20. Coroncine di fiori e stelle cadenti.

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I due giorni successivi li passai lavorando da Marie tenendo a bada Jason, mi risucchiò tutte le energie e tornai a casa stremata. L'aria natalizia era percepibile nei quartieri illuminati da tante lucine colorate che erano visibili anche dal soggiorno della mia casa, ero sul divano guardando uno di quei cinepanettoni che puntualmente, all'inizio di dicembre, vengono mandati in onda.

A distrarmi dai miei pensieri fu l'illuminarsi del display del cellulare che avevo lasciato poggiato sul davanzale davanti ai miei piedi, lo sbloccai notando la presenza di un messaggio da parte di uno sconosciuto.

"Ti devo parlare, H." rilessi nuovamente il messaggio rendendomi conto che era firmato eccome, in quella lettera era racchiusa l'iniziale di una sola persona: Harry.
Da quando era andato via due mattine fa, non l'avevo più visto né tantomeno sentito.

"Dimmi quando, C." replicai mentre nella mia testa iniziarono a venire fuori delle strane idee sul motivo per cui volesse incontrarmi.

Chiusi gli occhi attendendo la sua risposta che non sentii arrivare a causa del sonno che aveva preso il sopravvento su di me, sobbalzai quando suonarono al campanello nel mezzo della notte rivelando la corporatura imponente e infreddolita che si nascondeva dietro al legno.

«Harry.» borbottai strofinando gli occhi con i pugni chiusi, mi spostai di lato permettendo che la sua corporatura entrasse al riparo dal freddo gelido che calava durante la notte.

«Dormivi.»constatò lanciando un'occhiata al divano dove giaceva la coperta che avvolgeva il mio corpo fino a qualche minuto prima, in tutta risposta annuii.

«Non ho letto il messaggio, scusami.» bofonchiai ancora un po' assonnata mentre appoggiavo il mio peso sulla sedia trovandomi faccia a faccia con il riccio che scrutava ancora il mio viso assonnato e privo di trucco.

«Passo domani.» strisciò la sedia sul pavimento riempiendo la stanza di quel rumore stridulo, bloccai i suoi movimenti «Già che sei qui, parla.»

«Perché non me l'hai detto?»
Aggrottai la fronte, cosa avrei dovuto dirgli?

« Cosa? »

«Stai uscendo con Niall.» mi strozzai con la mia stessa saliva non riuscendo a credere alle sue parole.

«Sei serio?» ribattei incredula, «Ti pare che esco con Niall?» un accenno di ironia sgrattaiolò fuori dalle mie labbra accompagnato da un sorrisetto sghembo.
Era impazzito. Decisamente impazzito. Non mi diede il tempo di realizzare le sue parole che cominciò a parlare nuovamente a raffica.

«Per l'amor di Dio», respirai al suo posto, come faceva a parlare così velocemente a quell'ora? «rilassati.» dissi semplicemente occupando nuovamente la sedia.

«Vestiti.» sgranai gli occhi balzando all'impiedi, «Eh?» chiesi inclinando il capo leggermente verso destra, «Ho detto: vestiti.», avevo capito bene.

«Per.. perché?» era strano per me, o meglio, per tutti, ricevere visite a quell'ora e ancora più strano era una proposta del genere. Voleva uscire con me, di notte.
Pazzesco.

Sparii al piano superiore cambiandomi velocemente, sciolsi i capelli che erano legati in una crocchia alta districandoli con le dita che scorrevano tra essi, presi la felpa e lo raggiunsi in meno di cinque minuti.

Uscimmo di casa e non notai nessuna macchina parcheggiata sul vialetto, mi guardai intorno trovando solo una moto che pensai fosse del mio nuovo vicino.
Si avvicinò a quest'ultima estrando un casco dalla sella che mi porse dopo aver indossato il proprio.
Ero impacciata nel legare quest'ultimo sotto il mento dal momento che non riuscivo a trovare l'apposito gancio, il contatto con la sua mano contro il mio viso mi fece rabbrividire mentre le sue mani esperte chiusero il casco in pochi secondi.
Mi incitò a salire in sella del, a sua detta, "bolide" prendendo posto davanti a me.
Era davvero strano vederlo guidare una moto, sembrava quasi un ragazzo normale senza apparire un ottantenne, un ottantenne figo però. Strinsi il tessuto della giacca che indossava mentre sfrecciò via lungo la strada, il vento si insinuava tra i miei lunghi capelli e intanto il paesaggio scorreva veloce sotto il mio sguardo curioso ma non riuscii a capire dove mi stesse portando.

Dress code [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora