Capitolo 42.

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Sono passati due giorni da quella scoperta, e il mio stato non è dei migliori.

Sono ridotta malissimo; capelli arruffati, occhiaie visibili da chilometri e chilometri di distanza, pigiama fatto da mille colori diversi perché ero incazzata e non avevo voglia per abbinarlo come si deve.

Da due giorni non tocco cibo di mia spontanea volontà, ma solo sotto l'imposizione dei miei fratelli che minacciano di chiamare Riccardo e farlo venire qui se lascio anche solo una briciola nel mio piatto.

Forse però non sarebbe male, perché vedendomi così scapperebbe di sua spontanea volontà.

Sono sul divano a vedere la tv, mentre in casa regna il silenzio.

Cambio canale e mi soffermo su un telegiornale che parla di gossip.

《Fenomeno Riki, il via al suo tour di instore in giro per l'italia. Da Milano a Bari, da Nord a Sud dell'Italia, tante tappe in cui potrete finalmente incontrarlo. Il via sarà tra esattamente due settimane. L'ansia sale, un ragazzo che con il suo fascino e la sua musica è riuscito a conquistare il cuore di migliaia di ragazze》

Cambio immediatamente canale senza finire di sentire tutto quello che hanno da dire su di lui.

Due settimane.

Due cazzo di settimane alla fine di tutto.

Due settimane alla sua partenza.

Non posso credere che sia finità così.
Mi sto distruggendo da sola. Non riesco quasi più a parlare perché appena apro bocca le lacrime escono.

Sto male. Male per amore...
Potrei porre fine a questa sofferenza anche adesso, invece resto qui...triste in questa lenta agonia.

Mi alzo dal divano.

Devo reagire.

Vado a fare una doccia e a stirare i capelli.

Lascio che l'acqua scorra sul mio corpo, calda, lentamente.

Mi rilassa molto e mi aiuta a pensare.
Penso che sia il caso di parlare.

Esco e infilo l'accappatoio.

Afferro il cellulare che avevo lasciato su una delle mensole appese lateralmente alla doccia.

A Riki.

<vorrei parlarti. Possiamo vederci a casa mia?>


Invio il messaggio con il cuore che batte fortissimi.
Ho ansia.
Ma non ansia normale, un'ansia diversa. Ansia di essere rifiutata, ansia di essere ancora più triste.

Ansia di tutto.


Da Riki.

<arrivo piccola>


Amo quando mi chiama così.

Sorrido, ed è un evento perché erano giorni che non sorridevo.

Mi guardo allo specchio e il mio aspetto è migliorato molto rispetto a prima.

Asciugo i capelli e passo velocemente la piastra per renderli quasi perfetti.

Vado in camera e afferro un paio di shorts di jeans blu e una camicetta corta bianca.
Metto le converse bianche basse e torno in soggiorno.

Lo aspetto.

Non riesco a star ferma.
Carol è a casa loro quindi presumo sappia tutto.
Alessandro è a lavoro, è stato assunto in un bar come cameriere, per riuscire a mettere qualche soldo da parte.

Lorenzo è andato con Camilla a fare la sua prima ecografia.

Ed io se dovessi avere un crollo e una crisi di pianto non saprei a chi rivolgermi.

Il campanello suona e per poco non mi sento male.

Apro la porta. Ed eccolo in tutta la sua bellezza...la sua bellezza che si è spenta però.

Ha gli occhi gonfi come me, segno che la notte non dorme, i capelli sono scompigliati in maniera casuale, non fatto di proposito.

È ridotto male quando dovrebbe essere al settimo cielo.

E ancora una volta la causa sono io.

Entra e si siede sul divano. Lo seguo mettendomi accanto a lui.

Mi guarda e nessuno dei due ha voglia di parlare.

Ad un certo punto mi attira tra le sue braccia.

Mi stringe forte accarezzandomi i capelli.

"Mi sei mancata tanto" sussurra tra i miei capelli ancora caldi.

"Anche tu" rispondo sinceramente senza pensarci troppo.

"Di cosa volevi parlare?"

Mi alzo perché la troppa vicinanza potrebbe annebbiarmi il cervello.

"Ho pensato in questi giorni. Sono stata male, ho sofferto tanto. Ho pensato a noi due...che forse ti faccio solo del male quando dovresti concentrarti solo sulla tua carriera e sul tuo bene. Sono la causa di tanti, troppi, problemi"

Si alza e si avvicina a me.

"Se io sono qui e sono ridotto così un motivo ci sarà. Non sei un problema, sei solo te stessa. Hai paura e ti capisco. Però niente, e ripeto, niente ci impedirà di amarci"

Amarci...che parola grossa.

"Tu...tu mi ami?" Dovevo dirgli di non vederci più invece sono arrivata a fargli questa domanda senza riflettere e senza esitare neanche un secondo.

Il suo sguardo non è più come prima, è diverso, ha un luccichio nuovo, di speranza.

"Certo che ti amo" sussurra posando la fronte contro la mia.

Qualche lacrima scende sul mio viso, ma lui delicatamente posa le mani sulle mie guance e le asciuga.

"Non piangere piccola, non piangere" continua a sussurrare.

"Tu mi ami?" Domanda - ovviamente - a me questa volta.

"Ti amo" rivelo.

Non mi rendo conto di nulla che sigilla la nostra dichiarazione con un bacio.
Finalmente...mi mancavano da morire le sue labbra.


Lo hanno detto finalmente. Piangooo 😭
#RikilaIsReal
Fatemi sapere nei commenti ❤❤❤
Vi amo❤

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