19. Una nuova polla e solo grazie.

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Harry.

Dei piccoli sbuffi uscivano dalle sue labbra, aveva gli occhi chiusi mentre dormiva al mio fianco, i capelli sparsi sul cuscino adornando il suo viso pallido.
Era caduta in un sonno profondo quando la stanza fu avvolta dal silenzio che cullò la ragazza al mio fianco, aveva abbandonato le sue insicurezze lasciando che fossi il primo a scoprire un frammento della vita passava.
Assopii tante informazioni sulla ragazza sicura che un mese prima entrò in quella sala, in quel momento appariva come un ologramma, sospirò, mi girai nella sua direzione e azzardai attirando la sua figura più vicino al mio corpo. Si accoccolò al mio patto stringendo tra le sue piccole dita il tessuto della maglia che stavo indossando.

Nella mia mente balenò l'immagine di una Cindy con qualche anno in meno a combattere contro le critiche che le piombarono addosso come un'improvvisa doccia fredda.

Mi aveva accolto nella sua abitazione quando si accorse di me in riva al mare con i residui di lividi che erano ancora presenti sulla mia pelle olivastra, mi aveva medicato e il massimo che potessi fare era restare lì ed ascoltare i suoi fantasmi più nascosti che di notte venivano a disturbarla ancora.

La freddezza con cui pronunciò quelle parole mi fece raggelare il sangue nelle vene.

"Non credo nell'amore." .

Quello che aveva provato non era amore, una macraba sfumatura di quel sentimento che spaventa la maggior parte delle persone, me compreso.

Avrei fatto cambiare idea a Cindy.

Quando fece ingresso nella mia camera pensava che dormissi e invece la mia mente era zeppa di pensieri che, per qualche ragione, si collegavano a lei.

Inventò una scusa per sgrattaiolare qui chiedendomi se avessi sete, le risi in faccia non credendo minimamente alle parole che disse. Ripetei divertito le sue parole che il mattino precedente sussurrò a pochi centimetri dal mio viso, le
lanciai un cuscino che finì diretto sulla sua faccia.
,
Si ritrovò sotto il mio peso mentre il suo petto faceva su e giù fissando i miei occhi che si alternavano tra le sue labbra e le sue mani che erano pressate sulle mie anche mantenendo l'equilibrio. Non so chi mi trattenne dal baciarla, ero combattuto sul da farsi ma avevo una tremenda voglia di assaporarle.

Il mio cuore batteva forte quando ricambiò la stretta, appoggiai il mento sul suo capo lasciandomi cullare dal suono del suo respiro sul mio petto e dormii avvolto tra le sue braccia.

***
Schiusi gli occhi guardandomi intorno e realizzai dopo poco che non ero a casa mia: il mio petto era invaso dai capelli si Cindy che dormiva ancora spensierata, la mia maglia era sul suolo durante la notte ero appiccicato a lei e abbiamo sudato entrambi.

Accarezzavo la sua pelle setosa mentre un raggio di sole sfiorava il suo profilo, aveva le lenzuola appoggiate sul ventre mentre il cipiglio che aveva sul viso la scorsa notte era ormai sparito lasciando spazio ad un accenno di sorriso.

Mi spostai lentamente appena vidi l'ora sul display del mio cellulare che segnava le dieci e un quarto, controvoglia scostai la sua testa poggiandola sul guanciale sorridendo ad un suo mormorio in disapprovazione. Strofinai i pugni su gli occhi cercando di svegliarmi al meglio, ero seduto sul bordo del letto mentre indossavo il pantalone che ieri avevo abbandonato in qualche angolo remoto della camera.

Mi girai notando quella rughetta fare capolino sulla sua fronte adesso aggrottata e intanto cercava di tenere gli occhi serrati tra loro, «Sei sveglia.», mormorai vedendo che nascose la faccia nel cuscino e ridacchiai dando le spalle mentre mi chiamavo per indossare gli stivaletti.

«Mhm», sussurrò con la voce ancora assonnata, «vai via?» continuò successivamente puntando gli occhi sul mio viso.

«Devo.» dissi, annuì con il capo continuando a seguire i miei movimenti con gli occhi.

«Abbiamo dormito insieme?» gracchiò dopo qualche istante, annuii e i suoi occhi per poco non uscirono dalle orbite, feci spallucce.

«Ci si vede in giro», mi dondolai sui talloni insicuro su cosa dire, «ciao.», stavo per abbandonare la camera quando la sua voce richiamò il mio nome.

«Aspetta Harry», ritornai sui miei passi ritrovando ancora il suo dolce viso a scrutare, «volevo solo, insomma grazie.», disse con le guance leggermente arrossate mentre tirò il labbro tra i denti mordicchiando nervosamente quest'ultimo.

«Ti ho solo ascoltato, non devi ringraziarmi Cindy. Non per così poco.» sospirai, passai una mano tra i capelli sistemandoli per quanto fosse possibile.

«Solo, grazie.» annuii salutando nuovamente la mora che si mimetizzava con quelle lenzuola candide.

***
Ero tornato a casa da un paio d'ore e nonostante l'insopportabile emicrania quella sera avrei dovuto lavorare con Niall ad un nuovo bozzetto per mia madre; quest'ultimo​ si occupava di cucire i vestiti che realizzavo. Di notte ero particolarmente ispirato e diedi appuntamento al biondo alle undici di quella sera.

La maledetta suoneria ruppe il silenzio mentre pranzavo facendomi sussultare il display segnava il nome di Madley, non avrei sopportato anche la sua cazzo di voce squillante e la ignorai.
Non si arrese e continuò a tartassarmi di telefonate fin quando la mia pazienza arrivò al limite della sopportazione.

«Si può sapere che cazzo vuoi?» abbaiai duro facendo emettere un urletto alla rossa dall'altro lato del telefono.

«Che antipatico che sei», disse mentre masticava una, suppongo, cicca come un ruminante, «ho voglia di vederti.»

«Madley non rompere il cazzo.» sbottai su tutte le furie.

«Andiamo Harry, è per lei che non mi vuoi più? Per quella troietta?» replicò con quella voce insopportabile, mi dava i nervi. Tirai le punte dei miei capelli leggermente trattenendomi da non sbraitare.

«Fatti cazzi tuoi.» ringhiai ponendo fine a quella chiamata che non aveva fatto altro che rovinarmi il resto della giornata.

+

Niall bussò alla mia porta per la trentesima volta nonostante avessi urlato dal piano superiore che stessi arrivando, aprii la porta trovando il sorriso sulla faccia dell'irlandese.

«Ho conosciuto una tipa», saltellò per l'intero stabile sotto il mio sguardo preoccupato per la salute mentale del giovane, «è una gran bella polla.» gridò venendomi incontro correndo, stava per saltare tra le miei braccia ma indietreggiai di qualche passo e il suo sedere atterrò sul pavimento rigido.

Mi diede un colpetto distraendomi dai miei pensieri, immaginai la ragazza di Niall come una Polla con i capelli biondi e il rossetto rosso sul becco visto la sua ossessione per il cibo.

«Com'è che si chiama questa Polla?» ridacchiai porgendo un bicchiere di rum con alcuni pezzi di ghiaccio all'interno,
Mi specchiavo nel liquido mentre attendevo la sua risposta che non tardò ad arrivare.

«Cindy.»





Ciao a tutti, prima di tutto volevo ringraziarvi per le 3000 visualizzazioni e per 1k
stelline, grazie infinite.
Vi piace questo capitolo? Lo so che è piccolo ma i pov di Harry non mi vengono molto bene, ci rivediamo al prossimo capitolo.
R,xoxo.

Dress code [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora