Come avresti voluto che fosse?
Sabato, 19 Febbraio
Ventidue settimane e cinque giorniHarry mi guardò con un'espressione completamente vuota quando finalmente osai sollevare gli occhi per incontrare i suoi. Le mie guance bruciavano e morsicai così intensamente il mio labbro che mi sembrò stesse sanguinando.
"Mi dispiace, io- solo- io- me ne- me ne sto andando," balbettai freneticamente, l'umiliazione aumentò, il che mi rese impossibile parlare normalmente. Gettai un ultimo sguardo verso di lui prima di girarmi e uscire dalla stanza, le mie gambe traballanti e instabili. L'imbarazzo che sentivo poteva essere paragonato alla mortificazione; la mia bocca era asciutta, i miei occhi erano spalancati e le mie mani tremavano, ed una marea di domande balzarono nella mie orecchie.
Perché diavolo l'avevo fatto? Perché non avevo lasciato che mi accarezzasse la pancia senza pensare che lui intendesse altro? Erano per il bambino, non per me. Naturalmente non erano per me. Harry aveva una fidanzata, una bella ragazza di cui era ovviamente innamorato, quindi perché non avevo lasciato perdere? Perché?
Raggiunsi l'ingresso e mi infilai una delle mie scarpe, ero così perso nei miei pensieri negativi che non avevo nemmeno notato che non ero più solo nella stanza prima che una mano si posasse sulla mia spalla. Lasciai uscire un grido di sorpresa e mi girai, quasi colpendo Harry nel farlo.
"Scusami," dissi, la mia voce più alta del solito.
"Devi smettere di scusarti per tutto," disse, guardandomi con un debole sorriso.
"Io- n-non volevo farlo, sai," dissi, ingoiando nervosamente.
"Va bene, è stato solo un po' inaspettato," disse con una scrollata di spalle.
"È comprensibile, non avrei dovuto farlo, è stata solo una... reazione istintiva, credo." Questa era una bugia, ma lui non aveva bisogno di saperlo.
"Va bene, davvero, ora togliti le scarpe e torna in cucina," disse prima di tornare indietro e scomparire dietro la porta.
Presi un profondo e sollevato respiro, e chiusi gli occhi per un secondo. Rimasi lì in piedi per poco tempo, volendo che il mio corpo si calmasse e che la mia testa smettesse di porsi nuove domande, prima di fare come mi aveva detto. Lui era in piedi accanto ai fornelli quando tornai in cucina, girando le uova e la pancetta nella padella. Ed era ancora senza maglietta. Mi sedetti sulla stessa sedia in cui mi ero seduto prima e sospirai mentalmente. Aveva idea di quanto fosse difficile per me guardarlo proprio in quel momento, mentre stava lì in piedi con quel fisico e senza camicia?
"Il cibo è pronto in pochi minuti," disse mentre appoggiò la spatola e si voltò per guardarmi.
Annuii. "Va bene."
"Non volevo spingerti via o qualsiasi altra cosa, davvero," disse dopo alcuni momenti di silenzio.
"Non preoccuparti, è stata colpa mia. È tutto ok."
"Si?"
Annuii. "Ora, se potessi ingerire un po' di cibo, sarebbe ancora più figo."
"Posso risolvere questo," disse sorridendo mentre si girò di nuovo verso la padella.
Mezz'ora e un sacco di prese in giro per le mie abitudini alimentari più tardi, eravamo nella stanza di Harry, ancora una volta sdraiati nel suo letto. Non avendo l'energia per stare seduto, mi trovavo nella solita posizione con un braccio sotto la mia testa e l'altro appoggiata sullo stomaco, mentre Harry era seduto con la schiena appoggiata alla testata del letto con gli occhi rivolti verso di me. Aveva fortunatamente indossato una maglietta.
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It Beats For Two - [Larry Stylinson - Italian Translation]
FanfictionAvere un'avventura di una notte da ubriachi fa schifo. Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo fa più schifo. Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo e si è un ragazzo è il massimo dello schifo. La...