Capitolo 13.

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Apro gli occhi, sono ancora nella posizione di ieri sera, tra le braccia di Riki.
Mi sento...bene? Frastornata? Confusa? Non ne ho idea.
So solamente che tutto questo è strano. Un giorno si comporta da estraneo, quello dopo da amico, quello dopo ancora da ragazzo...interessato a me.

Okay questa supposizione è impossibile.

Non sono il genere di ragazza che piace ai ragazzi, non sono bellissima come molti dicono di trovarmi...io mi vedo normalissima, anzi, a tratti mi trovo...poco all'altezza della gente.
Non so davvero il perché. Forse dopo quello che ho passato ho imparato a non fidarmi più di nessuno.
Ho avuto un altra storia, non importante, durata forse qualche mese, ma nulla di più. Ricordo che avevo 16 anni e lui era un mio compagno di classe. Ci fidanzammo pensando fosse amore, ma non era così, Non lo era mai stato. Abbiamo solo confuso una cotta passeggera con qualcosa di più. Non sono mai stata accettata, a differenza delle altre che avevano spasimanti da ogni parte, io ero e sono una povera ingenua che nessuno vuole.

Continuo a bearmi del suo profumo mentre penso tutto questo e qualche lacrima riga il mio volto fino a diventare dei veri e propri singhiozzi.
Lui mi stringe più forte, ed io capisco che era sveglio, Ma che semplicemente non voleva lasciarmi andare. O forse pensava stessi dormendo e non voleva svegliarmi.
È inutile farmi filmini mentali, credo sia andata così.

"Cosa ti succede piccola?" Sussurra... ed io sussulto per il modo in cui mi ha chiamata.
"N-niente" rispondo tirando su con il naso per tentare di placare questo pianto.
"Dimmelo"
Okay, sarebbe un errore, ma accennare qualcosa non credo faccia male, forse potrebbe portarlo a parlare di lui.
"Pensavo a quello che mi è successo una volta, a quella che sono"
"Tu sei splendida, non affligerti con pensieri superflui"
Mi sento leggermente sollevata, però non voglio credere troppo a quello che mi dice.
Restiamo in questa posizione per non so quanto tempo, come se non esistesse più l'orologio.
La casa è silenziosa, quindi presumo che mia sorella stia ancora dormendo.
Inizia ad accarezzarmi i capelli, ed io non capisco più nulla. La mia mente inizia a vagare dove non dovrebbe.

"Che ne dici di andare in giro per la città a fare foto?"
Propone lui inaspettatamente.
"Non ho la mia polaroid con me..."
Delle mie cose qui non ho praticamente nulla.
"Useremo la mia...ricordi...devo ancora darti delle fotografie incognite"
"Mi spiegherai mai il senso delle parole sotto le fotografie?"
Rispondi esasperata.
"Dovrai capirlo da sola...con il tempo vedrai che le parole sono inutili"
Non aggiungo altro perché sarebbe fiato sprecato.
Vedremo cosa ne verrà fuori.

Nel frattempo che io faccio una doccia veloce lui si è offerto di preparare la colazione.
Dato che, ovviamente, qui con me non ho nulla - se non della biancheria intima pulita e qualche jeans e maglietta che Carol è andata a prendere di nascosto da casa mentre i miei fratelli erano fuori- apro un cassetto e afferro una maglietta di Riki per poi chiudermi in bagno.
Lascio che l'acqua scorra sul mio corpo con una lentezza estenuante, mi lascio accarezzare dalle goccioline che cadono dai miei capelli.
Mi insapono velocemente e adesso posso ufficialmente dire che profumo di lui.
Esco e dallo scaffale accanto alla doccia afferro una asciugamano, passandola prima sui capelli per togliere un pochino di acqua, e poi la avvolgo intorno al mio corpo.
Districo i capelli, ascougandoli con il phon, facendoli ritornare perfettamente lisci come prima.
Mi vesto e vado in cucina.
È tutto pronto. Riki seduto a capotavola, che mi aspetta per iniziare a mangiare.
"Carol e Luca sono usciti presto"
Annuisco e capisco anche il motivo di tutto quel silenzio in casa.
"Poi vestiti, anche se mi piace come ti sta la mia naglietta" mentre lo dice continua a mangiare i suoi biscotti senza staccare gli occhi dalla tazza contenente il latte.
Arrossisco leggermente e finisco la colazione.
Adesso che sono pronta, truccata e sistemata per bene possiamo uscire.
Camminiamo per la città come se fossimo dei turisti, che alla fine io lo sono, questa non è Bergamo, ma una cittadina li vicino di cui non ricordo il nome.
Mi fermo davanti ad un negozio che ha fuori esposti tanti tipi di fiori bellissimi.
Lui mi scatta una foto, sempre di spalle.
Dopo qualche minuto me la porge e non posso fare a meno di notare le parole di oggi...

"TI LUCCICANO"

Cosa? Cosa vorrà dire?

Eccomi con un capitolo extra ❤
Spero vi piaccia.
A domani lettori e lettrici

Chiudi gli occhi e scatta. |Riki|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora