49. È tutto finito, tutto finito.

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«Lei è qui.» mi bastarono quelle poche parole a far accelerare il mio battito cardiaco. Con l'aiuto di Cindy, la quale si trovava anch'ella al fidanzamento, riuscii a distrarre una guardia che si trovava dinanzi alla porta della cucina dei servitori. Zayn aveva alcuni alleati, erano disposti a rombo; due ai lati del salotto, uno in cima ed un altro poco distante da me. Strizzai l'occhio immergendomi nella cucina, centinaia di portate erano disposte accuratamente sui ripiani pronti per essere serviti. Scrutai il pavimento alla ricerca di qualche botola o cose del genere ma il rumore della serratura mi fece sussultare.

«Harry, caro che ci fai qui?» rimasi girato di spalle senza voltarmi, una mano mi si poggiò sullo stinco e riuscii a vedere le unghie laccate di un rosso imponente.

«Mad» le dissi afferrando le sue mani, mi ritrovai a pochi centimetri dal suo volto mentre fissavo intensamente i suoi occhi. Presi un bicchiere di champagne dal tavolino e glielo porsi «non vorrai non festeggiare in questa magnifica serata.» ammiccai sorseggiando il liquido giallognolo storcendo appena il naso.

Il dorso della mia mano scivolò sulla sua guancia mentre con la mano libera l'attirai più vicina al mio corpo, scostai una ciocca di capelli che era sfuggita dalla sua elegante pettinatura posizionandola dietro all'orecchio.

«Sapevo che saresti tornato.» bofonchiò con troppa enfasi, mi trattenni dall'alzare gli occhi al cielo e per farla ammutolire pressai le miei labbra sulle sue che aveva già schiuso in precedenza, la baciai quasi schifato ma dovevo distrarla. Avevo gli occhi aperti e mi accorsi di uno spago abbastanza doppio che fuoriusciva dalla mattonella; bingo.

Indietreggiai tenendola stretta al mio corpo mentre la spintonai verso camera  «aspettami qui, dieci minuti e arrivo.» le dissi chiudendo la porta alle mie spalle e in modo silenzioso feci scattare la serratura. Una era fuori gioco.

Mi chinai al pavimento tirando la corda che non ne voleva sapere di aprirsi, i miei movimenti inoltre,  erano limitati dalla giacca che indossavo e maledissi quel maledetto ricevimento. Improvvisamente un allarme comincio a risuonare nell'intero appartamento mentre un fumo nero cominciava a riempire l'intero perimetro.

«Nono, cazzo, cazzo.» bofonchiai nervosamente, sarebbe morta lì sotto se non mi fossi sbrigato, utilizzai tutta la forza che avevo in me e con uno strattone tiravi via la mattonella dalla pavimentazione.

Una ripida discesa si presentò dinanzi ai miei occhi, non era il momento per esitare: scesi i gradini rischiando di rotolare su essi più volte.

«Cindy!» cominciai ad ululare a voce squarciata il suo nome sperando in una risposta, era colmo di oggetti di antiquariato ma non c'era traccia di lei.

Sospirai mentre il fumo stava cominciando ad arrivare anche lì giù, stavo per risalire quando un tossicchiare mi fece sgranare gli occhi.

«Cindy! Amore mio, sono io. Dove sei?» corsi nella direzione del suono ovattato, un flebile vocifero mi fece scorgere un vecchio materasso dove ai piedi  vi era una zona non illuminata dal pallore delle lampadine.

«Amore mio» gridai affacciandomi nello squarcio, era accovacciata in posizione fetale, mi guardai attorno alla ricerca di una qualsiasi cosa per scendere. Utilizzai la torcia del mio cellulare per illuminare la strada e notai delle pietre attaccate al muro, mi sarebbe stato utile per scendere ma come sarei risalito con lei?

«Cindy, amore guardami» puntai la torcia sul suo corpo minuto, i suoi occhi erano serrati, «amore per favore, concentrati sulla mia voce; non cedere proprio ora.» spalancò pigramente  le palpebre, mentre provò ad alzarsi in modo invano.

L'aria era diventata irrespirabile, l'unica alternativa era scendere nel dirupo.

Con non poca fatica riuscii ad arrivare sano e salvo lì giù , mi accovacciai al suo fianco prendendola tra le mie braccia.

Il suo corpo era ricoperto di lividi, i capelli erano attaccati al viso mentre i suoi vestiti coprivano a malapena il seno. Per fortuna, avevo ripreso la giacca dal pavimento prima di avventarmi in questi corridoi bui.

La poggiai sul pavimento liberandomi nuovamente della giacca, la poggiai sulle sue spalle e le lasciai un bacio sulla fronte.

«Sh, stai tranquilla amore. Sei al sicuro ora.» la strinsi a me quando il suo corpo era scosso dai singhiozzi e dai fremiti.

«C'è un'uscita?» le chiesi dolcemente mentre la mia mano continuava a carezzare il suo viso, scrollò le spalle ed io sospirai. 

Mi guardai attorno e l'unica cosa che vidi era una grossa pietra, Cindy cominciò a tossire e quella era l'unica probabilità.

Applicai tutta la forza per spostare di poco quel masso, faticai a lungo ma, come avevi premeditato, c'era una via d'uscita.

«Vai amore, vai!» urlai spronandola ad uscire, non reagiva. «Cindy!! Cindy resta lucida» gattonai al suo fianco, ero stremato ma dovevo salvarla.

Feci un ultimo sforzo, la caricai tra le mie braccia mentre mi avvicinai a quello straccio di libertà. Cindy ci entrava senza problemi, per me invece, serviva uno spazio maggiore ma le mie forze erano terminate.

Lasciai un bacio a Cindy mentre feci passare il suo corpo in quel buchino, chiusi gli occhi ignorando le lacrime che sgorgavano e mi accasciai al suolo. Almeno lei, lei era al sicuro, o quasi.


Sorpresina!!
Spero abbiate passato un buon natale, comunque buone feste a tutti! Manca solo un capitolo e poi c'è l'epilogo. Secondo voi cosa succederà ad Harry?

Dress code [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora