Capitolo 11

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Pov's Caitlyn

Isabel era rimasta muta per tutto il tempo.
Taylor era perplesso mentre io ero ammutolita, insomma, chi si aspettava tutto questo?

Appena Isabel aveva aperto la porta di casa era rimasta sbigottita davanti a noi, non ha nemmeno urlato isterica per averla svegliata di prima mattina. Cioè la presenza di Dylan e Kaleb nel nostro gruppo era strana, per non parlare di Alec che era arrivato cinque minuti dopo a casa di Isabel su indicazione di Jennifer.

C'è stato un attimo in cui tutti si erano zittiti tranne Jennifer incurante dell'imbarazzo mio e di Isabel, mentre Alec sembrava sul punto di svenire tanto era pallido dopo aver visto Dylan e Taylor che dopo un attimo di smarrimento ha saputo alleggerire la situazione per quanto potesse essere strana. E ora eccoci qui, tutti e sette in due macchine separate ad andare non so dove. (Jennifer non c'è lo ha voluto dire)

Io, Isabel, Alec e Jennifer in una macchina, mentre Dylan, Kaleb e Taylor nell'altra.
Avevamo lasciato (o meglio, Dylan e Kaleb e Alec,hanno lasciato) le macchine nel cortile di Isabel mentre avevamo preso le macchine di Tay e di Isabel.

Quest'ultima stava guidando stringendo talmente tanto il voltante che le nocchie sbiancarono e dovetti appoggiarle una mano sulla spalla per cercare di calmarla. Anche se pure io ero agitatissima.
Isabel rallentò il respiro e domandò a Jennifer che diceva le indicazioni:

"Allora? Ci vuoi dire dove diavolo stiamo andando? A quest'ora poi?"

"Non posso ancora dirvelo, però manca poco." Rispose Jennifer mangiucchiando un unghia smaltata di rosso.

Isabel imprecò. "Ascolta, per quanto tu sia mia
Amica, questo non ti da il diritto di trascinarmi giù dal letto capito? E poi è già tanto se ora sei viva ricordatelo." Le puntò uno sguardo carico di odio e ritornò a guardare la strada.

Quest'ultima alzò gli occhi al cielo come se sapesse già quale fosse stata la sua relazione e rimanè in silenzio.

Ci fermammo davanti ad una villa di quattro piani affacciata sul mare di Eastbourne e scendemmo.

"Ma questa non è...?" Mormorai accigliata.

Isabel guardò la villa poi Jennifer e sospirò.
"Già cosa ci facciamo a casa di Steve Wilton?"

Dylan, Kaleb e Tay ci raggiunsero e si fermarono dietro di noi.

Taylor guardò tutti noi e domandò:
"Jen, esigiamo delle spiegazioni no?"

Lei per tutta risposta ci intimò di seguirla dentro. Affiancai Taylor e Isabel ed entrai quando i cancelli di ferro si aprirono.
Era una villa grandissima con tanto di giardino vastissimo, era tutto scolpito con sculture vecchie e antichissime mentre davanti all'entrata di casa c'era un leone d'oro massiccio con le fauci aperte che incuteva soggezione. Ci aprì un maggiordomo di Steve e ci disse di accomodarci in soggiorno, ovviamente grande quanto la mia cucina e il mio salotto, forse il doppio.

"Il signorino arriva tra poco. Intanto potete sistemarvi qui." Indicò i sette divani larghi quanto camera mia e se ne andò.

Mi sistemai stando attenta a non rompere nulla dato che ogni oggetto qua presente era di cristallo o di oro oppure oggetti antichissimi risalenti molti secoli. Taylor invece era a suo agio e si spaparanzò sul divano accanto a me mentre dall'altra parte si sistemò Alec che era stato muto per tutto il viaggio.

"Dove siamo?" Mi sussurrò a pochi centimetri e non potei non notare lo sguardo di pietra di Dylan seduto davanti a noi.

"A casa di un ragazzo dell'ultimo anno. Si chiama Steve Wilton ed è un nostro amico in un certo senso. Fa parte della squadra di football di Taylor, praticamente è il suo braccio destro nonché migliore amico, dopo di noi ovviamente." Gli feci un sorriso e lui annuì divertito.

Il brivido del rischio "illusioni e delusioni" [ Completato ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora