Una volta pensavo che essere ignorato fosse brutto.
Nelle ultime due settimane giurai di essere diventato sempre più grande secondo dopo secondo. Sia mia mamma che Ian avevano smesso di mandarmi occhiate sottili, lasciando posto semplicemente a quelle piene di incredulità. Cercare di nascondere la verità ancora per molto tempo sarebbe stato impossibile, me ne resi conto un giorno di metà marzo mentre mi guardavo di profilo allo specchio. Ero enorme. Era seriamente enorme. Quando andai da Owen pieno di fiducia per chiedergli se fosse solo la mia immaginazione scaturita dalla mia depressione e in realtà non fossi così enorme come pensavo, scrollò le spalle e disse 'no, sei gigantesco' prima di dare un morso alla mela che stava tenendo in mano.
Con il passare del tempo raggiunsi la trentesima settimana, abituandomi così ai frequenti calci riuscendo ad ignorarli la notte e riuscendo così a dormire bene. Ma c'era un lato negativo, la mia schiena faceva costantemente male, facendomi così trascorrere le lezioni come in un incubo. Più di una volta ero stato costretto a saltare un paio di lezioni per tornare a casa e sdraiarmi sul mio letto e dormire per un po', ciò mi fece rimanere indietro in materie come matematica e chimica. I miei voti stavano scendendo, il mio corpo stava diventando sempre più grande e la mia schiena continuava a far male. Dall'altro lato, io ed Harry parlavamo quasi ogni giorno, solo per telefono, ma comunque; parlavamo e quello era abbastanza per me.
Un'altra cosa che mi rese un po' triste fu che appena Liam, Zayn e Niall scoprirono che il bambino stava bene e che non ero più arrabbiato con Harry, erano tornati a sedersi con lui, Lauren e il resto dei loro amici, lasciandomi solo ancora una volta. Mi ero abituato ad avere qualcuno con cui sedermi e parlare durante la pausa pranzo e quando rimasi improvvisamente solo, dovetti ammettere di essermi sentito più solo che mai. E così non potevo fare a meno di gettare qualche triste occhiata verso il tavolo affollato dove tutti stavano seduti, parlando e ridendo. Andava bene così perché sapevo che appena tornato a casa nel pomeriggio avrei fatto un sonnellino e avrei ricevuto un messaggio o una chiamata da Harry. Quanto era triste il fatto che una semplice telefonata avrebbe reso migliore la mia giornata?
Giovedì, 17 marzo
Trenta settimana e tre giorniEra tardo pomeriggio e come al solito in quel momento del giorno, ero sul mio letto con il telefono attaccato al mio orecchio e un sorriso che dipingeva le mie labbra.
"Ti sei reso conto che queste chiamate sono diventate una cosa regolare?" chiese Harry dall'altra estremità della linea.
Volevo ridere. Naturalmente me n'ero reso conto. Era trascorse due settimane piene di telefonate alle cinque della sera; come avrei potuto non notarlo?
"Si, me ne sono reso conto," dissi.
"Non pensi che sia strano?"
Aggrottai un po' la fronte. "Cioè?"
"Non lo so, non ho mai parlato molto al telefono, quindi credo che sia un po' strano che improvvisamente trascorra un'ora a parlare con te al telefono ogni giorno."
"Uhm, va bene," dissi esitante, una sensazione di pesantezza nel mio stomaco, "possiamo fermarci se vuoi."
"No, no, non era quello che intendevo," disse in fretta, "mi piace parlare con te, è bello."
Mi morsi il labbro e sorrisi. "Piace anche a me parlare con te."
"Si, lo so."
STAI LEGGENDO
It Beats For Two - [Larry Stylinson - Italian Translation]
FanfictionAvere un'avventura di una notte da ubriachi fa schifo. Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo fa più schifo. Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo e si è un ragazzo è il massimo dello schifo. La...