Capitolo 6

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Pov's Caitlyn

Scesi dalla macchina e mi misi a correre. Aprì la porta e non vidi nessuno in corridoio, certo, era suonata da dieci minuti ormai. E io ero in ritardo. Borbottai una serie di imprecazioni correndo per il corridoio mentre una bidella mi guardò male. L'unico rumore che si sentiva era quello delle mie scarpe contro il pavimento liscio.

Lasciai entrare l'aria nei polmoni e mi fermai con una mano nel pomello della porta. Presi grandi boccate d'aria e quando riuscì di nuovo a muovere i piedi bussai ed entrai.
Il professor Smith, di economia mi guardò male per aver interrotto la sua lezione e io mi scusai entrando in classe. Vidi Isabel e mi accomodai di fianco a lei.

"Signorina Bradford, è molto gentile da parte sua onorarci della sua presenza."

"Di nulla professor Smith." Dissi non curante.

Lui diventò rosso mentre alcuni ridacchiarono.

"Silenzio!" Tuonò sbattendo una mano sulla cattedra. Si tolse gli occhiali e mi guardò.

"Non vorrà mica fare come l'anno scorso e l'anno prima ancora no? Non vorrà mica rischiare anche quest'anno? Giusto?" Domandò e strinse gli occhi a due fessure.

Sospirai esasperata. "Certo che no. Non ho sentito la sveglia tutto qui."

"Si, la stessa scusa che usa da due anni. Se la prossima volta verrà in ritardo a questa lezione si beccherà due giorni o una settimana di sospensione. E lei non vorrebbe vero? Una ragazza brava e con ottimi voti come lei non vorrebbe di certo compromettere la sua media scolastica e proibirsi dell'opportunità di andare in un Università di grande successo no?" Affermò e sorrise furbo.

Lo guardai a bocca aperta e strinsi i pugni.
Brutto figlio di...
Isabel mi prese la mano e la strinse lanciandomi un avvertimento.
Sospirai e dissi no con la testa incapace di parlare, se aprissi bocca lo manderei a fanculo.

"Bene. Proseguiamo con la lezione" disse girandosi verso la cattedra.

È iniziato proprio bene questo giorno.
Uscì dall'aula insieme ad Isabel e mi fermai all'armadietto prima di andare alla prossima lezione.

"Cara come stai?" Mi domandò posando una mano sulla spalla. Mi girai e la guardai.

"Come vuoi che stia? Quel brutto pelato mi ha minacciata dicendo che mi vuole sospendere e come se non bastasse sta mattina sono arrivata in ritardo per colpa di mia madre" sbottai frustata.

"Cos'è successo? Perché avete litigato?" Chiese preoccupata.

"È che... mi fa impazzire ecco tutto. Non so..." gesticolai con le mano incapace di trovar le parole. Isabel mi guardò divertita e in quel momento suonò la campanella.

"Dai su, mi racconterai tutto con calma. Ora andiamo a fare scienze umane." Mi prese a braccetto e mi condusse dentro l'aula.

Provette, esperimenti, capsule, camici e cose di cui non so il nome erano in questa aula. I banchi erano a coppie e io e Isabel ci mettemmo insieme nella penultima fila. Entrarono molte persone che conoscevo e quando incontrai due occhi azzurri seguiti da occhi grigio-azzurri mi dimenticai di respirare.

Tutte le ragazze che erano in questa classe lo fecero mentre Isabel rimase immobile a fissarli. Kaleb mi fece un sorriso a trentadue denti vedendomi e si avvicinò a noi seguito da Dylan.

"Caitlyn come stai?" Mi chiese lanciando un'occhiata ad Isabel. Appena la guardò strabuzzò gli occhi sorpreso ma si ricompose in meno di un minuto.

"Bene e tu?" Domandai osservandoli.

Il brivido del rischio "illusioni e delusioni" [ Completato ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora