Capitolo 17

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Pov's Caitlyn

Il cielo era grigio, stava piovendo a dirotto, senza mai interrompersi. Erano enormi palle d'acqua che schizzavano dal cielo per poi finire per terra in un tonfo profondo. Guardai fuori dalla finestra di camera mia aperta e annusai l'odore della pioggia. Non so perché ma l'odore di terra bagnata per me era gradevole. Mi piaceva sentirla. Mi venivano in mente parecchi pensieri ogni volta che ne sentivo l'odore. Assomigliava molto all'odore che sentivo quando ero piccola, quando ero in montagna assieme ai miei genitori. Lì quando ti alzavi dopo una giornata di pace e tranquillità e aprivi la finestra si sentiva il profumo della vita, degli alberi, della brina e della rugiada sulle foglie, dell'erba bagnata. Per questo mi piaceva sentirla. Mi faceva sentire come a quei tempi, quando mio padre c'era ancora e quando mia madre non lavorava così tanto.

Mio padre un giorno quando ero in montagna ed eravamo rimasti bloccati nella foresta dietro la casa mi disse una frase molto bella.
Una goccia di pioggia che ti cade sulla guancia è un bacio da parte di qualcuno che vive in cielo e veglia su di te.
Non me la dimenticai mai perché anche in quel momento pioveva e io mi ero sporta fuori dal nascondiglio di abeti e pini per guardare in cielo. Da allora la pioggia è stata una delle cose al mondo che mi faceva pensare a mio padre.
Da allora era l'unica cosa che ancora mi faceva ricordare lui.

Chiusi la finestra e decisi di andare a preparami per andare a casa di Steve. Guardai l'ora, mancava un'ora perciò mi cambiai e indossai un paio di jeans neri e un maglione nero. Mi legai i capelli in una coda alta e mi guardai allo specchio. I miei occhi verdi risaltavano sulla pelle pallida grazie al completo nero. La ragazza che avevo di fronte non assomigliava per niente a me, era più alta e gli occhi erano più tristi. Il viso scavato con due profonde occhiaie e le labbra rosse per il freddo. Sembrava più grande...come se avesse sofferto molto.
Ero così agli occhi degli altri? Come facevano a dire che ero bella? Come facevano a non accorgersi che sembravo più sciatta?

Rimasi lì per un attimo e poi scesi giù. Presi il cappotto anch'esso nero e le chiavi, poi uscì. Pescai un ombrello prima di uscire e lo aprì cominciando ad andare verso la macchina. Una volta dentro accesi il riscaldamento e partì verso casa di Steve. O meglio, verso la sua villa. Abbassai il finestrino perché incominciò a fare caldo all'improvviso, spensi pure il riscaldamento e mi tolsi il cappotto lanciandolo
sul sedile accanto a me. Sospirai nonostante l'aria fredda e la pioggia che scaturiva anche dentro la macchina facendola diventare di ghiaccio ma non me ne accorsi nemmeno quando vidi la macchina di Elizabeth sul parcheggio di Steve. C'erano anche altre macchine oltre a quelle di Taylor, Isabel, Jennifer e Kaleb. Notai più in là la bmw nera di Dylan parcheggiata accanto ad una Mercedes grigia. Cercai un posto per mettere la mia e scelsi un angolo appartato in mezzo a due Ford.

Presi L'ombrello lasciando il cappotto dentro la macchina e scesi giù. Andai verso la porta e vidi che era aperta. Un paio di ragazzi stavano disponendo delle scatole quando salì sulle scale. Lì riconobbi dopo un po', facevano parte della squadra di football. Mi salutarono e io accennai ad un sorriso prima di andare verso il salotto. C'erano un sacco di ragazzi ad aiutare Steve. Metà erano persone che andavano nella mia scuola, altre invece erano faccine sconosciute. Forse, erano i ragazzi che quest'anno si sono diplomati pensai.

Mi diressi in cerca di qualcuno ed emisi un sospiro di gratitudine intravedendo la chioma bruna di Taylor. Gli andai incontro stampandomi un sorriso convincente. Ma Non fu abbastanza convincente perché Taylor appena mi vide arrancare verso di lui mi guardò interrogativo. Feci una smorfia.

"Stai bene?" Mi chiese preoccupato.

"Certo. Perché?" Gli chiesi innocente.

Lui mi guardò un attimo prima di rispondere.
"Sembri...non so, strana." Affermò fissando i suoi occhi nei miei. Cercai di fargli un sorriso rassicurante ma lo feci anche per rassicurare me stessa.

Il brivido del rischio "illusioni e delusioni" [ Completato ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora