lady moon, annette curtis klause

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Annette Curtis Klause scrive storie per ragazzi cariche di significato e di insegnamenti ma, a differenza di tanti altri, ha compreso come catturare davvero l’attenzione dei giovani.

Quello che per molte lettrici adulte è un libro “bello, sì, ma che avrebbe potuto approfondire di più” è in realtà un opera pensata accuratamente e della “lunghezza” giusta. Ammesso che fosse ammissibile valutare un romanzo in base alla sua lunghezza.

L’autrice ha uno stile molto particolare: è giovanile, diretto e tendente al fiabesco. Non vuole dire troppo, non le serve per trasmettere ciò che vuole. Lascia alle “giovani menti” il compito di aprirsi quanto basta per cogliere il suo messaggio, non desidera imporglielo. Le sue sono come secche e veloci pennellate che sporcano la tela sufficientemente per non essere ignorate ma non abbastanza per divenire pesanti e predominare. Lei desidera seminare il dubbio, il pensiero, la riflessione ma non soffermarcisi troppo e così, dopo, scivola via verso un finale che termina il libro ma non ciò che ha seminato.

L’autrice ha compreso che non serve aggravare troppo la trama di concetti e orpelli perché, in tal caso, il rischio che il messaggio si perda, in tanti piccoli e inutili vezzi, è assai alto. Preferisce dire quanto è sufficiente e non di più, pur di arrivare alle giovani menti e ai loro cuori.

Il suo intento è, per quel che abbiamo potuto leggere, veramente raggiunto. Un lettore adulto dirà “Ah! Ma ma qualcosa, avrebbe potuto approfondire di più”. Un giovane lettore assorbirà con piacere tutto quello che il libro gli offre, per una volta felice di non sentirsi rintuzzare dai soliti pesanti ammonimenti e indottrinamenti.

In “Lady Moon” possiamo affrontare diverse svariate tematiche. Possiamo leggere sempre la tematica della crescita e del cambiamento ma, questa volta, viene affiancata dalla tematica delle sessualità e delle prime attrazioni verso l’altro sesso che si iniziano a provare verso i 14/15 anni.

Questo ha portato alcune mamme inglesi a storcere un po’ il naso ma questo è puro bigottismo visto “cosa” permettono di guardare in televisione ai loro figli, mentre questo libro è assai lontano da ogni concetto di pura inutile volgarità.

Accanto a queste tematiche, viene affrontata anche la tematica del gruppo, della società e del bene comune che va perseguito anche quando, a volte, significa limitare il singolo… Insomma, volendo si potrebbe disquisire ore e ore su questo libretto di soli 254 pagine.

La ribellione di Vivian, matura ragazza mutaforme di 15 anni, la porterà ad allontanarsi dal suo “branco”, a mettere se stessa e il suo amore per un ragazzo umano al di sopra della protezione del branco e della sua stessa persona.

È giovane e in piena fase di crescita e questo la porterà, prevedibilmente, a credersi piuttosto incompresa e a voler far parte “dell’altro gruppo”. Gli umani che ai suoi occhi appaiono certamente migliori della sua razza e del suo branco.

Sua madre, ex regina del branco, dopo la morte del marito spesso si comporta in modo bizzarro che fa storcere la bocca alla giovane mutaforma, ma questa non la fermerà nel momento in cui dovrà prendere le sue difese. Ed ecco la tematica del famiglia. Bellissimo il rapporto di amicizia/conflitto fra Viviam e sua madre. Molto dolce e molto reale.

Il suo amici, compagni di gioco fin da cuccioli, sono ora degli insopportabili maschiacci che non fanno altro che vederla come una possibile compagna di accoppiamento. Ragion per cui Vivian, un giorno, leggendo un poesia di un ragazzino umano e sentendosi incredibilmente capita, si troverà irrimediabilmente attratta da lui e del tutto decisa a trovarlo e conoscerlo.

E che dire di Gabriel? Strafottente maschio di 24 anni che sembra giocare e istigare tutte le femmine del branco e che scatena il disgusto di Vivian quando vede cadere nella sua trappola anche la madre?

Il branco è alla deriva, senza una guida, ha bisogno di un nuovo assetto, di un nuovo spazio dove trasferirsi al sicuro e di un nuovo capo in grado di condurli. Ma a quali rinunce andranno in contro scegliendo l’intransigente Gabriel? Sarà il lupo adattato a portare avanti il branco con il cervello, con il cuore e con gli artigli?

E cosa accadesse se, un giorno, Vivian non volesse più nascondersi al suo amato umano? Come la prenderà? E il branco, scoprirà quello che ha fatto?

Un romanzo per niente scontato e niente affatto infantile come potrebbe apparire. Nulla è quello che sembra e nulla risulterà essere quello che avevamo inizialmente creduto. Questo è certo.

“Lady Moon” è un romanzo piuttosto sottile da interpretare e, per questo, purtroppo oggigiorno tende (o tenderà) a essere frainteso visto che non molti sanno che fu scritto alla fine degli anni ’90.

A una prima frettolosa lettura, infatti, potrebbe apparire come un libro che esalta l’impossibilità di coabitazione fra le diverse razze. In realtà, la tematica in questione negli anni ’90 non era neanche un problema reale e sentito come lo è oggi. Di conseguenza non è stato realmente preso in considerazione dall’autrice, mentre le problematiche portate avanti sono altre e, sicuramente, molto più alla portata di un giovane lettore.

Se vogliamo, possiamo leggere, fra le righe, l’esaltazione dell’importanza delle proprie radici e della propria razza intesa come comunità… Ma credo che sia la prima che questa analisi siano un po’ tirate per i capelli per essere veritiere. Al contrario, è plausibile ritenere che l’intendo della Klause fosse quello di evidenziare come, i giovani, ritengano “l’erba del vicino sempre più verde della propria” per poi accorgersi, alla fine, che in realtà il tesoro più bello spesso si trova proprio a dieci passi dalla porta di casa.

In conclusione mi sento di promuovere assolutamente questo libro e di consigliarlo a tutti coloro che amano le storie ben scritte e con ottimi spunti di riflessione. Soprattutto, però, che siano consapevoli di stare leggendo un libro per giovani menti e quindi pensato e scritto appositamente per loro.

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