PARTY

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"Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni"
Oscar Wilde

Quando entrammo nel locale mi ritrovai davanti praticamente mezza popolazione studentesca della Palm Beach High School.

<< Bentornata Bea!>> urlarono tutti appena varcai la soglia del pub.

Subito dopo una marea di corriandoli iniziarono a scendere come neve mentre i ragazzi si avvicinavano per abbracciarmi.
Cercai di lanciare a Brian un'occhiattaccia ma alla fine non potei nascondere la mia contentezza nel vedere che tante persone avevano pensato a me.

Mio fratello alzò le spalle per discolparsi mentre io osservavo le decorazioni del locale e salutavo i miei vecchi amici.
Tutte le facce mi erano familiari ma di molti ragazzi dovevo  ammettere di non ricordare il nome.

<< Ciao!>> vidi una figura femminile correremi incotro e dalla sua voce non ebbi dubbi: doveva essere Megan.

<<Ma guarda un po' chi si rivede!>> esclamai abbracciandola.

<<Ci sei mancata un sacco ragazza italiana>>

<< Anche tu mi sei mancata  ragazza americana>>

Nel frattempo ci aveva raggiunto anche Chelsea che aveva un carattere decisamente meno esuberante rispetto a quello di Megan.
Abbracciai anche la mia amica più discreta e subito iniziai a rispondere sulle domande relative all' Italia cercando di non scendere mai troppo nel dettaglio.

<<Deve essere stato un incubo vivere un anno sola con tua madre>> commentò cauta Chelasea.

<<Non è stato proprio il massimo>> risposi tentando di rimanere allegra.

In quel momento non volevo pensare a quella donna.

<<Va bene>> sentenziò Megan cercando di tirarmi in disparte  <<Avrai sicuramente tempo di raccontarci del tuo fantastico anno anche più tardi. Ora devo assolutamente farti vedere una cosa>>

Mi trascinò vicino ad una delle colonne del locale, poi iniziò a bisbigliare:

<<Guardò un po' chi c'è vicino al bancone...>>

Mi sporsi con cautela e mi ritrassi subito quando vidi Daniel Carter; l'ultima persona che mi aspettassi di vedere ad una festa in mio onore.

<<Non ci posso credere!>> esclamai tentando di tenere moderato il mio tono di voce. <<Come mai è quì?>>

<<Per te, ovviamente>>

<<Megan, io non credo che... >>

<< Mi hanno detto che ha lasciato quella Jennifer che aveva conosciuto a Miami>>

<<Sì, ma questo non vuol dire niente>>

<< Vuol dire un sacco di cose invece>> ribatté sicura lei <<Non sai quante volte mi ha chiesto tue notizie da quando te ne sei andata>>

<<Poteva scrivere direttamente a me>>

<<Beh, a me non è dispiaciuto affatto parlare con lui. È cambiato, si vede che ora ha la testa sulle spalle, senza contare che sta cercando di mettere in piedi una sua azienda>>

<<Ah, allora>> commentai acida.

<<Ascolta, è chiaro che è quì per te e so che prima di andare via avevi detto di non volerne sapere più niente di lui ma credo che dovreste chiarire>>

Ovviamente Megan non poteva sapere quante cose fossero cambiate durante la mia assenza. Daniel ormai rappresentava un capitolo chiuso e archiviato della mia vita, nonostante questo sapevo quanto la mia amica tenesse ad un chiarimento tra di noi quindi decisi di andarlo a salutare.

Quando mi avvicinai a lui notai che non era poi cambiato più di tanto, sembrava essere rimasto lo stesso Daniel Carter che avevo conosciuto il primo anno di liceo.
Aveva quattro anni in più di me ed apparteneva ad una ricca famiglia proprietaria di una catena di alberghi sparsi in giro per gli Stati Uniti.
Lui era un ragazzo piuttosto tranquillo e riflessivo anche se, conoscendolo meglio, avevo avuto modo di scoprire la sua innata passione per il nuoto, il tennis e altri sport individuali.

Quel giorno indossava una semplice camicia grigia abbinata ad un paio di jeans che, insieme ai capelli biondi spettinati, gli conferivano un'aria sbarazzina.

Non appena mi vide sollevò lo sguardo dal giornale che stava leggendo.

<<Beatrice>> disse puntando i suoi verdi su di me quasi come per accertarsi che la mia figura corrispondesse esattamente al suo ricordo. << Sono davvero felice che tu sia ritornata>>

<<Anche io sono felice di essere tornata >> dissi cercando di mantenere un tono di voce neutrale << Pensavo che non ti piacessero le feste, hai sempre che ti sentivi troppo osservato e giudicato>>

<<Già, ma ho deciso di partecipare perché ho capito che sono i sentimenti che ci nobilitano, non l'opinione del mondo>>

Sorrisi. <<E per quali sentimenti saresti venuto quì?>>

<<Per la voglia di rivederti>> rispose lui spiazzandomi <<Vorrei che mi concedessi la possibilità di chiarire>>

<<Daniel...>>

<<Sò perfettamente che nemmeno tu ami le feste>> mi incalzò << Ti prego, vieni un attimo in macchina con me, lontano da tutto questo trambusto>>

<<Sul serio?!>> chiesi irritata  <<Mi stai chiedendo di abbandonare la mia festa?!>>

<<Scommetto che non se ne accorgerebbe nessuno, sono tutti troppo impegnati ad ingozzarsi>>

Osservai i ragazzi riuniti in piccoli gruppetti a parlare tra loro; Sì, se fossi sparita per qualche minuto non si sarebbero accorti di nulla.
La tentazione di accettare l'invito era molta e alla fine cedetti.

<<A proposito>> dissi mentre uscivamo discretamente dalla porta sul retro del locale <<Da dove hai tirato fuori quella frase sui sentimenti e l'opinione del mondo?>>

Lui sorrise. << Friedrich Schiller>>

9 MESI PER CRESCEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora