FORSE È UN ADDIO

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Rimasi in silenzio per qualche secondo. Le parole non mi uscivano letteralmente dalla bocca, era come se mi mancasse la voce.

<<Cose personali>> dissi infine <<Tra qualche giorno partirò per la Florida>>

<<Wow!>> esclamò lui <<Ricordo che mi avevi parlato della tua seconda famiglia. Per un momento ho temuto che avessi dei problemi di salute>>

<<No, stai tranquillo>>

Alessandro mi sorrise di nuovo prima di allontanarsi da me per raggiungere la sua schiera di ammiratori.
Io rimasi immobile ad osservarlo con il mio sorriso da ebete.
Osservavo i suoi occhi azzurri vivaci e spensierati che sorridevano alla gente.
Ammiravo i suoi capelli neri che avrei voluto volentieri accarezzare con le mie mani.

<<Sei una cretina>> commentò Chiara seria. Come darle torto.

<<Hai ragione >>

<<Beatrice, tu sai che cosa significhi crescere senza sapere chi è tuo padre, perché vuoi condannare tuo figlio allo stesso destino>> il suono tono aveva un che di drammatico.

<<Se mi respingesse, ci ha pensato?>> Sbottai <<se fosse veramente interessato a me non mi avrebbe rivolto solo due misere parole>>

<<Puoi smetterla per un secondo di pensare solo a te stessa ma provare a concentrarti sul vostro bambino e sulla vita che potrebbe avere con due genitori ?!>>

<<Basta>> sentivo le lacrime che iniziavano a rigarmi il volto <<Sono stanca,voglio andare a casa>>

<<Bea...>>

<<Portami a casa, ti prego>>

Quando uscii barcollante dalla stanza sentii gli occhi di Alessandro posarsi su di me.
Dovevo essere sull'orlo di uno svenimento per attitare la sua attenzione.

<<Bea, va tutto bene?>> chiese preoccupato.

<<Sì,sono solo un po' stanca>> risposi <<Scusami, ora devo andare>>

Mentre uscivo non ero certa che l'avrei mai più rivisto. Quelle due battute potevano essere le ultime che ci saremmo scambiati per il resto della nostra vita.
Iniziai a piangere come una bambina.
"Sei un' inutile incapace"continuai a ripetermi mentalmente mentre io e Chiara ritornavamo verso casa. "Non hai nemmeno avuto il coraggio di dirgli che sei incinta, ora i tuoi figli cresceranno senza un padre".

Chiusi gli occhi nel tentativo di provare a dormire ma la tensione era troppo elevata per permettermi di rilassarmi.
Come se non bastasse iniziavo a sentire dei forti dolori allo stomaco. Non avevo mangiato praticamente nulla pur sapendo di aspettare due gemelli. Sarei stata anche una pessima madre.

Quando arrivai a casa misi sotto i denti qualcosa e controllai di aver inserito tutto nella valigia.
Non volevo che la Florida rappresentasse solo una vacanza, volevo che fosse l'inizio di una nuova vita.
Lì avevo molti amici, una vera famiglia su cui contare e la possibilità di garantire un futuro migliore ai miei bambini.

Quando un paio di giorni dopo mi recai in aeroporto non ero certa che avrei mai fatto ritorno in Italia.

9 MESI PER CRESCEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora