Capitolo 3

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Pov's Caitlyn

Mi diressi verso il mio armadietto con tutta calma. La seconda campana non era ancora suonata e io la prima ora avevo matematica.
Già non capivo la matematica, ma se a insegnarla era una mezza decrepita con tanto di occhiali a talpa e naso lungo che quando apriva bocca nessuno sentiva nulla se non sussurri allora ero messa davvero male.

E per fortuna Isabel la capiva meglio di me e tutte le volte me la spiegava, altrimenti mi sarei strappata i capelli dalla testa a furia di capirci qualcosa!
A proposito, ora che ci pensavo dov'era Isabel?

"Caitlyn! Sono qui" proprio in quel momento, leggendomi come nel pensiero Isabel si materializzò davanti a me con tutto il suo splendore. Indossava jeans blu e un top nero con una felpa legata alla vita, mentre i suoi occhi blu mi stavano guardando sorridendo.

"Ciao" dissi abbracciandola.
Non la vedevo da una settimana perché era andata in montagna a sciare con suo fratello che si era preso una pausa dal lavoro e anche se mi avevano invitato avevo rifiutato gentilmente. Non volevo fare da terza in comodo con i due fratelli nonostante io e Isabel fossimo inseparabili, volevo far sì che si godesse quella vacanza insieme a suo fratello che non vedeva quasi mai.

"Come stai cara? Mi sei mancata tantissimo! E poi ho un sacco di cose da raccontarti" mi prese a braccetto e ci incamminammo verso la prima lezione.

"Anche tu Isabel, una settimana senza te è una noia, per non parlare che mia madre e io ci siamo fatte di tutto andando alla SPA e..." mi interruppi vedendo Isabel sorridere maliziosa e alzare gli occhi al cielo. Seguì il suo sguardo e intravidi Elizabeth che stava parlando con un ragazzo dell'ultimo anno. Molto carino per giunta.

"Non è...?" Chiesi con sguardo accigliato

"Si, è Alec Nigel. È venuto quest'anno ad abitare qui, si è trasferito dalla Scozia insieme a sua zia." Rispose Isabel.

"Come fai a saperlo?" Domandai incuriosita.

"Semplice, abbiamo parlato sta mattina in cortile e devo dire che non è niente male. Anzi è simpatico" Affermò guardandomi.

"Parlato eh?" La stuzzicai prendendola in giro.

"Si cara, parlato. Guarda un po', non sta filando Elizabeth per niente" ridacchiò sollevata e compiaciuta.

Io e Isabel non eravamo mai andate d'accordo con Elizabeth fin da quando avevamo messo piede qui dentro. Si era dimostrata un sacco di volte arrogante e presuntuosa e un sacco di volte Isabel si era ritrovata a darle di santa ragione a quella ragazza. Insomma, ci faceva perdere la pazienza e noi di pazienza non ne avevamo molta.
Come del resto tutti.

Inoltre trovava sempre il modo di farci fare brutta figura con qualcuno dopo che Isabel era stata eletta reginetta del ballo in terza e aveva soffiato il posto ad Elizabeth.
Dopo tutto, Isabel era stata bellissima quella sera con il suo cavaliere, e spinta dall' invidia aveva cercato in tutti i modi di deriderci e di umiliarci.
Anche se ormai eravamo diventate abbastanza 'famose' e che tutta la scuola ci conosceva, a lei questo non importava.

Facendo finta di niente andammo avanti nelle nostre rispettive classi.
Ci mettemmo sedute mentre tutti presero i propri posti. Isabel mi stava raccontando di quello che aveva passato in montagna quando entrò un professore mai visto.

Tutta la classe si zittì.

Mi girai un attimo ispezionando la classe e vidi un sacco di bocche aperte dalla sorpresa e sguardi increduli.

Il brivido del rischio "illusioni e delusioni" [ Completato ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora