45.London Eye e lentamente.

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Mi risvegliai con una Londra avvolta nelle prime luci dell'alba a causa del solleticare dei ricciolini di Harry contro il mio addome, il suo braccio era stretto attorno al torace.

Dormiva beatamente cullato dal  battito del mio cuore, abbozzai un sorriso mentre con i pugni sfregai gli occhi ancora assonnati.

L'espressione corrucciata che aveva su per gran parte del tempo aveva lasciato spazio ad una fronte rilassata, le ciglia carezzavano le sue guance e le sue labbra erano arricciate nel mezzo.

Il suo respiro a contatto con la mia pelle sudaticcia  mi provocava un accenno di brividi che ricoprivano ogni lembo di pelle lasciata scoperta.

Si rivoltò tra le coperte avvicinandosi pericolosamente al mio viso.

«Buongiorno.» gracchiò con la voce impastata dal sonno.

«Buongiorno.» replicai portando una mano sul viso, sostenne il suo peso sugli avambracci issandosi di poco.

«Come hai dormito?» intimò mentre i suoi polpastrelli sfregavano la mia guancia, inclinai leggermente il capo osservando meglio l'uomo che giaceva al mio fianco.

«Una meraviglia.» appurai tirando il lenzuolo sotto al mento, egli arricciò il naso in una smorfia divertita.

«Hai vergogna?» chiese ridacchiando, acconsentii agitando leggermente la testa causando un risolino al riccio che si prendeva gioco di me.

«Ehy!» lo ripresi dandogli un piccolo buffo sul braccio, si girò imperterrito fingendosi stupito.

«Ahi!!» emise un gridolino tutt'altro che virile, «Mi hai fatto male.» continuò massaggiandosi la zona colpita.

«Potresti darmi un bacino» esclamò pensieroso, «sai, per rimediare.» si sedette al centro del letto, fissavo la scena dai bassi fondi del materasso dell'albergo mentre mi fingevo assorta nei miei pensieri.

«Potrei.» ribadii baciando un suo tatuaggio, una farfalla che occupava la pelle sul suo stomaco.

«Ma la bua non è qui.» disse stancamente,tirando fuori il labbro inferiore lo aggranfiai tra i miei denti provocandogli un gemito.

«Lo so.» soffiai sulle sue labbra e dopo avergli rubato un bacio tirai via il lenzuolo dal suo corpo scoperto sgattaiolando nel bagno sotto il suo sguardo sconvolto. 

Fissai il mio riflesso nello specchio che torreggiava la parete del bagno e lasciai cadere il lenzuolo fissando i marchi che aveva rimasto sul mio corpo. Sfiorai con le dita uno di essi e sussultai al tatto, non era molto doloroso ma fastidioso.

Entrai nel box doccia lavando ogni traccia che avevo della notte precedente, le mie guance assunsero un colore rossastro al solo pensiero di quello che era successo e scacciai via i ricordi  prima che i miei ormoni esplodessero.

Dopo una veloce sciacquata avvolsi la mia corporatura in un telo offerto dall'hotel e imitai gli stessi movimenti per i capelli.

«Harry.» richiamai esponendo solo la testa al di fuori della porta color ciliegia, il riccio era ancora beatamente sdraiato nel letto, nudo.

«Cacchina.» appellò dal lato opposto della camera, roteai gli occhi al cielo divertita.

«Mi potresti fare un favore.» ribattei gridando, lo sentii sbuffare ma subito dopo udii la pianta dei suoi piedi nudi scontrarsi con il pavimento.

Dress code [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora