27. In vino veritas e sei l'eccezione.

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Harry non doveva sapere niente di tutto ciò che era successo, non ero brava a tenere qualcosa nascosto e il mio silenzio non aiutava dal momento che risultava un avvenimento più unico che raro.

«Niente.» ostentai ancora una volta, non credeva alle mie parole e lo capii la sul sguardo che cercava di trovare qualche informazione provando a leggere la mia mente. Avevo barricato ogni emozione almeno per quella sera, non volevo mettere quest'ultimo nei guai e mi pentii di aver fatto ingresso nella sua casa ancora una volta.

«È per Madley?»

«No», sospirai prendendo il bicchiere che aveva sollevato nella mia direzione, «ho solo un forte senso di nausea.» mentii ma non del tutto, i postumi della sbornia stavano iniziando a dare i loro effetti sul mio organismo che non assumeva quantità alcoliche del genere da due anni ormai.

«Va' a riposare, ne parleremo domattina.» esclamò con la sua voce pacata e soffusa indicandomi la strada, che ormai conoscevo, per il piano superiore. Annuii toccando il pavimento gelido con i piedi nudi sotto il suo sguardo, «Oh, Cindy?»

«Si?»

«Lo spazzolino è nel bagno.» sorrisi nella sua direzione, si ricordò delle parole che pronunciai qualche notte fa  quando occupavo lo stesso posto.
Mi diressi nel bagno dove mi svestii degli abiti che mi tenevano intrappolata e indossai un maglioncino nero di Harry che trovai piegato sul cesto dietro di me accompagnato dallo stesso paio di pantaloncini della volta scorsa.

Trovai lo spazzolino dove aveva indicato Harry e spazzolai i miei denti velocemente, l'intera stanza iniziò a vorticare intorno a me e la nausea venne accompagnata dall'imminente vomito.

Svuotai il mio stomaco da ogni sostanza che avevo ingerito accasciandomi sulla tazza del wc, finii in fretta di liberarmi e tirai lo sciacquone. Mi affrettai a lavare nuovamente i denti lavando via il sapore che era rimasto impregnato tra le pareti della bocca.

Sbloccai la porta e notai la capigliatura folta del ragazzo apparire dalle scale, «Tutto bene? Ho sentito i conati..» mormorò salendo le ultime scale che ci separavano.

«Sì, la sbronza, credo..» sussurrai in un sospiro, nella mia mente echeggiavano le parole dello sconosciuto alla festa di qualche ora prima deglutii il groppo in gola fissando gli occhi del giovane che erano curiosi di sapere cosa stesse passando per la mia testa.

Aprì la porta della sua camera entrando in essa seguito a ruota da me che osservavo ogni suo movimento, scostò le lenzuola permettendo l'entrata tra le coperte che accolsero il mio corpo infreddolito, «Buonanotte.» disse spegnendo la luce che aveva acceso in precedenza, stava per richiudere la porta quando balzai a sedere.

«Harry..», richiamai la figura del riccio che si bloccò sui suoi passi, schiusi le labbra che rimasero in quella posizione per qualche secondo prima che pronunciai «dormi qui.»

Era sorpreso, proprio come me, la mia bocca aveva parlato senza collegare il cervello ma stroncai quei pensieri quando indietreggiò chiudendo la porta alle sue spalle immergendosi nella camera buia, seguii i suoi movimenti con gli occhi quando si sedette sul bordo del letto slacciando gli stivaletti che aveva indosso e liberandosi dai pantaloni troppi attillati, rimase con solo la maglia a coprire il suo torace tonico e notai un tatuaggio sulla sua gamba sinistra ma a causa del buio non riuscii a mettere a fuoco la figura che decorava la sua coscia.

Il materasso si inclinò quando si distese al mio fianco tirando il lenzuolo a coprire il suo ventre, sentivo il suo respiro pensate mentre teneva gli occhi fissi sul soffitto. Per sbaglio sfiorai il ginocchio di Harry e mi allontanai il più possibile giungendo al bordo del letto, avevo un peso al posto del cuore che mi impediva di pronunciare qualsiasi cosa.

Dress code [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora