Capitolo 38

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Pov's Caitlyn

Avevo il timore che Josh potesse svenire da un momento all'altro ed ero pronta a chiamare qualcuno fino a che lui non sospirò e parlò.

"Perché mai ti dovrebbe interessare? Pensi che dicendotelo potrebbe servire a qualcosa? E poi cosa ne posso sapere che non ti abbia mandato qui qualcun altro?" La sua voce era priva di ogni sarcasmo.

Io mi avvicinai di un altro passo e i suoi occhi attenti e vigili lo notarono. Volevo che potesse fidarsi di me anche se questo poteva essere difficoltoso. Volevo aiutarlo. Volevo anche sapere. Per questo tutta la mia paura che fino a poco fa era dentro di me si sciolse del tutto ed evaporò fino a lasciare del tutto il mio corpo.

"Non sono stata mandata qua da nessuno..e non saprei come possa mostrartelo ma sono venuta davvero per avere delle spiegazioni." Sospirai e mi posizionai davanti a lui, i suoi occhi azzurri si fissarono prima sulle mie scarpe poi sugli occhi.

"Non ho paura di te Josh, sinceramente voglio davvero sapere cosa e perché ti è successo tutto questo. Voglio sapere il perché tu sia rinchiuso qua dentro e i segreti di tutte le persone che mi circondano. Voglio sapere Josh. Voglio anche aiutarti in qualche modo se possibile...per favore, devi credermi...faccio tutto questo perché ho bisogno di chiarimenti altrimenti penso che potrei diventare pazza." Mi portai una mano sui capelli frustata e mi morsi il labbro.

Le mie mani stavano tremando e per far sì che lui non se ne accorgesse le strinsi in un pugno quasi a conficcarmi le unghie nella carne. Ero svuotata, se Josh non volesse aiutarmi non saprei davvero che fare.
Dovevo in qualche modo uscire fuori da questo labirinto ma la strada era sempre chiusa. Più cercavo spiegazioni più quelle non avevano risposte.
La mia mente era stufa.
Chi era Marlyn?
Cosa nascondevano Dylan e Kaleb? Perché avevano picchiato Josh?
Come mai Alec mi aveva mentito?

Non le trovavo le spiegazioni. Ero davvero frustata. Merda.
Cosa potevo fare arrivata a questo punto?

"Caityln." La voce di Josh risuonò tutto intorno a me e al pronunciare il mio nome lo guardai. I suoi occhi erano fissi nei miei e per un attimo ebbi il timore che mi cacciasse via, ma qualche secondo dopo la sua faccia assunse un tono rilassato e abbozzò quello che le persone potevano definire 'sorriso senza calore'.

"Siediti Caityln." La sua mano batté il letto su cui era seduto e mi fece cenno di posizionarmi di fianco a lui. Non sapevo il perché ma quel suo gesto mi rianimò in qualche modo. Era come se fosse un piccolo passo avanti. Un passo verso la soluzione.

Appena mi accomodai di fianco a lui si tormentò le mani e fece un lungo e profondo sospiro.
"Prima di dirti tutto quello che so posso farti una domanda?" Affermò con voce flebile.
Io annuì con la testa e lo guardai.

"Vuoi bene ai tuoi genitori? Nonostante loro ti possano odiare?"

Eh?
La sua domanda mi lasciò un attimo perplessa però pensandoci su gli risposi sinceramente.
"Si." La mia risposta catturò la sua attenzione e i suoi occhi si posizionarono nei miei.
"Voglio, e vorrò sempre bene ai miei genitori, anche se li dovessi deludere e loro mi possano odiare, io gli vorrò sempre bene. Perché so che in fondo un genitore non possa odiare davvero suo figlio, sangue del suo sangue e credo anche che non possa mai fargli del male."

Nella sua bocca comparve un sorriso.
"Però ci sono genitori che fanno male al proprio figlio. Sangue del proprio sangue, e ci sono genitori che non vedono l'ora che il figlio commetta qualche errore per puntargli il dito contro." Disse con voce apatica.

Il brivido del rischio "illusioni e delusioni" [ Completato ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora