Capitolo 37

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Pov's Caitlyn

Occhi azzurri e capelli biondi.
La ragazza davanti a me aveva lo sguardo di un demone travestito da angelo, i suoi occhi erano ostili e la sua bocca era curvata all'insù.

Mi stava fissando divertita e al tempo stesso incuriosita. Il suo sguardo da me andò a perlustrare intorno a se in modo rapido e veloce poi si posizionò di nuovo su di me, anzi dietro di me. Sulla lapide.

"Pensi che quella la possa leggere?" Domandò con voce sottile e velenosa riferendosi alla lettera.

Il mio sguardo si indurì. "Chi diamine sei? Sembri molto familiare...ma non so dove possa averti visto." Mormorai interrogativa.

Alzò le sopracciglia e mi fissò con una luce divertita negli occhi.
Oh merda.
Non può essere...

"Ma come? Non mi riconosci? Eppure ci eravamo viste giusto due mesi fa a casa del mio ragazzo." Inclinò la testa di lato e mi sorrise in modo sinistro.

No. Non poteva essere.

"Marlyn? Sei tu...?" Balbettai strabuzzando gli occhi. Il mio cuore aveva iniziato a battere forte tanto che dovetti portarmi una mano al petto e stringerla forte.

Ridacchiò e mi si avvicinò di un passo. I suoi passi erano leggeri, come quelli di una bambina ma il suo sguardo era tutt'altro che innocente. Non sembrava nemmeno lei...
aveva qualcosa che non andava.

"Com'è possibile? Hai cambiato colore di capelli? E gli occhi?" E il carattere? Domandai persa.

"Questo è il vero colore dei miei capelli...quelli di prima erano una parrucca. E questi occhi..sono i miei veri, naturali, prima avevo le lenti. Sai non pensavo di trovarti qua, eppure lui ha indovinato il posto in cui potevi essere. Beh è stato bravo no?" Parlò con un ghigno stampato in faccia.

Feci automaticamente un passo indietro e sbattei contro la lapide di mio padre. La strinsi con una mano e con l'altra raccolsi la lettera da terra e me la misi in tasca. Lei seguì il gesto con gli occhi divertita.

Solo ora le sue parole mi entrarono in testa come mille aghi che venivano conficcati nel cervello.

"Di chi stai parlando? Lui chi? E poi, cos'è tutta questa storia? Tu non dovevi essere con Taylor? Dov'è adesso lui?" Parlai a raffica maledicendomi di non essere andata via prima da lì.

Mi spaventava. Quella ragazza non mi aveva mai convinto. E adesso di più.

"Perché sei così spaventata? Sono io...Marlyn, la tua amica. Perché pensi che io abbia fatto qualcosa a Taylor?" La sua voce riecheggiò in tutto il cimitero.

Strinsi i denti. "Giuro che se gli hai fatto qualcosa, io..."

"Tu cosa Caityln? Cosa faresti?" Mi sorrise e mi si avvicinò ancora mentre io non seppi più dove andare. Mi arrivò a un centimetro dal volto e mi prese il mento tra le mani. Il respiro aumentò e con essa anche la mia agitazione.

"Cosa c'è? Hai paura?" Parlò dolcemente questa volta ma i suoi occhi erano freddi.
I suoi occhi erano grigio azzurri ora che li guardavano bene... ed erano molto ma molto familiari.

Era uguali a quelli di...

"Chi sei tu in realtà?" Domandai in un soffio.
La sua mano mi accarezzò la guancia e avvicinò il volto al mio.

La vidi sorridere e sfiorarmi il naso con le labbra. Io non sapevo cosa fare. Ero come in paralisi. Il mio corpo non voleva muoversi ne dare cenno di qualcosa.

Il brivido del rischio "illusioni e delusioni" [ Completato ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora