Avevo venti chiamate perse da Riccardo, le altre erano da mia sorella Carol. Non volevo rispondere neanche a lei per il semplice motivo di non voler piangere ancora ritirando fuori tutta questa storia.
Ormai sono qui con Gabriele.
Vive con i suoi genitori, ma in questo momento sono fuori città.
Ha una casa molto accogliente, non molto distante dalla mia quindi devo stare attenta a Lorenzo e Alessandro non si sa mai mi scoprono.
È un appartamento al terzo piano, grandissimo. Il salone è in stile vintage mentre la sua camera stranamente non è azzurra come quelle degli altri ragazzi, ma è color panna, molto semplice, con poster di motociclisti famosi appesi un pochino ovunque sulle pareti. Si vedeva che era un fanatico delle moto.
Adesso stiamo guardando un film sul divano, ma il telefono non ha intenzione di smettere di squillare.
Rispondo solo per non essere più stressata."Carol cosa vuoi?"
"Ma dove ti sei cacciata? Siamo tutti preoccupati per te" strilla dall'altro capo del telefono.
"Sono a casa di Gabriele. Tornerò più tardi promesso"Sembra essersi tranquillizzata infatti mi saluta senza aggiungere altro.
Passa un pochino di tempo da quella chiamata e purtroppo non posso restare."Gabri ti dispiace accompagnarmi a casa?"
"Forza, andiamo bambina"
Mi piace che mi chiama ancora così.Gli ho raccontato il motivo del mio pianto disperato ed è riuscito a confortarmi. È un ottimo amico ma davvero non riesco a provare qualcosa di più nei suoi confronti.
Il tragitto non è molto lungo quindi inizio a pensare a cosa dire quando sarò tornata a casa.Il tempo passa e ci siamo anche fermati ad un bar per prendere un gelato. Più tempo sto con lui, più probabilità ci saranno di non trovare Riccardo sveglio.
È quasi mezzanotte, tra una chiacchiera e l'altra il tempo sta volando.
Purtroppo dobbiamo risalire in sella alla moto.Eccomi qui. Davanti alla porta di casa. Ho salutato Gabriele e sono salita con una lentezza estrema.
Estraggo le chiavi che mi avevano lasciato dalla borsetta e apro la porta.È tutto buio per fortuna.
Cerco di non fare rumore, sembra che dormano tutti.
Vado in camera in silenzio e senza accendere la luce.Riki è sul letto, il suo respiro è regolare quindi presumo stia dormendo.
Metto il telefono in carica sul comodino e mi spoglio, indossando al posto del pigiama una maglietta che lui aveva lasciato sulla sedia, quella che indossava oggi pomeriggio quando abbiamo litigato.Lo so, è sbagliato e non mi farà bene, però profuma di lui e visto che tra un paio di giorni dovrò tornare a casa ho bisogno di sentire il suo profumo anche se mi ha fatta star male spezzandomi il cuore.
Mi volto e uno spiraglio di luce proveniente dalla finestra illumina la nostra foto, quella appesa sulla parere.
Una lacrima scende sul mio viso, vorrei ritornare a quel giorno, mentre ero tra le sue braccia e avevamo deciso di ricominciare tutto, di iniziare da li... tento di placare - per la millesima volta nell'arco di poche ore - i singhiozzi, per non svegliare nessuno.
Mi stendo sul letto e sento un braccio avvolgermi da dietro.Era sveglio.
Non dico nulla solo perché ho bisogno di questa vicinanza anche se vorrei spingerlo via, allontanarlo da me per sempre. Ma non credo di essere in grado di farlo oppure di intendere e di volere quando è con me.
Mi stringe ancora e i minuti passano...forse ore...non lo so. Sento solo che lui è sveglio proprio come me."Mi sei mancata" sussurra ed io vorrei tirargli un ceffone in piena faccia.
Non ho ancora capito cosa vuole da me se ha in testa un'altra ragazza.Con audacia accendo la luce, sfidando me stessa a guardarlo negli occhi.
Mi volto e non sembrano più i suoi.
Sono...tutti completamente rossi. Gonfi come se avesse pianto per ore...anzi no...come se avesse trattenuto un pianto, e stesse esplodendo dentro.Non lo riconosco quasi più. Il suo volto è spento. Il suo sorriso è svanito nel nulla. Non è più lui.
Quindi è stato male tanto quanto me?"Perché mi hai detto quelle cose?"
Se ha qualcosa da dire deve dirmelo adesso altrimenti giuro che mi perderà per sempre."Prima dimmi perché eri a casa con Gabriele. È successo qualcosa tra voi due?"
Rispondere ad una domanda con un'altra domanda...ottimo direi.
Credo sia il caso di dire la verità è porre fine a questa lenta agonia."Ci siamo incontrari per strada e vedendomi in quello stato...ha preferito che andassi a casa con lui a vedere un film. Tocca a te adesso"
Ho ansia...ansia pura...
"Non è semplice...ma ho detto tante di quelle cazzate oggi...non volevo...mi dispiace. Abbiamo frainteso la cosa. Io quando ti ho chiesto di parlare era per altro..."
Altro?
"In che senso?"
Posa una mano sul mio viso e mi accarezza dolcemente.
"Credo sia meglio dormire adesso. È stata una lunga giornata per tutti. Arriverà il momento per parlarne...ma promettimi una cosa"
"Cosa?"
"Perdonami per oggi...non andare via da me...non saprei come fare senza di te"
"Te lo prometto" e con queste parole dormo, beandomi tra le sue braccia e pensando che tra qualche notte non potrò più dormire così. Forse per quello l'ho perdonato...sembrava sincero e per quanto possa odiarlo in questo momento...averlo accanto è tutto ciò che desidero.Ehi !!!
Ho deciso di aggiornare oggi perché siamo arrivati a #173 in fanfiction e non era mai successo prima d'ora.
Meritavate di leggere questo capitolo.
Voi cosa avreste fatto al posto di Dalila? Lo avreste perdonato?
Fatemi sapere nei commenti.
A domani con un nuovo capitolo.
Vi adoro ❤❤❤
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Chiudi gli occhi e scatta. |Riki|
FanfictionDalila, ragazza di 18 anni che vive a Bergamo. Sua sorella Carol improvvisamente porterà a casa il suo nuovo ragazzo, Luca. Dopo qualche giorno però lei si ritroverà in casa anche il fratello di Luca, Riccardo. Entrambe i ragazzi hanno solo una cosa...