregiudizi, siano essi positivi (“è la persona più incredibile che abbia mai conosciuto!”), siano essi negativi (“è una popolare, che ti aspetti da lei?”).
Città di carta di John Green è la storia di Quentin Jacobsen e di Margo Roth Spiegelman, due adolescenti alle soglie della vita adulta.
Quentin è da sempre innamorato di Margo, sin da quando erano entrambi bambini, ma poi il tempo il loro legame speciale si è affievolito, sino al giorno della vigilia del diploma, nel quale Margo si presenta alla finestra di Quentin e lo trascina in una notte di fatta di avventure.
La mattina dopo, Margo scompare in modo misterioso, ma nessuno se ne preoccupa: Margo è sempre stata uno spirito libero avvezza alla fuga, ma per Quentin questa volta c’è qualcosa di diverso, che gli fa immaginare il peggio? E poi, perché la notte prima ha parlato di persone e città di carta?
Ha così inizio la ricerca di Quentin e dei suoi amici Ben, Radar e Lacey, non solo una ricerca di Margo, ma anche una ricerca su loro stessi, un viaggio alla scoperta di cosa nella vita è vero e cosa invece è “di carta”, che cosa è reale e che cosa invece è solo percezione, maschera.
L’autore ci dice che ognuno indossa delle maschere: in base alle situazioni, si sceglie una maschera diversa che a sua volta viene interpretata dagli altri in modo diverso, per cui una persona è convinta di conoscere le altre, quando in realtà non conosce nessuno e forse nemmeno se stessa.
Di queste maschere è difficile liberarsi, perché ti seguono ovunque vai: così accade a Margo e l’indagine che Quentin fa per ritrovarla lo porta a comprendere quanto lui nella sua testa la abbia idealizzata; Quentin la ha sempre vista come una ragazza intraprendente e coraggiosa, quando in realtà Margo è paurosa e alla ricerca delle attenzioni dei genitori.
Un libro dunque che parla di apparenza e realtà, ma anche che racconta di tutti i turbamenti e le ansie che interessano un periodo della vita particolarissimo, in cui il futuro è incerto e pare che venga chiesto di crescere all’improvviso.
Una lettura forse non originalissima, ma che lo stile semplice e diretto dell’autore, nonché i personaggi ben costruiti, rendono senza dubbio piacevole.
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I libri più belli, letti nel 2016/20
Random"Ci sono alcune cose che sono infinite, tra cui: l'Universo, i vestiti sopra la sedia e la lista dei libri che voglio leggere." Questa storia tratta dei i libri più belli letti dal 2016 in poi e per questo motivo sarà in continuo aggiornamento. Le r...