QUANDO TUTTO PROCEDE PER IL MEGLIO

3.1K 147 6
                                    

"La felicità è una scelta quotidiana.
Non la trovi in assenza di problemi.
La trovi nonostante i problemi"
S. Littleword

I ragazzi e le ragazze ballavano e chiacchieravano tra di loro mentre io, Dan e Claire li osservavamo da dietro il palco.

<<Sei stata davvero molto brava>> si complimentò Daniel con la bambina chinandosi verso di lei.

<<Il merito è tutto della mia insegnante>>

<<Non avevo dubbi>> disse Dan scoppiando a ridere.

Noi tre insieme potevamo sembrare quasi una famiglia.
Claire mi aveva aiutata a capire come anche io potessi rapportarmi in modo dolce con i bambini, in un certo senso aveva fatto sviluppare il mio istinto materno.
Quell'istinto che mi avrebbe permesso di crescere quei pargoli che stavano crescendo dentro di me e che, da un po' di giorni, avevano iniziato a muoversi.
La prima volta che li avevo sentiti era stato quasi uno shock, ma subito lo spavento aveva lasciato spazio alla gioia. Finalmente potevo sentirli,lì amavo come se fossero già nati.

<<Questa mattina ho l'ecografia>> ricordai a Daniel il giorno seguente  <<Dovrebbero essere in grado di dirci il sesso dei bambini>>

<<Ottimo>> disse lui piegando il giornale <<Ti accompagno >>

Non vedevo l'ora di conoscere il sesso dei bambini anche per poter iniziare a comprare tutti gli indumenti che ci sarebbero serviti una volta nati.
Sul cellulare avevo stilato una lista delle cose indispensabili da comprare: pannolini, culla, passeggino, body...

Quando uscimmo di casa il clima era già torrido, faceva così caldo che mi risultava difficile perfino respirare.
Fortunatamente però i condizionatori questa volta in ospedale erano funzionati e potei attendere il mio turno senza sciogliermi come un gelato al sole.

<<Tu come vorresti che fossero?>> Mi chiese d'un tratto Dan.

Quella domanda mi colse alla sprovvista.
Difatto li avevo sempre chiamati "i bambini" ma non avevo la benché minima idea del loro genere.

<<L'importante è che siano sani>> risposi  <<Maschio o femmina non conta>>

Lui mi sorrise stringendomi la mano.

<<Probabilmente hai ragione>> concordò baciandomi.

Quando entrammo nella stanza delle visite la ginecologa ci accolse con un ampio sorriso.

<<Bene, ragazzi >> disse la dottoressa <<Siete pronti a conoscere il sesso dei bambini?>>

<<Certo>> risposi <<Non vediamo l'ora>>

Nel giro di qualche secondo comparve sul monitor l'interno della mia pancia dove quelli che all'inizio erano semplicemente due puntini crescevano sempre di più.

<< Voi che cosa preferireste che fossero?>>

<<È indifferente>> le assicurò Dan stringendomi la mano.

<<Sono due bambine!>> ci comunicò la dottoressa.

In quel momento scoppiai a piangere dalla commozione.
Le mie due bambine, le mie due bellissime figlie... Non vedevo l'ora di poterle stringerle tra le mie braccia, di baciarle e coccolarle.

<<Va tutto bene>> mi rassicurò Daniel stringendomi la mano <<Saremo degli ottimi genitori, te lo prometto>>

Una volta usciti dall'ospedale ci abbracciammo forte.
Avevo bisogno di avvertire il suo calore, di sentirmi nuovamente parte di una famiglia: la famiglia che io stavo costruendo.

<<Che cosa ne dici di fare qualche compera per le bambine?  >> mi chiese vedendomi ancora con gli occhi lucidi.

<<Va bene>> accettai.

Quando entrammo nel negozio di passeggini mi sentii ancora più strana: non avevo la benche minima idea di quali passeggini fossero più congeniali alle bambine.
Ero totalmente ignorante in quel campo e non avevo nemmeno nessuno a cui domandare aiuto.

Alla fine, con l'aiuto della commessa, optammo per un passeggino multiplo e è una doppia culla.

<<Condivideranno tutto fin da piccole >> scherzò Dan mentre caricava gli oggetti in auto.

<<Credo sia un bene, così saranno sempre unite>> ribattei ripensando amaramente a Brian che non mi rivolgeva quasi più la parola.

Lui e i miei genitori adottivi non accettavano le mie scelte e ormai non ci parlavamo quasi più.
Solo Daniel mi era rimasto accanto.

<<Certo che saranno unite>> confermò lui  <<A proposito, stavo pensando che dopo la loro nascita potreste anche andare a stare nella villetta che ho vicino alla spiaggia, c'è anche la spiaggia privata>>

Io lo guardai scettica.

<<Era solo un'idea, per evitare che crescano subito immerse nel casino della città>>

<<Vedremo>> dissi alla fine baciandolo.

<<Va bene, adesso però devo proprio andare al lavoro>>

<<Tranquillo, me la caverò anche senza di te>>

<<Non ho dubbi>> disse mentre usciva con una valigetta in mano.

Io andai al pianoforte e inizia a suonare con la speranza che le bambine potessero sentire.
Anche loro avrebbero amato la musica?
Gli sarebbe piaciuto suonare il piano?
Di colpo me le immaginai su un palcoscenico mentre cantavano qualche opera lirica.
E se avessero avuto lo stesso talento di Alessandro?
"Sarà più difficile da accettare ma dovrai aiutarle a coltivare la loro passione" mi dissi mentalmente.

Stavo ancora suonando quando sentii il campanello di casa trillare.
Mi diressi verso la porta e quando l'aprii per poco non mi sentii male.

<<Ciao, Beatrice>>

Quella voce mi fece sussultare.

9 MESI PER CRESCEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora