Epilogo.
Harry
Fu il 5 luglio che Aidan fece il suo primo sorriso. Eravamo tutti e tre seduti sul letto, appoggiati contro la testata, ed Aidan giaceva tra le braccia di Louis, aveva appena finito il biberon di latte e appariva sazio e contento. I suoi occhi, che nelle ultime settimane erano diventati sempre più blu, stavano - come di consueto - girovagando senza concentrarsi su qualcosa in particolare. Ma poi improvvisamente si bloccarono. La mascella di Louis si spalancò ed emise un leggero piagnucolio.
"Mi sta guardando negli occhi!" esclamò eccitato, "Harry, guarda! Mi sta guardando negli occhi!" rimase così seduto in quel modo, eccitato e a mio avviso adorabile, per dieci minuti prima di urlare un "oh mio Dio, sta anche sorridendo. Non mi odia dopotutto!" poi iniziò a piangere. Louis, non Aidan.
Non sarebbe stata l'ultima volta che lo avrei visto piangere quell'estate. Il 16 settembre partii per Manchester, e mentre caricavo la mia macchina con tutto ciò che mi serviva, tutti tranne mio padre erano in lacrime. Adrian e Connor continuavano a strattonarmi i jeans e a dirmi di rimanere a casa, entrambi in singhiozzi, intanto la mamma mi accarezzava la testa, le sue guance bagnate mentre borbottava su come tutti i suoi bambini la stessero abbandonando uno dopo l'altro. E poi c'erano Louis e Aidan. L'espressione sul volto di Louis e la quantità di lacrime che stava versando stavano facendo sembrare tutto come se stessi per unirmi alla guerra di Afghanistan. Aidan da parte sua sembrava capire che stesse succedendo qualcosa, perché stava piangendo contro la spalla di Louis e non smetteva di muoversi, rendendo difficile a Louis tenerlo.
"Starò via per un paio di settimane, sai," dissi, una mano sulla vita di Louis e l'altra sulla schiena di Aidan.
"Non sono mai stato senza vederti per tanto tempo da... non so nemmeno quando," disse con voce triste, "e Aidan non è mai stato senza di te per più di qualche ora. Sarà isterico."
"Starete bene," ridacchiai, "dubito che Aidan possa rendersi conto se sono io o tu a dargli da mangiare e a coccolarlo."
Mi mandò un'occhiataccia. "Certo che lo saprà, i bambini sanno queste cose."
Sembrava avere ragione in un certo senso, perché dopo aver salutato Aidan e avergli detto di fare da bravo, lo ridiedi a Louis, e lui iniziò a piangere. Forte. Quello portò Louis a piangere più forte, e ci volle almeno mezz'ora prima che mi lasciasse andare per poter salire in macchina e partire.
Come poi scoprii, stare lontano da loro non era molto divertente. Per niente. Finii persino a piangere mentre ero al telefono con Lou una notte. Mi stava raccontando della sua giornata con Aidan, di come aveva urlato di gioia quando mia mamma lo aveva tenuto per le braccia, con i piedi per terra, dandogli l'illusione di poter camminare, e una sensazione di completa e totale solitudine mi aveva riempito dalla testa ai piedi. Mi sentivo come se mi stessi perdendo tutto.
Tornai a casa alla fine del mese, giusto in tempo per accompagnare Louis all'ospedale per fare la radiografia per... beh, qualunque cosa fosse. Non sembrava particolarmente a disagio, si limitava a fare tutto quello che gli dicevano con un sorriso ed un cenno. Conoscendolo, l'apparente calma era reale - i finti sentimenti non erano il suo forte.
Quando arrivarono i risultati era quasi Natale, ed io ero tornato a Manchester, impegnato a preparare il mio primo esame del semestre.
"Non potremmo fare sesso senza preservativo per un po'," fu quello che Louis disse nel momento esatto in cui risposi alla sua chiamata.
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It Beats For Two - [Larry Stylinson - Italian Translation]
FanficAvere un'avventura di una notte da ubriachi fa schifo. Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo fa più schifo. Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo e si è un ragazzo è il massimo dello schifo. La...