Capitolo 23

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Pov's Caitlyn

"Il prossimo volo diretto per Londra è per le 22.30 di Giovedì..." ascoltai in silenzio gli auto parlanti dell'aeroporto mentre mi incamminavo verso la zona passeggeri.

Andai a sbattere contro un ragazzo poco più grande di me che stava andando nella direzione opposta alla mia e per poco non caddi se lui non mi avesse sorretta.
Un po' imbarazzata mi scostai.

"Scusami non ti avevo visto..." Dissi alzando lo sguardo e incontrando occhi di un blu intenso che per poco non pensai che fossero lenti a contatto.

"Scusami tu. Ero tanto indaffarato a guardarmi intorno che non ti avevo vista arrivare. Ti sei fatta male?" Mi chiese in modo gentile.

"No no, non mi sono fatta nulla." Lo rassicurai sorridendogli.

Lui mi fece un sorriso altrettanto sincero e si grattò la nuca.

Solo in quel momento mi accorsi che dovevo andare via.

"Oddio, scusami ma io dovrei andare. Grazie ancora per prima, se non fosse stato per te sarei caduta." Gli feci un sorriso e lui si mise a scuotere la testa.

"Tranquilla. Allora ci si vede." Affermò e io annuì incamminandomi nella direzione in cui dovevo andare.

"Certo ciao!"

Lo sentì urlarmi dietro. "Io sono Derek!"

Mi girai sempre camminando. "Caitlyn." Gli dissi prima di svoltare l'angolo in fretta e prima di aver visto un suo sorriso.

Camminai a passo svelto e cercai in tutti i modi di farmi largo tra la folla che stava andando nella direzione opposta. Sembrava un caos qua dentro.

All'improvviso mi ricordai che avevo lasciato partire Daniel in questo stesso aeroporto e mi salì un nodo in gola.
Scacciai tutti i ricordi e mi feci forza per dimenticare quello che era successo tre giorni fa al molo.

Ma fu inutile, perché tutte le immagine della nostra litigata mi vennero in mente in un batter d'occhio.
Chiusi gli occhi e cercai di darmi contegno, ma nel farlo urtai contro una signora che senza scusarsi passò dandomi una spallata.

Stronza...

Vidi che i passeggeri del volo che era diretto per Eastbourne stavano venendo con i bagagli in mano e io cercai di trovare la persona per cui ero venuta fin qui.

Aspettai per qualche minuto e poi la vidi.
Aveva i capelli biondi raccolti in una coda alta e indossava abiti decisamente eleganti. I suoi occhi verdi stavano scrutando tra la folla in cerca di qualcuno.

Mi sbracciai appena la vidi molto chiaramente e lei mi vide nello stesso istante in cui andai da lei a passo spedito.

Mi sorrise e lasciò la valigia per venirmi ad abbracciare.
"Tesoro mio!"

"Mamma..." la strinsi forte a me mentre il suo profumo di Chanel si confondeva con il mio.  La sua presenza familiare mi diede tutto il conforto che non avevo avuto in questi ultimi tre giorni.

"Come stai bambina mia?" Mi chiese una volta sciolte dall'abbraccio.

"Io sto benissimo. E tu? Sembri stanca... dammi qua la valigia che te la porto io." Le dissi prima di allungarmi ed afferrarla. Ma lei fu più veloce di me e la scansò.

"No, c'è la faccio non ti preoccupare. E poi tu sembri più stanca di me... sicura che vada tutto bene?"

"Si, mamma. Sto bene, davvero." La rassicurai e cercai di farle un sorriso convincente.
Ma dalla sua espressione vidi che non la avevo convinta abbastanza.

Il brivido del rischio "illusioni e delusioni" [ Completato ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora