L'oscurità avvolse rapidamente tutto il territorio circostante, il cielo era diventato di un blu petrolio rendendo le sagome delle case illuminate solo da gli addobbi natalizi.
Stavo raggiungendo la moto di Harry mentre mi stringevo nel mio cappotto, erano appena passate le otto di sera e le temperature erano calate di molti gradi.Salii su di essa senza troppi problemi e intanto io fissavo perplessa la sella, l'ultima volta mi aveva caricato lui anche se non era affatto sicuro, il casco proteggeva la mia testa ma non avevo idea di come salire sul veicolo.
«Metti un piede lì.» indicò una staffa che non appariva molto stabile, seguii le sue istruzioni poggiando un piede su esso e mi diedi una leggera spinta.
Ero riuscita a salire, poggiai le mani sui fianchi del riccio trovando una posizione comoda: lo guardai dallo specchio retrovisore, gli feci un cenno col capo indicando che ero pronta per partire.
Le strade di Northwich erano lisce, l'asfalto era rovente sotto i piedi. Non si stava allontanando dal centro abitato bensì prese la strada verso casa sua, era la seconda volta che mi portava lì.
Non mi importava dove passavamo le nostre giornate, era bello passarle con lui, ovunque fossimo. Costeggiò fuori al cancello estraendo dai suoi jeans un mazzo di chiavi, ero in bilico su quel maledetto due ruote e dovetti aggrapparmi al riccio per non perdere, per la seconda volta l'equilibrio.
Schiacciò sul bottoncino del telecomando che fece aprire la cancellata, sfrecciò verso il garage inumidito scendendo per primo, mi porse la sua mano mentre con il piede stava calando il freno per reggerlo.
Con un salto scesi dalla moto liberandomi dal casco, i miei capelli erano in pessime condizioni e anche i suoi non erano da meno, come al solito erano tutti arruffati sulla fronte.«Voglio farti vedere una cosa.» mormorò schiacciando il pulsante dell'ascensore che impiegò fin troppo tempo per arrivare, la volta precedente non mi accorsi nemmeno che avesse un'ascensore che lo scortava fuori al suo appartamento.
Osservavo i suoi lineamenti duri, la mascella era contratta e sul suo viso aveva un'espressione serrata, inespressiva che lo rendeva dannatamente sexy. Il suo naso era tutt'altro che perfetto, ma sommato al resto del suo corpo non era nemmeno percepibile quel piccolo difetto.
«Mi stai fissando.» constatò roteando il capo verso di me mentre entrava nel piccolo spazio, premette il primo pulsante.
«Lo so.» ammisi calando lo sguardo sulle mie scarpe, i suoi stivaletti entrarono a far parte del mio campo visivo. Alzai di poco gli occhi, era imponente davanti alla mia figura e mi bloccava con le sue braccia, nemmeno il tempo di riflettere che incastrò le sue labbra sulle mie assaporandomi ferocemente.
Portai il braccio dietro al suo collo tirando le radici dei suoi ricci ribelli, mi era mancato il suo tocco, le sue labbra sulle mie.
Il campanello ci avvisò di essere arrivati a destinazione, mi staccai timidamente camminando verso la porta d'entrata che sbloccò inserendo le chiavi nella serratura.
Entrai in punta di piedi restando impalata sull'uscio, mi svestii dal cappotto che mi aveva scaldata e lo cedetti al riccio. Mi fece un cenno col capo, lo seguii ed esitai quando si avvicinò alle scale; ridacchiò quando un filo di delusione apparì nei mie occhi quando superò la camera da letto, proseguiva verso una stanza che avevo già notato.
Calò la maniglia rivelando un soqquadro disumano, si immerse facilmente lì dentro, senza troppi problemi; fogli di carta erano sparsi sul pavimento, vecchi vestiti e manichini giacevano per l'intera area.
Lo seguii titubante, mi porse la mano che afferrai facendo attenzione a dove mettere i piedi, si fermò davanti ad una scrivania mentre mi fece un cenno di sedermi sul pavimento, annuii incrociando le gambe.Mi raggiunse poco dopo tenendo stretto tra le mani un notebook nero opaco, lo guardai con la fronte corrucciata, prese posto accanto a me ed iniziò a sfogliare le prime pagine ingiallite.
«Da quando ti ho vista..» soffiò ad un centimetro da me, erano disegnati dei bozzetti dei vestiti che progettava, «ognuno di essi» continuò sfiorando le dita su i suoi capolavori, «l'ho immaginato su di te. » portai una mano sulla bocca, era la prima volta che sentivo qualcosa del genere da parte sua ed ero rimasta ammaliata.
«Come potessero fasciare le tue curve» mi attirò tra le sue gambe, ero meravigliata; ricordava dei minimi dettagli del mio corpo che aveva visto per la prima volta al buio ed era anche sbronzo.
Volevo dimostrare anche io le emozioni, proprio come faceva lui, meritava di essere amato e volevo che sapesse che nonostante non avevo il coraggio di dirlo esplicitamente, che io nel profondo, qualcosa al di sopra del bene, lo provavo.
Sorrisi poggiando la testa sulla sua spalla mentre fissavo tutti i bozzetti che mi stava mostrando, poi mi fece una richiesta un po' assurda e un po' speciale.
«Posso.. uhm, posso disegnare un vestito per te?» annuii prontamente, non avevo capito a pieno cosa racchiudesse quella domanda.
«No, non hai capito.» ridacchiò sulla mia pelle, inclinai il capo scuotendo la testa.
«Ti dovresti spogliare.» mormorò ed avvampai, tirai il labbro inferiore tra le mie labbra e ci pensai per qualche istante.
«Okay.» sgranò gli occhi, non si aspettava che accettassi; mi svestii della felpa e slacciai gli stivaletti, sfilai i jeans ed i calzini restando solo con le mutande e il reggiseno.
Il suo sguardo vagava famelico lungo tutto il mio corpo, strinsi i piedi mentre chiudevo le cosce che, a mio parere, erano troppo grandi.
Il rossore sulle mie guance non aveva intenzione di andare via ed Harry se ne accorse.
«Non devi avere vergogna, non di me. » mormorò poggiando la fronte contro la mia mentre mi rubava un bacio fugace. Acconsentii e intanto mi sedetti sul divano che egli mi aveva indicato, aveva detto che voleva farlo sulle mie forme reali.
Sedeva alla sua scrivania, il suo sguardo vagava sui miei seni e sul foglio che veniva colorato dal tratto leggero della matita che impugnava.Ad un tratto si alzò portando con sé il foglio ed un metro, mi cinse la vita con esso e appuntò sul foglio, proseguii in quel modo per una mezz'ora piena.
Mi ero rivestita indossando solo la felpa ed un pantalone che mi aveva lanciato, le mie dita sfioravano i tessuti pregiati; mi aveva dato l'onore di scegliere il colore e optai per un viola scuro, quasi nero.
Annuii mentre abbandonavano il suo studio.A/N:
Fa pena. Lo so, ma ultimamente sono sempre tentata dal cancellare tremila volte lo stesso capitolo. Scusatemi davvero se sta perdendo colpi, prometto che mi riprenderò al più presto.. dovete solo attendere un po' per un capitolo decente. Grazie mille, come al solito. Baci, Roberta. 6K grazie!!
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Dress code [IN REVISIONE]
FanfictionCindy Moore ventenne di Northwich che viaggia spesso dal paese in cui vive diretta a Londra per lavoro, non crede più nelle sue emozioni ed è sfiduciata verso il sesso opposto. Harry Styles, ventitreenne di Northwich figlio della proprietaria più g...