PIANOFORTE E RICORDI

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Mi diressi nell'unico luogo che era in grado di calmarmi: la mia scuola di musica.
Era lì che era iniziato tutto.
Quando entrai c'erano ancora delle ragazzine che si stavano esercitando per un saggio. Alcune di loro mi salutarono, magari erano mie ex allieve.
Mi diressi nella sala dove era stato posizionato il pianoforte più costoso della scuola. Il pianoforte che avevo suonato più di sei mesi prima quindo avevo incontrato per la prima volta Alessadro.
Mi sedetti alla tastiera e iniziai a suonare a memoria il pezzo del mio ultimo spettacolo.
Posare le dita sui tasti di quello strumento aveva lo straordinario potere di tranquillizarmi e di cacciare dalla mente tutti i miei problemi.

<<Però! Addirittura senza spartito!>> sentii una mano posarsi sulla mia spalla facendomi smettere all'istante di suonare.

Era stata  la mia prima insegnante di pianoforte italiana. Una donna piuttosto bassa con dei folti capelli mossi color rame che si distingueva per il suo solito sorriso e la sua allegria.

<<Ciao>> la salutai tornando al mondo reale.

<<Prepari qualcosa per il prossimo spettacolo?>>

<<No, tra pochi giorni partirò per la Florida e credo che poi dovrò prendermi una pausa forzata dalla musica>>

<<Come mai?>>

<<Problemi vari>> risposi generica.

<<Hai talento>> mi disse Michela << Ormai sei un po' grande per diplomarti al conservatorio però potresti avere una grande carriera>>

Una grande carriera.
No, non l'avrei mai avuta una grande carriera. Sarei rimasta intrappolata in monolocale ad accudire due bambini per i prossimi vent'anni. Dopo il parto mi sarei riempita di smagliature, avrei iniziato a mangiare, sarei ingrassata, sarei diventata depressa e arrivata ai cinquant'anni sull'orlo in un esaurimento nervoso.
Altro che carriera da pianista in giro per il mondo.

<<Credo che ormai la mia strada sia un'altra>> mi limitai a dire abbozzando un sorriso.

Michela non  ribatté e mi lasciò sola con il mio pianoforte. Mi domandai perché mi ostinassi a suonare uno strumento  che non mi avrebbe portata a nulla.

Il pianoforte è stato lo strumento che mi ha permesso di superare il periodo più nero della mia vita. Mi ha permesso di sperare in un futuro migliore rispetto a quello di mia madre ma in quel momento mi resi conto che avrei fatto esattamente la sua stessa fine.
Sconsolata ritorna verso il mio appartamento è qui vedi che mia madre era tornata a letto.
Dal momento che non aveva alcuna intenzione di svegliarla decisi di iniziare a preparare le valigie e facendo molta attenzione a non fare baccano.

<< dove sei stata tutto il giorno?>> i miei sforzi risularno inutili dal momento che la Signora Del Male comparve sulla soglia della mia camera.

<<In giro>>

<<Sono tua madre ho il diritto di sapere dove sei stata>>

<<Certo, sei mia madre solo quando ti fa comodo. Comunque ho fatto degli acquisti per la Florida e ora, se non ti dispiace, dovrei prepare i bagagli>>

Non potevo assolutamente permettere che mia madre scoprisse che ero incinta.
Me lo avrebbe rinfacciato per tutta la vita, peggio, sarebbe stata la sua vittoria.
Sarebbe stata la prova della mia totale somiglianza a lei.

Circa cinque minuti dopo ricevetti un messaggio da Chiara:

■ Come stai Bea? Ho una notizia bomba per te!!!■

■ Mi sono leggermente ripresa. Di che si tratta?■

■Alessandro Anselmi canterà sabato prossimo in un paesino vicino a quì. Il concerto dovrebbe essere di pomeriggio e a seguire ci sarà una specie di rinfresco■

■ Ah■

■È l'occasione perfetta per dirgli che sei incinta!■

■No, io non credo di potercela fare a dirglielo■

■ Beh, ma non devi necessariamente dirglielo puoi anche semplicemente fargli vedere il test di gravidanza ■

■Non lo so, ti faccio sapere ■

Non ero psicologicamente pronta a rivedere Alessandro, non ora che sapevo di essere incinta di lui. Di aspettare  due gemelli da lui per la precisione.
Ero spaventata dalla sua reazione.
Se non avesse creduto che erano suoi?
Se mi avesse chiesto di abortire?

9 MESI PER CRESCEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora