16. Medicare le ferite e il dolore moltiplicato per due.

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Il riccio aveva insistito per prendere la sua automobile che era parcheggiata fuori a quella sorta di grotta, salii nella sua automobile e portai due dita alle tempie esercitando una lieve pressione nella speranza che la mia emicrania diminuisse.
I miei occhi erano fissi sulla sagoma che sedeva al mio fianco, aveva la fronte aggrottata mentre teneva stretto il volante tra le mani e mi accorsi delle sue nocche arrossate e un cipiglio si estese sul mio viso. Un sospiro abbandonò le mie labbra, era stato palesemente pestato ed ero dannatamente curiosa di sapere il motivo per cui era ridotto in quel modo.
Il suo indice tratteneva le labbra inferiore in una stretta leggera e, seppur piccolo, periodo che ero stata a contatto con lui avevo capito che facesse quel gesto quando era agitato.

Qualche minuto dopo svoltò l'angolo e parcheggiò la vettura davanti alla staccionata che divideva la mia abitazione dalle altre.
Sbloccai la serratura e venni subito accolta dal calore grazie ai riscaldamenti che avevo lasciato accesi durante la breve assenza, Harry rimase perplesso appoggiando il suo peso accanto allo stipite della porta.

«Vieni?» sollecitai alzando un sopracciglio, egli annuì chiudendo il passaggio.

Gli feci un cenno con la mano invitandolo ad accomodarsi dove desiderava e sparii nel corridoio arrivando in cucina, dove accesi il fuoco, appoggiando il bollitore che conteneva l'acqua per il tè, dopo alcuni minuti versai in due tazze il contenuto e lo portai al ragazzo che aveva preso posto sul divano mentre smanettava con il cellulare, non accorgendosi della mia presenza.

Quel giorno era particolarmente silenzioso, non aveva fatto alcuna battuta né tantomeno mi aveva provocato. Gli porsi il contenitore ed egli mi ringraziò continuando a tenere lo sguardo puntato sui suoi stivaletti neri, consumati dal tempo.

«Che hai?» ruppi il silenzio, era diventata una situazione insostenibile, quel silenzio mi rendeva più tesa di quanto non lo fossi già e la sua presenza non aiutava.

«Non ho niente.» sbottò, il suo sguardo altalenava tra il pavimento e la tazza che reggeva tra le sue lunga dite affusolate.

«Non sei bravo a mentire, te l'hanno mai detto?» sgranò gli occhi, deglutendo un ennesimo sorso di tè, mi guardò per la prima volta da quando l'avevo incontrato e scorsi qualcosa di insolito in essi, oltre al gonfiore che gli impediva di aprirlo del tutto, la vivacità che aveva qualche giorno prima era stata sostituita da un velo di tristezza.

«Ho l'impressione che non mi lascerai in pace finché non sentirai quello che vuoi» gracchiò, «non è così?» annuì, provando un certo sollievo quando riprese a rivolgermi la parola.

«Perché mi tieni il muso?» chiesi scettica, non ricordavo di aver fatto qualcosa di sbagliato nei suoi confronti.

«No, Cindy. È una faccenda più grande di me, stanne fuori.» scosse il capo portando le mani dietro alla nuca, deglutii annuendo alle sue parole.

«Posso» tossii, egli mi incitò con un cenno del capo a continuare la mia frase «Insomma, posso almeno medicarti le ferite?» dissi pentendomi subito delle miei parole, non ebbi alcuna risposta e mormorai un flebile «lascia perdere.» quando egli parlò.

«Si.» dichiarò, lo guardai confusa non capendo a cosa si riferisse.

«Si, puoi medicarmi, se vuoi..» replicò stavolta più convinto delle sue parole, un sorrisino comparve sulle mie labbra mentre mi allontanai ,sotto il suo sguardo curioso, verso il bagno nel quale tenevo riposto una scatoletta contenente dei disinfettanti e delle garze sterili che portai nel salotto.

Il batuffolo di cotone venne inumidito dal liquido trasparente, ero a pochi centimetri dal suo viso e potevo sentire i suoi occhi seguire ogni mio movimento, presi il mio labbro inferiore tra i denti facendo attenzione a non provocargli ulteriore dolore e tamponai sul taglio che era presente sul suo zigomo destro adornato da un livido che si espandeva sulla zona circostante, Harry sospirò e bloccai i miei movimenti temendo di aver esercitato troppa pressione sulla zona sensibile.

Dress code [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora