13, jay asher

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13 è la storia di come degli scherzi "innocenti" o come delle parole dette o non dette possono portare un'adolescente (Hannah) a decidere che non vale la pena vivere.
L'intento dell'autore è senza dubbio da elogiare perché è un argomento di cui si parla poco ed inoltre è pensato proprio per un pubblico prettamente adolescenziale.
Ho apprezzato il libro sia per l'argomento e sia per come è stata raccontata la storia ma mi aspettavo delle motivazioni che hanno portato al suicidio meno superficiali (è anche vero che ogni persona può essere più fragile di altre ma io resto dalla mia convinzione: ci doveva essere qualcosa di più).
Hannah è una ragazza che ha solo bisogno di essere capita e aiutata ma non accade niente di tutto questo (devo ammettere che non sono proprio riuscita ad immedesimarmi).
Tutto ha inizio con Clay che un bel giorno trova davanti alla porta un pacchetto contente delle audiocassette che contengono i 13 eventi che hanno spinto Hannah Baker al suo gesto sconsiderato. A Clay sembra strano trovarsi in quella situazione perché lui era innamorato di Hannah e non riesce proprio a capire in che modo possa essere coinvolto (uno dei motivi che spinge il lettore a proseguire la lettura è proprio questo).
Lo stile per raccontare le vicende è senza dubbio particolare: un'alternanza tra le registrazioni delle audiocassette (in prima persona) e i commenti e le sensazioni di Clay (anche questi in prima persona). Una scrittura semplice e scorrevole, una trama singolare ma non è un thriller psicologico e i personaggi forse avevano bisogno di un approfondimento psicologico maggiore.
Una storia dura e inquietante ma che fa sicuramente riflettere.

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