Good night, sleep tight.

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Buon notte, dormi bene.

Pensavo che mia madre avrebbe smesso di ignorarmi dopo tre giorni, al massimo quattro, ma mi ero estremamente sbagliato. Il resto di quella settimana passò nel silenzio, o almeno mamma stava in silenzio; Owen e Ian mi avevano trattato nello stesso modo di sempre, e fui grato per quello. Non che mi aspettassi di qualcos'altro da Owen, ma ero un po' preoccupato che mia madre avesse detto a Ian tutto quello che le avevo rivelato, ma sembrava che avesse tenuto la bocca chiusa.

Come promesso a Zayn, fissai un nuovo appuntamento con la dottoressa per lunedì 4 Aprile e mi fu detto che tutto stava andando per il meglio, ma che avrei dovuto riposarmi e stare a casa il più possibile. A causa di tutto il tempo che avevo passato a casa per più o meno l'intero anno scolastico, pensai 'beh, fanculo' e rimasi a casa praticamente sempre tranne per le lezioni di matematica, che sapevo di dover seguire per tenere il passo. La data dell'appuntamento del medico segnava anche la trentatreesima della gravidanza. Avrei voluto piangere quando mi aveva fatto salire sulla bilancia e aveva misurato il mio peso di settantanove chili. Settantanove. Ma, come al solito, mi aveva assicurato che era completamente normale e che sia il bambino che io eravamo sani. Avevo fissato un nuovo appuntamento per lunedì 19 aprile alle 15:00 e mi chiesi per un momento se Harry e io avremmo risolto per quel giorno. Probabilmente no se le cose fossero continuate sulla stessa pista di quel momento.

Non chiesi niente al medico riguardo la possibilità di cercare di capire quale mutazione avesse il mio corpo che mi permetteva di poter avere il bambino e nemmeno lei ne parlò. Anche se io ed Harry avevamo litigato, volevo comunque che fosse presente quando mi sarei dovuto sottoporre ad un sacco di test, ecco perché avevo tenuto la bocca chiusa su quella questione in particolare. Ma poi ancora, volevo scoprire cosa ci fosse di sbagliato nel mio corpo - mi sembrava un po' necessario - e avevo paura che i medici non avrebbero saputo darmi risposte una volta che il bambino sarebbe nato. Mi erano rimaste solo circa sei o sette settimane di gravidanza a quel punto e quando di tornai a casa quel giorno dopo la visita, considerai effettivamente di chiamare Harry. Non lo feci però. Composi il numero tre volte, ma il mio nervosismo ottenne la meglio ogni volta e alla fine, con pura frustrazione, lanciai il mio telefono che colpì il muro della mia stanza prima di cadere in terra e rimanere lì.

E inoltre c'era la questione del dare o no il bambino in adozione. Era un'altra cosa della quale avrei dovuto parlare con Harry, perché era lui che voleva tenere disperatamente il bambino. Sapevo molto bene che farlo sarebbe stata una cattiva idea, la peggiore idea in realtà, ma... Cristo, un bambino quasi completamente sviluppato era dentro di me! Stava calciando e si muoveva e gli parlavo tutto il tempo ed era mio; mio figlio, il mio bambino, non di una qualche coppia random. Era frustante pensarlo e mi venne in mente che l'ultima volta che avevo parlato con Harry di quello, aveva detto molto chiaramente che voleva tenere il bambino, cosa che aumentava la mia frustrazione perché secondo lui chi stava impedendo di prendere la decisione più grande e importante della mia vita ero... io. Io ero l'unica cosa che mi bloccava. Non che fossi al cento per cento sicuro che Harry volesse ancora tenerlo, ma poi di nuovo, solo perché era arrabbiato con me in quel momento, non significava che avesse smesso di interessarsi al bambino, vero? Probabilmente no. E la mia famiglia - almeno mia mamma e Owen - sapevano tutto, anche se mia madre non mi credeva, quindi dipendeva solo da me ora. Quello mi spaventava un po'.

Martedì, 5 Aprile
Trentatré settimane e un giorno

Il martedì della mia trentatreesima settimana mi trascinai a scuola, pensando che rimanere a casa non avrebbe risolto tutti i miei problemi. Il mio ventre a quel punto era così grande che non c'era davvero alcuna utilità nel cercare di nasconderlo correttamente, quindi misi semplicemente la solita felpa, una sciarpa intorno al collo e pensai che nessuno probabilmente avrebbe sospettato il fatto che stessi diventando grasso. Ottenni un sacco di sguardi strani, ma cercai di ignorarli il meglio che potevo guardando qualcosa di diverso, e sembrò funzionare. Ero però di pessimo umore, ma comunque seguii le due ore di matematica (che diavolo è quella merda?), due ore di storia (a chi cazzo importa di come il cristianesimo si diffuse in Europa?), mezz'ora di pausa pranzo (quel posto è rumoroso e disgustoso) e due ore di sociologia (perché qualcuno sente la necessità di capire perché le persone commettono crimini?). Quando la campanella suonò e annunciò la fine della giornata scolastica, ero così stanco e sconvolto che continuai a scontrarmi con le persone senza preoccuparmi di scusarmi come facevo di solito.

It Beats For Two - [Larry Stylinson - Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora