eppure cadiamo felici, enrico galiano

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Con questo romanzo non basta dire: “Gran bel libro”, ci vorrebbe una parola, forse meglio un aggettivo, che dica: “Le ultime pagine le ho dovute rileggere perché avevo un lacrimone enorme per occhio che mi ha appannato la vista”. Eh, no, “commovente” non mi piace, vorrei una parola che si usi solo per le ultime pagine di un libro, che ci metta dentro l’attesa, la speranza, la tristezza e tutte le altre sensazioni che si accavallano proprio in quel momento lì.

La seconda fregatura è che dopo quel momento, dopo che il libro lo hai chiuso, rigirato ancora un po’ tra le mani, posato in libreria (dopo avergli rimesso la sovracopertina), in realtà il libro è ancora lì, nella tua testa, che ti dice di smetterla di avere paura, di trovare colpe negli altri, di indossare maschere, di far finta di niente. 

Non mi sarei mai immaginata dei personaggi così intensi e una storia così forte.

Ho davvero adorato il modo in cui Galiano si è preso cura della sua protagonista, Gioia Spada. A ogni capitolo si aggiunge un tassello di lei, sia sulla sua personalità o su come preferisca mangiare la pizza, e ogni tanto mi è sembrato che l’autore stesse lì, al mio fianco, a dirmi: “Trattamela bene Gioia, per favore”. Non per paura che il suo personaggio non fosse capito, o non arrivasse al cuore del lettore, ma perché Gioia Spada si dona nella sua essenza, nella sua verità, senza traduzione, come direbbe lei. E sfido chiunque di noi a compiere un’impresa simile.

Se non avete letto questo romanzo, rimediate al più presto. Perché Gioia è una di quelle per cui ne vale la pena. Perché la sua storia è scritta come ve l’avrebbe raccontata lei. Perché non è sulla descrizione del bacio, ma su quello che viene dopo che sarebbe meglio scrivere pagine e pagine.

Perché la verità è che Gioia mi è mancata subito, non sapere più niente di lei è difficile da digerire, anche se so già che probabilmente non ci poteva essere un finale diverso da quello pensato e scritto dall’autore.

Succede con i personaggi autentici come lei, e chi non capisce questa cosa dovrebbe essere un po’ insultato con una parola che più o meno significhi: “Guarda che se non ti metti un bel libro in mano sei tu che ti perdi un sacco di roba e smettila di guardarmi come se fossi pazza!”. E, per chi ancora non lo avesse capito, il libro di Galiano è BELLO. Quindi, alla fine, una parola per riassumere questo delirio di recensione potrebbe pure esserci.

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