L'INCONTRO

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Ovviamente, alla fine, fui praticamente trascinata da Chiara a quel concerto.
Avevo avuto dolori e nausee per tutto il viaggio, il mio corpo rifiutava l'idea di trovarsi ancora una volta accanto al suo senza però poter fare nulla.
Avrei fatto l'amore con lui ancora altre mille volte.
Avrei voluto parlare con lui, avere una di quelle conversazioni che non si possono avere con le persone comuni, con quelle con cui non si instaura un certo feeling.

Arrivammo in un paesino sulle colline fiorentine spaventosamente simile a quello in cui io e Alessandro lo avevamo fatto per la prima volta.

<<No, Chiara>> dissi in preda ad un attacco di panico  <<Non ce la posso fare>>

<<Certo che ce la puoi fare! Non essere sciocca>>

Prima di scendere dall'auto osservai per l'ultima volta il mio viso nello specchietto retrovisore.
Sapevo di essere piuttosto carina, ero però dotata di quella "bellezza" comune che non lascia il segno.
Il mio viso era sì grazioso, ma non c'era nulla di particolare nei miei semplici occhi castani o nei nei miei capelli lisci dello stesso colore.
Mi trovavo banale, ecco il termine corretto.
Per l'occasione avevo tentato di rendermi più attraente cercando con il trucco ma ora mi rendevo conto di assomigliare ad un pagliaccio.
Non avrei retto il confronto con lui, ne ero certa.

Entrammo nel piccolo teatro dove l'orchestra e il coro stavano provando i loro brani. Lo vidi subito, come d'altra parte lui notò subito me.

Quando le prove furono finite lo vidi dirigersi verso di me e inevitabilmente il battito del mio cuore iniziò ad accelerare sempre di più, salvo poi notare che non si sarebbe fermato accanto a me.

<<Ciao!>> disse sorridendomi sorpreso mentre si avvicinava ad una donna di mezza età seduta nella fila dietro alla mia.

Una parola detta con entusiasmo e un sorriso erano tutte le attenzioni che Alessandro aveva avuto per me.

<<Non ci posso credere!>> esclamò Chiara con un tono di voce un po' troppo elevato.

Io, imbarazzata, le feci segno di abbassare la voce, non mi aspettavo nulla di più da Alessandro.
Io non ero alla sua altezza, non lo meritavo e il fatto che fossi incinta purtroppo non cambiava questo fatto.

<<Ci sarà tempo di parlare con lui più avanti>> dissi cercando di rassicurare la mia amica.

Poco dopo nel teatro calò il silenzio e la musica iniziò ad impossessarsi dell'ambiente. Mi lasciai cullare dalla dolce melodia prodotta dal suono del pianoforte che tanto avrei voluto suonare. L'insieme degli strumenti creava una base perfetta per la voce di Alessandro che, in quel momento, si stava esibendo come solista.
Dio, quanto adoravo la sua voce, era cristallina e profonda allo stesso tempo. Era in grado di ammaliarti e rapirti senza offrirti nessuna garanzia di restituirti alla tua triste realtà.

Per un momento, uno solo, immaginai di essere sua moglie, la moglie di Alessandro Anselmi. Di essere venuta al concerto con i nostri bambini  ( o le nostre bambine) che lo osservano entusiasti dalle poltrone per poi correrlo ad abbracciarlo una volta terminato lo spettacolo. Io mi sarei avvicinata per baciarlo e tutti i presenti avrebbero invidiato la nostra splendida famiglia.
Ma la mia era solo una stupida e insensata fantasia.

Terminato il concerto andammo in un edificio vicino al teatro dove era stato allestito un buffet.

<< Appena lo vedo gli do le ecografie>> continuavo a ripetere a bassa voce mentre giravo nervosamente per la stanza.

<<Certo>> mi rassicurava Chiara << È una situazione che dovete affrontare insieme>>

Mi obbligai a sedermi su una sedia e attendere pazientemente il suo arrivo.
Lo vidi dopo una decina di minuti entrare nella sala mentre alcuni uomini gli facevano dei complimenti.
Addirittura vidi una signora con gli occhi arrosati che gli andava vicino per stringergli la mano. L'aveva fatta commuovere, lui era in grado di suscitare quelle forti emozioni nelle persone.

<<Ciao Bea!>> mi salutò cogliendomi di sorpresa. Per poco non sobbalzai nel sentire il suo profumo insinuarsi nelle mie narici.
Non potei fare a meno di ripensare a quando ne ero completamente inebriata, a quando le mie mani scorrevano lentamente lungo il suo corpo.

<< Ciao>> dissi tentando di tenere a bada i miei pensieri erotici. << Anche questa volta sei stato acclamato>>

<< È sempre bello poter donare delle emozioni alle persone, la musica infondo serve a questo>> si limitò a rispondere lui << E tu? Sei venuta solamente ad ascoltare o hai qualche spettacolo>>

<<Oggi sono una normale spettatrice>>

<< Fai bene, a volte bisogna anche rilassarsi. Che progetti hai?>>

Vidi l'occhiata lanciata da Chiara. Era il momento perfetto per lanciare a mia volta la notizia bomba.

<<Io... ehm, credo di dover ridefinire la mia vita... sai, sono successe delle cose...>>

Lui mi guardò incuriosito.

<<Che cosa è successo?>>

9 MESI PER CRESCEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora