Lauren non è più la benvenuta qui.
Sabato, 7 Maggio
Trentasette settimane e cinque giorniQuella mattina mi svegliai con suoni di... persone che gridavano? Sentendomi piuttosto confuso, mi sedetti, gemendo miseramente al dolore alla schiena, e guardai in basso, togliendo le coperte da sopra al mio stomaco.
"Un bel modo per essere svegliati, non pensi, piccolo?" chiesi con stanchezza, sfregando la mia pancia assente e cercando di capire chi era che stava gridando. Circa un minuto più tardi potei concludere che erano Anne ed Harry, il che mi sorprese un po', da quando Anne gridava?
E da quando Harry litigava con sua madre? Ero lì da un mese, e quella era la prima volta che sentivo Anne gridare. Ed era la prima volta che sentivo Harry gridare a qualcuno che non fossi io.
Bhe, era un po' triste, no?
Non volendo interferire con quello che stava succedendo, rimasi a letto, strofinandomi lo stomaco e facendo del mio meglio per captare le parole che si dicevano. Mi fece sentire un po' colpevole - qualunque cosa per la quale stessero litigando non era affar mio -, ma ehi, nessuno doveva saperlo.
Ci volle più tempo del previsto prima che le urla cessassero, e un paio di minuti dopo sentii la porta della stanza di Harry chiudersi.
"Non ci si annoia mai," dissi a voce alta mentre mettevo le gambe fuori dal bordo del letto e le stiracchiavo il più che potevo, facendo schioccare le ginocchia deliziosamente. Mi alzai in piedi, usando il letto come supporto, e abbassai la maglietta dove si era sollevata mostrando una piccola parte dello stomaco.
"E' bello che tu ormai sia abbastanza grande per poter uscire da lì," commentai, "altrimenti dovrei trovare vestiti più grandi da indossare."
Senza preoccuparmi di indossare dei veri vestiti, uscii dalla mia stanza e camminai verso quella di Harry. Esitai quando mi ritrovai davanti alla porta, non certo se avesse voluto parlare con me. O se avesse voluto parlare con qualsiasi altro, in ogni caso. Non volevo stare seduto nella mia stanza, solo, senza fare niente tutto il giorno, però, quindi bussai un paio di volte.
La risposta arrivò immediatamente con un rumoroso e aggressivo "Lo so, okay? Ora vai via!"
Aggrottai un po' le sopracciglia, sicuramente pensava che fosse Anne quella dietro alla porta e optai per aggiungere un rapido "sono io". Quella volta non ci fu una risposta, nemmeno quando erano passati venti secondi buoni. Un breve pensiero mi attraversò la testa, forse la litigata era avvenuta per colpa mia, e il mio cuore fece un doppio salto al pensiero. E se mi fossi dovuto trasferire? E se avessero pensato che la scelta migliore fosse quella che io dovessi andare via? In quel caso, ero rovinato, perché non avevo altri posti in cui andare, e sarebbe stato troppo tardi, le cose sarebbero diventate davvero-
"Scusami." Ero così perso nei miei pensieri che non avevo notato che Harry aveva aperto la porta e in quel momento stava appoggiato allo stipite con un paio di jeans vecchi e una maglietta ancora più vecchia. "Ti abbiamo svegliato?" aggiunse.
"No," dissi in fretta. Sollevò le sopracciglia, chiaramente non mi credeva. "Beh, si," ammisi, "ma è okay. Cosa è successo? Tutto okay? Devo andare via?"
"Si, certo," disse, guardandomi come se quell'idea fosse assurda, "mamma mi manderebbe via a calci prima di te. No, non ha niente a che fare con te, non preoccuparti."
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It Beats For Two - [Larry Stylinson - Italian Translation]
FanfictionAvere un'avventura di una notte da ubriachi fa schifo. Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo fa più schifo. Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo e si è un ragazzo è il massimo dello schifo. La...